| 16 Giugno 2024

Sulle tracce di Reinhold Messner. In bici tra i sei MMM

Il ciclista spesso è esploratore. Magari un esploratore intimo, di se stesso. Dall’uscita dietro casa con gli amici, fatta per semplice divertimento o benessere, a quella più estrema e rischiosa, pensiamo ad Alex Bellini o a Lorenzo Barone in qualche modo ci si mette in gioco. Il motore di tutto ciò? Sfida, curiosità, passione. Gli stessi valori che covavano in Reinhold Messner, tra i grandissimi dell’alpinismo.

Tra ciclisti e alpinisti le analogie sono parecchie. E più di qualche volta sono anche le stesse persone. Senza scomodare l’immenso Hermann Buhl, che nel 1952 dalla sua Innsbruck partì in bici alla volta della Val Bregaglia per scalare il Pizzo Badile, molti di loro vanno in bici per allenarsi. Ma nel nostro caso le analogie passano attraverso gli MMM, un punto d’incontro tra queste due figure: il ciclista e l’alpinista.

Reinhold Messner è stato il primo uomo a scalare tutti e 14 gli Ottomila, ma è stato anche esploratore di deserti, scrittore…
Reinhold Messner è stato il primo uomo a scalare tutti e 14 gli Ottomila, ma è stato anche esploratore di deserti, scrittore…

I sei musei

Ma cosa sono gli MMM? Sono i Messner Mountain Museum: vale a dire i sei musei con la montagna come filo conduttore, un progetto ideato dallo stesso alpinista altoatesino. Le sedi di questi scrigni, ognuno di loro a sua volta è un contenitore di grande pregio culturale e architettonico, si trovano in Alto Adige, tranne uno, l’MMM Dolomites, che è situato in Cadore.

Cosa c’entra la bici in tutto ciò? La bici è un mezzo per vivere ancora più intensamente questi musei, è il filo che inanella queste sei perle e che probabilmente con la sua lentezza e la fatica ve li farà apprezzare ancora di più. Di certo gli MMM saranno compresi meglio e contestualizzati nel loro territorio.

«Scoprire i sei musei del circuito MMM significa scoprire le meraviglie paesaggistiche dell’Alto Adige», scrive Messner sul sito dei MMM.

Una sintesi schematica della traccia che da Solda termina al Monte Rite e infila i sei MMM
Una sintesi schematica della traccia che da Solda termina al Monte Rite e infila i sei MMM

Bici e montagna

Ogni Museo, come detto, pone la montagna al centro. A volte la montagna da sola, a volte nel suo rapporto con l’uomo, altre ancora in chiave alpinistica.

Il primo di questi MMM è stato quello di Juval in val Venosta, dedicato al mito della montagna che risale al 1993 ma ha aperto ufficialmente nel 1995. Sette anni dopo è nato l’MMM Dolomites posto sulla fortezza del Monte Rite che ha la roccia e le stesse Dolomiti come argomento portante. Nel 2004 apre i battenti forse il museo più particolare, l’MMM Ortles a Solda, un museo sotterraneo dentro la cima più alta dell’Alto Adige: qui si parla di ghiaccio.

E’ il 2006 quando a Castel Firmiano sorge l’MMM Firmiano, forse il più mistico e intimo anche per Messner stesso. Il suo tema? La montagna incantata. Nel 2011, nel Castello di Brunico apre il museo l’MMM Ripa dedicato ai popoli delle montagne. E infine, quattro anni dopo, quindi nel 2015, a Plan de Corones, proprio sopra a Brunico, nasce la sesta perla: l’MMM Corones, che racconta le imprese dell’alpinismo tradizionale.

E’ questo l’immenso patrimonio di Reinhold Messner, un patrimonio non statico, ma vivo, che fa riflettere, che stimola la mente e magari nuove imprese.

Solda, si parte

E una di queste imprese, chiamiamola così, è quella appunto di andare da un MMM all’altro in bici. Seguendo la direttrice Ovest-Est si parte da Solda e si termina sul Monte Rite: per un totale di 285 chilometri, attraversando strade, valichi e città splendide.

L’MMM Ortles è posto a 1.900 metri di quota, alle pendici dell’Ortles stesso. Dall’esterno, specie d’inverno si scorge solo l’ingresso, poi si entra nella montagna nel vero senso della parola. Si resta incantati dalle immagini e dal museo stesso.

Da Solda, il percorso che conduce verso l’MMM Juval è dolce viaggio in discesa lungo la Val Venosta e la pista è proprio la Ciclabile della Val Venosta. A parte nel primo tratto, che di fatto è il mitico Passo Stelvio, questo sì che è un “museo a cielo aperto” per i ciclisti: fino a Prato allo Stelvio si pedala su strada, poi s’imbocca questa ciclabile tutta in discesa. Di tanto in tanto ci sono dei “bici grill”, dove magari gustare delle mele o una fetta di strudel. O anche un birra! Qui c’è la patria della mitica Forst!

