| 10 Gennaio 2025

Giro dell’Etna: una granfondo? No, un viaggio di scoperta

Quando in Sicilia arriva un campionato italiano ciclistico, come avverrà con il Giro dell’Etna, ha sempre un sapore particolare. Parliamoci chiaro, essere separati dal continente (almeno finché il famoso Ponte sullo Stretto non diverrà cosa reale) ha un suo peso, rende sempre un po’ complicata la presenza di corridori di altre regioni nelle manifestazioni sicule, ma dall’altra parte accresce il fascino di ognuna di esse.

Se n’è avuta una forte dimostrazione lo scorso anno, quando a Letojanni si disputò il campionato tricolore per le Granfondo di Mtb con la Trinacria Race Mtb Marathon: tanti campioni corsero e si divertirono, ma soprattutto tanti biker scoprirono quell’angolo bellissimo di Sicilia, si fermarono qualche giorno in più oppure tornarono nei mesi successivi per dedicarsi in toto al cicloturismo.

Il dettaglio del percorso del Giro dell’Etna, che circonda tutta la montagna Patrimonio dell’Unesco
Il dettaglio del percorso del Giro dell’Etna, che circonda tutta la montagna Patrimonio dell’Unesco

Un lungo weekend tricolore

Succederà lo stesso il prossimo 4 maggio, con la Granfondo Giro dell’Etna? Probabile, molto probabile vista la bellezza dei luoghi. Siamo infatti alle pendici del vulcano più alto e più famoso non solo d’Italia e quei luoghi hanno un sapore mitico, tanto è vero che è una meta privilegiata per molti professionisti del pedale, per effettuare un ritiro prestagionale ma anche per tornare a rifinire la preparazione durante l’anno.

Abbiamo però commesso un piccolo errore e l’organizzatore Marco Compagnini ce lo fa giustamente notare: «Noi proporremo un lungo weekend tricolore, che inizierà il 1° maggio con il campionato italiano della montagna. Poi il 4 si svolgeranno la Granfondo che assegnerà le maglie tricolori, sui 120 chilometri con un dislivello di 2.150 metri e la Mediofondo di 66,11 chilometri per 1.283 metri. E’ un periodo ampio per il quale abbiamo stretto anche un accordo con un’agenzia viaggi locale per proporre pacchetti turistici a prezzi scontatissimi per 2 o 4 notti e la risposta è già molto favorevole, considerando che ci sono arrivate, prima di Capodanno, già adesioni da Lazio, Piemonte, Puglia e altre regioni».

La partenza dell’ultima edizione. La gara del prossimo 4 maggio sarà campionato italiano di specialità
La partenza dell’ultima edizione. La gara del prossimo 4 maggio sarà campionato italiano di specialità

Un passato glorioso

La forza del Giro dell’Etna deriva da più fattori. Partiamo da quello storico: «Il Giro era una corsa professionistica che sul finire del secolo scorso ebbe grande risalto. Si è corsa dal 1980 al 2004, è stata vinta da Moser e Saronni, da Cipollini e Pozzato, poi è caduta nel dimenticatoio. Noi l’abbiamo riesumata trasformandola in qualcosa di molto più ampio, riservato a tutti gli amatori e la risposta è stata subito entusiastica».

Non poteva essere altrimenti, considerando il teatro di gara: «Noi proponiamo, attraverso la Granfondo che ha anche una versione “brevetto”, il completo periplo delle pendici dell’Etna. Facciamo il giro a 360 gradi della montagna, proponendo continui saliscendi e il passaggio per alcuni dei centri più caratteristici. La particolarità della Granfondo è che ogni centro si differenzia dagli altri, propone un colpo d’occhio tutto proprio e specifico.

