Sembra lontanissimo, ma invece il Tembaine Desert Rally si avvicina di gran passo. La volta scorsa avevamo parlato dell’evento, splendido nel cuore del Sahara, stavolta entriamo più nello specifico e lo facciamo con l’aiuto di Mirko Pirazzoli.
Mirko Pirazzoli, per tutti il “Piraz”, è stato un grandissimo atleta della mtb italiana e non solo. Continua a pedalare forte. E’ un istruttore di mtb (ha anche una sua scuola, la Piraz Coaching Academy) ed è molto tecnico. Inoltre ha grandi esperienze in tutto il mondo e in situazioni ben diverse. Oggi a lui chiediamo i consigli tecnici per affrontare questa splendida avventura che ci aspetta dal 30 novembre al 7 dicembre.
Mirko, si va nel deserto e la cosa che più affascina, anche se non ci sarà solo quella, è la sabbia. Come si approccia questo tipo di terreno?
Sicuramente la sabbia è caratterizzante, ma per me l’elemento più importante, il primo di tutta la gara, è l’acqua. Di tutte le problematiche che si possono verificare la cosa più importante è assicurarsi di avere sempre scorta d’acqua. Vero, ci sono degli waterpoint ogni 30 chilometri, però attenzione fare 30 chilometri nel deserto non è come farli da noi, su asfalto o su un comodo sterrato. In passato mi sono trovato a girare in Nevada, nel deserto, e posso garantire che è tutto un altro pianeta.
Chiarissimo…
Quindi bisogna portarsi dietro più scorte di acqua: almeno due borracce e sicuramente prevedere uno zaino idrico. Ripeto, il vero “pericolo” è l’acqua. Una volta disidratati anche solo del 2 per cento, la prestazione cala del 20 per cento. Capite da soli quanto sia importante.
Parlando di acqua in qualche modo hai posto il biker al centro. L’approccio dipende tutto da lui prima di tutto e poi dagli aspetti tecnici?
L’approccio ad un evento di questo tipo si basa sull’uomo e sulla sua capacità comunque di gestire una giornata intera in bici. Si passeranno tante ore in sella e di conseguenza le capacità principali da sviluppare sono quelle di riuscire a rimanere in uno sforzo aerobico, di alimentarsi in maniera costante. E in questo caso anche a navigare bene: cosa è meglio fare per raggiungere quel waypoint: salire la duna o aggirarla?
E invece cosa si dovrebbe mangiare?
Molta frutta, che si troverà nei waterpoint, qualche barretta con la frutta che viste le zone non sono assolutamente da denigrare, in quanto sono cibi preconfezionati ed è meglio evitare di mangiare crudo. La banana della situazione va bene, perché la sbuccio, però meglio evitare di entrare in contatto con frutti di cui si mangia anche la buccia. Il rischio di avere problemi di stomaco è dietro l’angolo. E poi direi delle gallette di riso: pesano poco, si trasportano bene e sono ricche di carboidrati. Ideali da mangiare prima del via o la sera, meno mentre si pedala. Anche se si useranno delle e-bike, il consumo calorico sarà molto importante. Bisogna abituarsi a mangiare costantemente 3-4 mila calorie al giorno.
Comunque si può stare tranquilli, l’organizzazione ha assicurato un elevato standard di qualità in cucina…
Sì, sì… l’organizzazione porterà il tipico mangiare mediterraneo, quindi pasta, parmigiano, prosciutto. E questo va benissimo anche in funzione del Tembaine Desert Rally, un aspetto in più per godersi appieno questo scenario che sarà molto bello. Già penso a questi tramonti sul deserto….
Mirko, prima hai detto una cosa molto interessante: “Bisogna cercare di restare in una zona aerobica”. Quindi sarà utile anche un cardiofrequenzimetro?
E’ fondamentale. Io tra l’altro da quando ho avuto il problema cardiaco due anni fa, ormai uso solo il cardio e non più i watt. Poi è chiaro che per chi si deve allenare non va bene, ma per aiutarsi nella gestione di uno sforzo nel deserto è utilissimo. Ti permette di capire qual è la tua zona aerobica in maniera rapida e immediata. E non dimentichiamo che i parametri di allenamento cambiano quando si va in un altro ambiente e ci sono condizioni climatiche diverse. Si mette il fisico sotto uno stress maggiore: il cardio è un ottimo monitor in questo caso. I battiti saranno un po’ più alti (soprattutto nelle prime tappe quando si è più freschi, ndr) nel momento in cui si alzerà la temperatura e il rendimento si abbasserà. Ripeto, ci sono parecchi tratti oltre i 25 orari da fare a motore spento, meglio farli senza andare in acido lattico.
