| 7 Ottobre 2024

Gravellina Strade Rurali: bici, territorio, tradizione e storia

Nel fine settimana del 21 e 22 settembre è andata in scena quella che è stata la prima edizione della Gravellina Strade Rurali (in apertura foto Days Off). Un evento che ha coinvolto la città di Sondrio e i territori della medio-bassa Valtellina. Il centro di tutto è stato il gravel e il fuoristrada, in tutte le loro forme e modalità. I protagonisti, invece, sono stati gli oltre 200 partecipanti che nei giorni di sabato e domenica si sono impegnati sui tre itinerari proposti. 

«L’area coinvolta – ci spiega Camillo Bertolini di Days Off e uno degli organizzatori dell’evento – è immensa. Parte da Villa di Tirano e arriva fino ad Ardenno. I chilometri totali proposti nei tre percorsi sono stati 249 con 4.960 metri di dislivello. I partecipanti ben 217 divisi nelle quattro attività proposte. Questa è stata a tutti gli effetti la prima edizione di Gravellina Strade Rurali, in quanto lo scorso anno abbiamo fatto un’edizione zero aperta solamente agli addetti ai lavori».

«La scelta di Sondrio come centro della nostra iniziativa ci ha permesso di poter instaurare un villaggio di ritrovo all’interno del Parco Adda Mallero. Un punto verde, comodo da raggiungere e che ha dato modo a tutti i soggetti coinvolti di poter allestire i loro stand e gazebi. Inoltre la vicinanza del parco al sentiero valtellina ha fatto in modo che tutti gli itinerari si snodassero su strade senza traffico».

Il punto di partenza e arrivo è stato il Parco Adda Mallero a Sondrio (foto Days Off)
Il punto di partenza e arrivo è stato il Parco Adda Mallero a Sondrio (foto Days Off)

Il territorio unisce

Ogni momento ed evento è da ricondurre al territorio della medio-bassa Valtellina, l’obiettivo è stato quello di far immergere i visitatori nella storia e nella tradizione di queste aree. 

«I tour – continua a raccontare Camillo Bertolini – prendono il nome dai bricchetti del vino valtellinese: quarto di vino e mezzo. Il più lungo e impegnativo, ma anche ricco e tutto da gustare, è stato il Mezzo Gravellina Est. L’inizio, come per tutti gli itinerari, era da Sondrio e si estendeva fino a Tirano per poi tornare indietro. Questo tratto mostra una Valtellina sfarzosa, con terrazzamenti, campi di segale e di grano. Ma anche chiese monumentali, mulini e il famoso castello di Brunello, che quest’anno siamo riusciti ad attraversare in bici. Inoltre, i partecipanti hanno pedalato nelle aree che danno il nome ai vini più famosi del territorio: Inferno, Grumello, Valgella e Tiranese».

«Il secondo itinerario – prosegue – è il Mezzo Gravellina Ovest. Partenza da Sondrio, la direzione opposta ha portato i pedalatori verso delle aree più selvagge. Qualche borgo, vero, ma anche tanti boschi con sentieri impegnativi e tecnici. Insomma, un vero e proprio gravel alpino. Molto apprezzato dai partecipanti che si sono anche cimentati in qualcosa che li ha impegnati e messi alla prova».

Cibo, realtà locali e turismo

L’intento di eventi del calibro della Gravellina Strade Rurali non è solo offrire un percorso da affrontare nel minor tempo possibile godendosi la bici e il silenzio delle montagne della Valtellina. Alla base c’è la volontà di far vivere e respirare un territorio che ha una grande tradizione contadina e una storia lunga tutta da scoprire. Riuscire a coinvolgere le diverse realtà che vivono queste aree serve a far conoscere ai turisti e agli appassionati delle nuove frontiere un modo diverso di viaggiare.

«Il sondaggio online fatto dopo l’evento – racconta Bertolini – ha evidenziato un alto gradimento dell’iniziativa. Percorsi, panorami, punti ristoro, tutto è stato apprezzato dai nostri utenti. Hanno vissuto la Valtellina, l’hanno vista, pedalata ma anche assaporata. Nei sette punti ristoro hanno avuto modo di assaggiare piatti tipici come salumi, formaggi, bresaola… E all’arrivo la polenta, per un pasto caldo e ristoratore. Una delle grandi soddisfazioni che ci portiamo dietro è l’essere riusciti a coinvolgere le realtà locali, le quali hanno risposto benissimo all’iniziativa. Le varie associazioni hanno preso e gestito i punti ristoro in maniera autonoma. Mi piace sottolineare che in uno di questo punti ha lavorato un’associazione che si occupa di recuperare i grani antichi, come quello di segale e il saraceno. Riscoprire le sementi originarie ci permette di non far morire la nostra tradizione culinaria, d’altronde questi sono gli ingredienti base per il nostro piatto tipico: i pizzoccheri». 

Nuovi orizzonti

La scelta del nome Gravellina Strade Rurali ha un significato profondo, come abbiamo avuto modo di intuire. 

«Le strade rurali – dice – erano quelle utilizzate dagli agricoltori che oggi vengono utilizzate anche per il turismo. La bici è quel mezzo che riesce a condividere questi spazi in maniera silenziosa e rispettosa. Ci piace l’idea di far vivere la ruralità e le pratiche tradizionali dell’agricoltura e della cultura antica a chi decide di passare dei giorni in Valtellina»

«A proposito: siccome il turismo legato alla bici non è solamente per chi pratica e pedala da anni, ma è volto a coinvolgere tanti nuovi utenti, ci siamo messi d’impegno. Nella giornata di domenica abbiamo organizzato un tour guidato in e-mtb con i ragazzi del Bernina Bike. Un modo per far pedalare sui nostri sterrati anche coloro che si prendono in mano per la prima volta la bicicletta». 

«Il riscontro è stato positivo – conclude – Continueremo a lavorare per far crescere un evento che ha caratteristiche uniche per promuovere le strade rurali di Valtellina».

Gravellina Strade Rurali

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