L’unico momento in cui si lascia la ciclabile è quando si deve salire verso il Castello Juval: circa 3 di chilometri di salita.

Terminata la visita, si torna sulla Ciclabile della Val Venosta che, giunti a Merano, diventa ciclabile della Val d’Adige per arrivare dritti, dritti a Castel Firmiano, per l’MMM Firmian.

I chilometri percorsi sin qui sono poco più di 100, questo è il punto più basso del viaggio ed è anche quello dove s’incontrano l’Adige e l’Isarco. Il Castello sorge su un’immensa roccia proprio tra questi due fiumi.

Da Firmiano a Brunico

Il percorso è ancora lungo, ma anche ricco. C’è tanto da scoprire negli MMM e da osservare strada facendo. Ma se i tre musei visitati sin qui vi hanno insegnato qualcosa, avrete capito che non bisogna avere fretta. Il segreto è tutto qui. 

E anche Messner ve lo ricorda: «Nelle mie imprese alpinistiche ho sempre fatto un passo alla volta. Se vuoi spostare più in là i confini devi camminare adagio, con passo costante e pacato, a grado a grado. Chi corre saltando i gradini, prima o poi inciamperà».

Una visita a Bolzano non è male, in alternativa si può pedalare in direzione di Bressanone, altra perla dell’Alto Adige e della Valle Isarco. Qui, i più temerari potrebbero raggiungere Brunico scalando il Passo delle Erbe. Si tratta di un valico tanto bello, poco conosciuto, che regala scorci che lasciano senza fiato sulle Odle, sulla Plose, su Bressanone, il Renon, lo Sciliar… E’ un valico duro, spesso le pendenze sono oltre il 10 per cento, verdissimo. E anche la discesa verso la Val Badia è alquanto tecnica.

Chi opta per una pedalata più dolce non deve far altro che proseguire dritto: quindi da Bressanone puntare verso l’ingresso in Val Pusteria e Brunico. Si prende quota lentamente. Dopo Bressanone il paesaggio torna ad essere di vera montagna.

L’MMM Ripa accoglie il ciclista quasi per primo. Svetta su Brunico, castello medioevale del 1271. La sua storia tumultuosa l’ha portato oggi ad ospitare questo museo dedicato ai popoli della montagna. Ripa in lingua tibetana è l’unione di due parole: “ri”, montagna. E “pa”, uomo.

La meta successiva è l’MMM Corones che sorge a 2.275 metri di quota. La vista sulle Dolomiti e non solo è mozzafiato. Chi ha una bici adatta, una gravel o una mtb, e gambe d’acciaio può provare a salire a Plan de Corones, con le sue forze per scoprire il museo dedicato all’alpinismo. L’alternativa è la cabinovia.

Arrivo al Monte Rite

Da Brunico al Monte Rite, dove sorge il sesto ed ultimo museo, l’MMM Dolomites, i chilometri sono poco più di 90. La cosa più incredibile è che nonostante si sia nel cuore delle Dolomiti il percorso è abbastanza abbordabile. 

Si sale lungo la ciclabile della Val Pusteria, costeggiando il trenino e solcando paesini incantevoli: Valdaora, Villabassa, Dobbiaco. Da qui, svolta a destra, ed ecco un’altra pista di una bellezza stupefacente: la ciclabile Cortina-Dobbiaco, in questo caso Dobbiaco-Cortina. Si lambiscono due laghi (Dobbiaco e Landro) e a Carbonin si ha persino la possibilità di ammirare le Tre Cime di Lavaredo. Una volta in cima al Passo Cimabanche, si entra in Cadore. Ora la provincia è quella di Belluno.

Si scende fino ai 1.025 metri Cibiana di Cadore e da lì si risale a 2.181 metri del Monte Rite. La scalata non è impossibile e a 7 chilometri dalla meta, una volta giunti in cima a Forcella Cibiana c’è una svolta a destra. Il tutto diventa ancora più bello. Questa strada infatti è chiusa al traffico veicolare, ad esclusione delle navette del museo che fanno la spola. Il mezzo migliore per questo tragitto è una gravel bike visto che si tratta di una strada sterrata.

Sterrato, dunque rocce, come rocce sono l’argomento dell’MMM Dolomites, il cui museo è allestito in un forte della Grande Guerra. Qui si racconta la storia dell’esplorazione e dell’alpinismo dolomitico. E qui termina il nostro viaggio.

Per oltre 220 chilometri di pedala su piste ciclabili, quindi in grande sicurezza. Piste ricche di servizi dedicati ai ciclisti. Così come dedicati ai ciclisti sono i numerosi hotel (qui una lista di strutture specifiche) proprio al lato delle stesse piste ciclabili. Non resta dunque che mettersi in viaggio per scoprire gli MMM.

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