Ci sono angoli di Roma che sono sconosciuti agli stessi romani. Sembra un luogo comune, per molti abitanti della Capitale lo è, ma è anche vero che alcune zone sono davvero poco battute da tanti abitanti dell’Urbe e vengono riscoperte poco a poco. Una di queste è la zona intorno alla Ciclabile del Portillo, un percorso a Roma Sud contenuto fra la Pontina e la Laurentina, che per molti è come un’immersione in una realtà completamente diversa da quella cittadina.
Il merito di…un’ecomaratona podistica
Prima di entrare nello specifico ci sono alcuni punti da chiarire: innanzitutto stiamo parlando di una zona che, pur facente parte a tutti gli effetti di Roma, è fuori dal Grande Raccordo Anulare e questo testimonia quando la metropoli continui nella sua opera d’ingrandimento. La Ciclabile del Portillo sta godendo di luce riflessa dall’inizio di quest’anno, grazie a un evento sportivo che non ha a che fare con le due ruote. A gennaio è nata infatti l’Eco Maratona della Capitale, una manifestazione podistica che ha portato a percorrere la Ciclabile atleti provenienti da ogni parte d’Italia e proprio in quell’occasione (la prossima sarà il 26 gennaio 2025) tanti si sono accorti che gli stessi romani stavano scoprendo il territorio esattamente come loro.
Per saperne di più abbiamo però trovato una romana che il percorso lo conosce bene, Francesca Galli dell’Associazione Salvaiciclistiroma, che spiega come quel tracciato così misconosciuto abbia però già funzioni importanti: «Il percorso principale va dalla rotatoria di Via di Vallerano fino al Campus Biomedico e questo consente a molti studenti di poterci arrivare in maniera sana ma anche sicura. Il percorso è infatti leggermente rialzato rispetto alla sede stradale ed è una fortuna perché altri tratti che sono invece attigui sono purtroppo molto trafficati e addirittura ostruiti dalle macchine parcheggiate».
Si costeggia il campo sportivo di Trigoria
Un aspetto che spicca e colpisce tutti coloro che lo percorrono è la sua differenza con una realtà cittadina: «Siamo in campagna e possiamo godere della sua bellezza pur essendo attaccati a una metropoli. Per parte del suo tracciato abbiamo da una parte i campi agricoli della Valle di Terna, dall’altra gli spazi del campo sportivo di Trigoria. E’ un tracciato ideale per il gravel perché ci sono alcuni tratti sterrati, che comunque sono estremamente agevoli.
«Questo tracciato è diventato molto amato dagli studenti del Campus, quasi tutti utilizzano la bici perché è molto più snella nel traffico, consente di risparmiare molto tempo sia per la percorrenza che per i parcheggi. Il problema sono i collegamenti con la ciclabile, uscendo dalla quale infatti ci si ritrova nel traffico intenso e lì la situazione diventa più complicata. E’ comunque un percorso dalla doppia funzione: utile per le passeggiate, indispensabile per la vita quotidiana di molti».
In mezzo a due consolari
Il suo disegno è qualcosa di particolare: «Siamo come detto fra due consolari importanti per la viabilità cittadina, eppure siamo in un cuneo verde, fra maneggi, la natura che circonda Trigoria che per i romanisti è ormai diventato un tempio, poi lo sviluppo del Parco Regionale di Decima Malafede che porta verso il mare. C’è addirittura un piccolo castello, il Castello di Decima dove vengono celebrati molti matrimoni».
C’è da chiedersi come mai un simile gioiello non viene molto promulgato, anche dalle stesse agenzie viaggi e dalle organizzazioni turistiche della Capitale: «Parliamoci chiaro, io sono convinta che molti neanche sappiano della sua esistenza… Le organizzazioni deputate alla promozione dovrebbero sicuramente fare di più anche perché parliamo di un tesoro naturalistico che oltretutto è attiguo a un’altra parte di Roma dedicata alla natura, il Parco dell’Appia Antica. Solo che questo è un “must” per i turisti, l’altro è sconosciuto.
Le rovine della città invasa dai Romani
«Tra l’altro pochi sanno che questo percorso sorge sulle rovine dell’antica cittadina che, agli albori di Roma, si contrappose ad essa. Fu Anco Marzio che la invase e inglobò nella città che andava espandendosi verso il mare. Infatti gli studiosi stanno via via riportando alla luce i resti di quella città sepolta nella memoria e nei libri di storia».
Intorno alla Ciclabile del Portillo sorgono molte realtà imprenditoriali e la Galli racconta la storia di una in particolare: «Nel Parco c’è un’azienda agricola (Agricoltura Nuova) che negli anni Settanta occupò i terreni appartenenti alla Famiglia Vaselli. Erano abbandonati e in quei tempi di grande subbuglio sociale, si appropriarono di vaste aree come il più classico degli espropri proletari. Nel corso del tempo però quell’azienda ha continuato a crescere a produrre tanto che ha sviluppato molte attività sociali e ospita ogni anno tante scolaresche che vengono in gita a scoprire le attività agricole. Ma di storie simili ce ne sono tante, basterebbe un’opera di marketing per fare di questo territorio un richiamo turistico di rilievo».
Più ciclisti che podisti
Quanta gente la percorre? «Sono in tanti, sia in bici che a piedi, ma ultimamente c’è un aumento delle due ruote. Anche se è grazie ai podisti che sta diventando sempre più conosciuta e speriamo che la sua popolarità aumenti perché lo merita».