Un territorio e una Gran Fondo. Il ciclismo dei grandi è passato e tutt’ora lo fa tra le strade marchigiane colpite dal terremoto del 2016. Una ripresa lenta che tutt’ora va avanti e riparte da Camerino per il secondo anno attraverso la manifestazione ciclistica Terre del Varano.
Un momento per godere dei paesaggi ma anche per tornare in posti come la zona rossa di Camerino ed essere catapultati in quei tragici momenti di panico che oggi vengono testimoniati delle assi di legno alle finestre. Quello del maceratese è un luogo che rappresenta le bellezze del centro italia e che è amico della bici.
Tra le sfide di questo evento in programma il 10 luglio ci sono: promozione del territorio, lotta al doping, ripartenza e accessibilità per atleti con disabilità. Un’unione di intenti che fa di questa Gran Fondo una motrice e un esempio da replicare. Per capire i retroscena e l’impegno per l’organizzazione abbiamo chiesto a Francesco Jajani, Presidente della società organizzatrice Avis Frecce Azzurre di Camerino.
Immersi nel territorio
Qualunque sia il numero dei partecipanti quando si parla del territorio maceratese, ogni ciclista che calca questo strade si accorge del contesto bello e naturale.
«Il territorio rimane il motore trainante – dice Jajani – per la promozione di questo territorio. La nostra priorità è la sicurezza. Siamo i primi ad essere innamorati del territorio. Il nostro è un percorso davvero duro. Sono itinerari costruiti ciclisticamente ad hoc per essere affascinanti».
«Si arriva a Camerino – prosegue – in centro nella sua magnifica piazza. Tutt’ora zona rossa e con le assi di legno sulle finestre. Siamo stati la prima manifestazione l’anno scorso ad arrivare in centro è stato qualcosa che da un atmosfera surreale. Bello ma allo stesso tempo toccante. Ottocento metri tutti in pavé tutti in salita dove vinse Michele Scarponi nel 2009 (Tirreno-Adriatico). Stradine medievali in salita per poi arrivare nella piazza che si allarga.
La Gran Fondo
Per esaltare e far conoscere un contesto fatto di sofferenza e bellezza la Gran Fondo Terre dei Varano è l’evento che ogni anno porta un migliaio di persone sulle strade. Il percorso infatti è affascinante e caratteristico.
«La salita di Sassotetto – spiega il Presidente Jajani – è una delle più caratteristiche delle Marche dove la Tirreno-Adriatico passa in maniera ricorrente. Poi ancora, il Lago di Fiastra, un bacino artificiale che si trova in altitudine appena sotto la montagna. La salita del Monastero che si fa con il percorso Classic oggetto di passaggio anche dei pro’. Una terrazza naturale che si affaccia sul lago che ha una bellezza incantevole, un paesaggio che lascia senza parole».
«Quella dell’altopiano – continua – è una salita non impegnativa ma costante e lunga che richiede attitudine allo sforzo e resistenza, accompagnata da una flora rigogliosa. Per poi arrivare all’altopiano dove c’è l’abbazia che si trova sotto i Monti Sibillini, con alle spalle la cintura delle montagne appenniniche. Chiaro che i ciclisti che ci passano lo apprezzano fino a un certo punto perché sono pancia a terra. Ma si crea un input per un potenziale ritorno per allenarsi e godere del territorio».
La bici per il turismo
Le due ruote sono più che riconosciute come veicolo di turismo. Sempre più regioni ne stanno capendo l’importanza e stanno adeguando le proprie strutture alla ricezione.
«Il territorio si presta – dice Jajani – la popolazione è accogliente. Noi in prima persona ci stiamo adoperando con iniziative e strutture per renderlo ancora più amico della bici e accogliente. Il territorio è ricettivo, e dopo il terremoto si è enfatizzato ancora di più la necessità di ottimizzare quello che ci circonda».
«Il cicloturismo – racconta – è sicuramente un volano per questo aspetto. Stiamo posizionando le prime pietre per il futuro. La manifestazione sta veicolando e dando una certa consapevolezza che si può creare qualcosa di concreto. I ciclisti vengono da 18 regioni su 20 e questo ci da una motivazione in più per fare sempre meglio».
Testimonial
Oltre alle due ruote classiche, Terre dei Varano è vicina anche allo sport per atleti con disabilità. «La partecipazione – spiega il presidente – per questi atleti è infatti gratuita ed è un aspetto su cui vogliamo impegnarci. Stiamo lavorando per renderla più accessibile e fruibile. Luca Panechi è un nostro testimonial, ex ciclista che dopo un brutto incidente è costretto su una sedia a rotelle. E’ un esempio perché scala le salite a bordo della sua nuova due ruote abbattendo ogni limite».
Una filosofia che abbatte ogni barriera e sorride alla vita, come faceva Michele Scarponi che proprio di questa competizione è stato testimonial. Su queste strade vinse e si allenava in maniera ricorrente.
Ancora oggi infatti il legame con la città è forte e a rapprsesentarlo c’è il fratello Marco che porta vanti tutto ciò che Michele aveva imparato a farci conoscere, come la sua interpretazione delle due ruote e della vita.
No al doping
Un’altra lotta imperterrita e ricorrente è quella contro il doping. Infatti questa competizione non si è mai tirata indietro in quanto a metterci la faccia e a portare avanti una filosofia ben definita.
«Nel nostro regolamento fin dalla nascita di questa manifestazione abbiamo sempre avuto l’invito come vincolo per l’iscrizione. Questo per tutelarci da chi avesse avuto nel passato o nel presente condanne per doping. Per noi la bici è corretta e genuina e deve premiare chi la rispetta. Con il passaggio alla non obbligatorietà della normativa etica, abbiamo deciso di mantenerla ed applicarla. Purtroppo ci sono state complicanze e malumore da parte di qualche nostro ex collaboratore esterno che voleva che fosse revocata anche nel nostro regolamento. Tuttavia per nostra filosofia e integrità abbiamo deciso di conservare questa clausola di cui siamo convinti e fieri».