E’ attiva solamente da un paio di mesi, eppure sta già cambiando anche le prospettive e le abitudini di due città importanti, Bergamo e Brescia. La Ciclovia Culturale che unisce le due città Patrimonio dell’Unesco è un progetto che era stato lanciato pensando alla nomina dei due capoluoghi di provincia come Capitale Italiana della Cultura 2023.
Parliamo di un percorso di 76 chilometri che parte da Piazza Cittadella a Bergamo, attraversa il centro storico, poi Borgo Palazzo e Seriate, fino a innestarsi nella Ciclovia del Parco del Serio, toccando borghi storici come Brusaporto, Costa di Mezzate, Montello per arrivare nel Bresciano all’altezza della Riserva Naturale delle Torbiere e immergersi nella Franciacorta. Il paesaggio tra Gussago e Cellatica fa da prologo all’arrivo a Brescia, nel suo centro storico.
L’idea alla base del progetto era però farne qualcosa di accessibile a tutti e l’amministratore delegato di Visit Bergamo Christophe Sanchez, nonché primo artefice della sua opera, tiene a sottolineare proprio questo aspetto: «Abbiamo voluto farne qualcosa che fosse realmente percorribile da tutti, quindi abbiamo pensato ogni suo singolo metro perché fosse accessibile anche a persone con disabilità. Tutto il percorso ad esempio è affrontabile con carrozzine motorizzate o handbike a pedalata assistita, ma stiamo anche valutando la possibilità di offrire una vasta gamma di punti dove sia possibile noleggiare simili mezzi, per permettere davvero a tutti di godere delle bellezze di questi luoghi».
Come è nata l’idea di dotare il territorio di una ciclovia di congiunzione tra due realtà cittadine così importanti?
Ci siamo basati su un percorso storico per i pellegrini come il Cammino La Via delle Sorelle. Abbiamo pensato che un’idea del genere potesse essere attraente anche per chi ama pedalare, per chi vuole prendersi del tempo per conoscere, mettendo in congiunzione due capoluoghi. La Ciclovia ha un carico di possibilità enorme, basti pensare che attraverso di essa possono essere toccati più di 800 punti culturali. Per questo pensiamo alla ciclovia come a un “percorso slow” dove il tempo non dev’essere una variabile importante. Lo slogan che accompagna la nostra promozione è “pedala, cammina, osserva, gusta”.
E’ un percorso lungo ma non lunghissimo, si potrebbe anche affrontare in una giornata…
E’ vero, ma significherebbe non apprezzarlo in tutte le sue svariate possibilità. Dico di più: per noi è un vero percorso a tappe che offre mille alternative: non guardiamo solo ai 76 chilometri, facendo piccole deviazioni ci sono altri 70 chilometri percorribili collegati ad anelli culturali che permettono di scoprire alternative clamorose e infatti il nostro lavoro di queste settimane è dotare la ciclovia di tutta una serie di indicazioni per dare continui spunti a chi pedala. Ci sono luoghi che sono davvero bellissimi, che magari richiedono di lasciare la bici e inoltrarsi a piedi, visitare monumenti, mostre e quant’altro.
Questo significa che la ciclovia è dotata di rastrelliere e punti per lasciare la bici?
Certamente, ma anche di punti di ricarica per le batterie delle E-bike. Inoltre sulla ciclovia sono segnalati e immediatamente identificabili punti di ristoro, ricettività alberghiera, tutto sempre pensato anche in relazione ai diversamente abili. E’ un percorso accessibile e godibile a 360 gradi: ad esempio attraversa due oasi naturali di bellezza sconfinata come la Val Caleppio nella parte bergamasca e la Franciacorta in quella bresciana e qui entriamo in un ambito nuovo.
Quale?
La Ciclovia è anche un viaggio nell’enogastronomia locale, per questo segnaliamo punti specifici dove poter assaggiare le prelibatezze di questi luoghi, tanto per fare un esempio a Brusaporto c’è uno chef con 3 stelle Michelin come Enrico Cerea e il suo Ristorante da Vittorio. L’idea è che il concetto di scoperta permei ogni singolo tratto del percorso, in modo da completare le aspettative di chiunque l’affronti, ma per questo va assaporato in piccole porzioni.
In un simile mare di proposte turistiche presenti nel territorio circostante questi 76 chilometri, proviamo a identificare 3 destinazioni meritevoli di una sosta…
Domanda insidiosa, potrei essere tacciato di partigianeria essendo bergamasco. Ad esempio citerei il Lago d’Iseo, posto esattamente a metà e proprio per questo ideale per fermarsi soprattutto se si decide di affrontare la ciclovia in una sola giornata. Poi le cantine delle due valli, rinomate per il loro vino in tutto il mondo. Infine il Parco delle Torbiere: non è percorribile con le bici proprio perché è un patrimonio naturale da preservare con mille attenzioni, quindi si lascia la bici e si fa una bellissima passeggiata in mezzo a questi bellissimi specchi d’acqua rifugio per tante specie di uccelli migratori.
Come intendete procedere con la promozione?
Ci stiamo muovendo soprattutto in ambito internazionale anche attraverso i canali social per fare della Ciclovia un’attrattiva turistica a ogni livello. Faremo promozione nelle fiere turistiche e in quelle specifiche dedicate al cicloturismo, ma stiamo pensando anche a speciali pacchetti turistici con pick up ad accogliere i cicloturisti all’aeroporto per caricare le bici e a percorsi specifici anche legati all’enogastronomia. Ma le idee fioriscono giorno per giorno, abbiamo davvero un patrimonio a disposizione.