L’incredibile contrasto tra il vulcano nero e il giallo delle ginestre, che crescono in mezzo alle pietre
L’incredibile contrasto tra il vulcano nero e il giallo delle ginestre, che crescono in mezzo alle pietre

Il contrasto di colori

«Belpasso, Santa Venerina, Linguaglossa, Maletto, Bronte sono solo alcuni dei luoghi che pedalando si scorgono, ma il bello è che cambia continuamente il paesaggio circostante. Un esempio? Il contrasto che si gode visivamente tra la pietra nera, lavica e i tappeti di ginestre, il fiore giallo per eccellenza. E’ un colpo d’occhio che lascia senza fiato».

La particolarità del territorio ha permesso agli organizzatori di fare del proprio evento un richiamo, una sorta di stimolo a tornare: «Questi percorsi sono frequentati tutto l’anno – riprende Compagnini – anche perché parliamo di strade che sono percorribili (e con poco traffico) anche nei mesi invernali grazie alle temperature favorevoli anche nei mesi più freddi. Questo è un vantaggio enorme, come lo è anche il fatto di godere viceversa di temperature fresche durante l’estate. Per questo i professionisti vengono volentieri ad allenarsi da queste parti, ma più in generale possiamo dire che ci sono frotte di cicloturisti in ogni periodo e chiaramente, in prossimità della gara, aumentano».

La particolare pietra lavica, che è un terreno ostico sia in superleggera che in mtb
La particolare pietra lavica, che è un terreno ostico sia in superleggera che in mtb

Un vulcano che non fa paura

Aumentano anche perché il territorio dà molto e certamente la presenza per la Granfondo, pur prenotando più di una notte, non basta: «Ci sono paesi che ti lasciano a bocca aperta. Ragalna, ad esempio, propone chiese barocche straordinarie, che in mezzo a quel panorama tutto nero rappresentano quasi una contraddizione».

Eppure c’è da chiedersi, per chi è del luogo, se quel gigante sbuffante non incuta paura: «Mai. Noi riponiamo molta fiducia nella nostra montagna, ci ha resi famosi nel mondo. E’ vero, ogni tanto s’infervora, ma non crea mai grandi problemi, almeno non come avveniva tanti anni fa, quando le sue eruzioni arrivavano fino a Catania».

Loretta Giudici, al centro, vincitrice dell’ultima edizione della corsa etnea
Loretta Giudici, al centro, vincitrice dell’ultima edizione della corsa etnea

La bellezza di Zafferana Etnea

A testimoniare l’unicità di questa esperienza è anche una voce fuori dal coro, quella della granfondista laziale Loretta Giudici, vincitrice lo scorso anno e che ha già prenotato il suo viaggio per inizio maggio: «E’ una granfondo diversa da tutte le altre. Quando si parte, ci sono una trentina di chilometri che si affrontano ad andatura controllata e lì chi aspira alla vittoria è unito a chi viene solo per completarla. Hai il tempo per guardarti intorno e resti di sasso per la bellezza del tracciato. Vedi paesini incantevoli, forse poco abitati ma proprio per questo unici».

Qual è il posto che più l’ha colpita? «Zafferana Etnea. Ne avevo sentito parlare solamente in tv quando si faceva la cronaca delle eruzioni, ho scoperto un luogo incantevole, dove se ti volti a sinistra vedi la maestosità dell’Etna, a destra un panorama che si staglia sul mare. Qualcosa di davvero unico, considerando anche la natura e il colore del terreno».

La bellissima Zafferana Etnea: molti l’hanno scoperta col Giro e poi visitata nei particolari
La bellissima Zafferana Etnea: molti l’hanno scoperta col Giro e poi visitata nei particolari

Un tracciato dove serve “manico”

Su questo aspetto la Giudici tiene a fare una considerazione che è anche una raccomandazione per chi verrà: «Il Giro dell’Etna richiede anche padronanza nella guida della bici. Parti e ti trovi subito a pedalare su quella caratteristica polverina nera che si attacca alle ruote. E’ diversa ad esempio da quella delle Strade Bianche, richiede molta forza nel tenere il manubrio per non rischiare scivoloni. E’ tipica del territorio, ci si adatta presto, basta fare un po’ d’attenzione».

Granfondo Giro dell’Etna

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