Passiamo ad aspetti più tecnici.
Per quanto riguarda la bici, non serviranno gomme ipertassellate: le fatbike lo insegnano. Per galleggiare sulla sabbia serve un buon volume d’aria per non affondare e poco tassello per avere scorrevolezza. Ne parlavo giusto con alcuni ragazzi che prenderanno parte al Tembaine Desert Rally: date le caratteristiche tecniche del percorso, ovvero anche tanta pianura battuta in cui si gira “fuori motore” forse è più efficiente una e-bike di nuova concezione, una e-bike light, piuttosto che una standard 250 watt, in quanto il motore si sfrutta principalmente nei tratti sabbiosi.
In pratica il dubbio è: avere una bici con più autonomia della batteria ma più pesante, o una più leggera e performante ma con una batteria più piccola?
Esatto, alla fine. E’ un bel punto di domanda al quale non so ancora dare una risposta precisa. E’ vero anche che oggi lo sviluppo di questi mezzi è stato enorme. Ricordo che ho fatto l’italiano di cross country per e-bike nel periodo del Covid con una bici che aveva il classico motore Shimano da 250 watt, ma che pesava 18 chili. Tecnicamente era 18 chili e 70 Nm. Oggi ci sono motori che sviluppano fino a 90 Nm con dei picchi di watt molto importanti. Nonostante tutto con quella bici ho fatto distanze importanti con 3.000 metri di dislivello. Lo scopriremo!
Altri aspetti legati alle ruote?
Come detto gomme poco tassellate e canale largo sicuramente. Più largo è il canale meglio è. Il top: un canale da 35 millimetri e una gomma con sezione da 2.6”. Non dobbiamo pensare solo alle dune. Mi dicevano che visti i tantissimi chilometri su strade battute, una batteria è sufficiente. Le zone battute infatti sono scorrevoli. Certo, voglio ridere se ci sarà il vento in faccia, ma questo è un altro paio di maniche! Questo Rally ha un imprinting molto agonistico, poi ognuno lo vive come vuole, ma per me deve essere chiaro a chi partecipa, proprio per il fatto che non è previsto un cambio batteria, che la gestione della batteria diventa un elemento molto importante.
Ce lo spiegava anche il patron del Tembaine, Alessandro Bettini: “L’imperativo è conservare la batterie per i tratti più duri” e per questo ogni tappa ha un “sand factor”, che indica quanti chilometri e che tipologia di sabbia s’incontrerà.
Se si resta senza batteria nei tratti sdrucciolevoli e sabbiosi poi è un problema.
Parliamo di posizione in bici. Il Piraz cosa consiglia?
Io sarò lì e sarò un po’ a disposizione dei partecipanti, per una prima analisi biomeccanica, quindi quello che posso fare sul posto per rendere il più piacevole e divertente il Tembaine lo farò. Come ci si posiziona sulla sabbia: tendenzialmente si sposta un po’ il peso indietro per alleggerire l’anteriore e evitare il sottosterzo, che si può avere facilmente sulla sabbia appunto.
E si cambia anche il setup della bici?
Bisogna arretrare un pelo la sella, accorciare l’attacco manubrio e magari avere un manubrio un pochino più angolato, in pratica con le manopole che tirino un po’ indietro. Insomma una piega da Xc, su una bici da enduro. Quando si scende da una duna si porterà il peso un po’ più indietro, appunto per dare peso alla ruota posteriore e lasciare l’anteriore più libero di galleggiare così da poter essere guidato. La guida sarà molto a sensazione. Per il resto a fine tappa una bella lavata e la bici è a posto. Dico questo anche per tranquillizzare i partecipanti sull’utilizzo della bici nella sabbia. L’usura è veramente ridicola e non si mettono a rischio le parti meccaniche.
Tembaine Desert Rally