Un elmo da oplita greco: è questo il logo della Rotta dei Due Mari. Stradine tra muretti a secco, uliveti e colline dolci… avrete capito che siamo ancora una volta in Puglia. Questo itinerario è uno dei più in rampa di lancio tra quelli italiani.
Il motivo? E’ presto detto. Non è un percorso difficile, è molto bello, si mangia benissimo e ha una distanza che non è estrema. In bici si può fare anche in una sola giornata... Perché a volte è anche giusto proporre escursioni che non siano estreme, ma rilassanti. In cui la bici è benessere.
Si parte dall’Adriatico…
Il percorso va da Polignano a Mare a Conversano. Da qui, il tracciato della Rotta dei Due Mari si allunga per circa 90 chilometri (ma con alcune piccole variazioni si può arrivare anche a 130 km) fino a Taranto, tagliando in diagonale la Puglia più autentica.
I primi chilometri scorrono tra ulivi secolari e strade bianche, nel silenzio della campagna e tra i profumi della macchia mediterranea. Il fondo è misto, ideale per le e-bike o le bici gravel, ma adatto anche a chi vuole pedalare con calma, senza fretta.
Il primo grande punto di interesse è rappresentato dalle Grotte di Castellana, che meritano una deviazione e una visita. Un mondo sotterraneo di stalattiti, colori e silenzi profondi che regala emozioni inaspettate. Dopo Castellana, il percorso si addentra sempre più nella Valle d’Itria, con i suoi declivi morbidi e i trulli che iniziano a comparire tra i vigneti e gli orti. E’ una pedalata lenta, quasi meditativa, che porta fino ad Alberobello, cuore della prima metà del viaggio. Qui si impone una sosta: il borgo, patrimonio UNESCO, è un labirinto di pietra, con tetti a cono e storie antichissime.
E si arriva sullo Ionio
Lasciata Alberobello, si prosegue verso sud-ovest lungo il crinale dell’altopiano della Murgia. La Rotta dei Due Mari si snoda ora verso Martina Franca, cittadina barocca dove il bianco delle facciate abbaglia e i balconi fioriti impreziosiscono ogni angolo. Vale la pena fermarsi per visitare il centro storico e la Basilica di San Martino, ma anche per assaggiare le specialità locali. Da qui si comincia a scendere, lasciandosi alle spalle la Valle d’Itria.
Il paesaggio muta: i campi coltivati lasciano spazio a distese più selvagge, macchia bassa e tratti di bosco. Si entra nel territorio di Crispiano, noto per le sue “cento masserie”, che testimoniano la lunga tradizione agricola e pastorale di questa zona. Non a caso i “nodini” sono le perle di questa parte della Puglia: mozzarelle piccole e saporitissime. Qui la pedalata assume un tono più avventuroso, con saliscendi continui e un’atmosfera più selvaggia. A fare da cornice, il Vallone Lizzitello, profondo solco carsico che segna il passaggio verso la provincia di Taranto.
L’arrivo al Mar Piccolo, con la Grande Panchina affacciata sul panorama costiero, è il coronamento perfetto. La vista si apre sull’acqua e sulle isolette, e l’aria di salsedine accompagna gli ultimi metri della Rotta, fino alla consegna del “Passaporto”, piccolo ma significativo ricordo per chi ha completato l’intero tragitto.
Tra gusto e cultura
Uno dei punti di forza di questo itinerario è la ricchezza dei luoghi attraversati. Oltre alle Grotte di Castellana e ai trulli di Alberobello, si scoprono piccoli borghi e bellezze architettoniche sparse, come le dimore storiche di Martina Franca o le chiese rupestri nella zona di Crispiano. Ogni paese ha qualcosa da raccontare e il tempo speso per una sosta è sempre ben ripagato.
Dal punto di vista gastronomico, la Rotta dei Due Mari è una vera festa: orecchiette fatte a mano, verdure grigliate, formaggi stagionati, salumi locali. Su tutti, il celebre capocollo di Martina Franca, presidio Slow Food, ma anche l’olio extravergine delle masserie e i vini bianchi leggeri della Valle d’Itria.
Molte strutture lungo il percorso offrono degustazioni, pranzi all’aperto e anche di “cooking class” per chi vuole approfondire le tradizioni culinarie del territorio. Ogni pedalata può diventare una scoperta: un campo di pomodori secchi, una bottega con conserve fatte in casa, una nonna che impasta sul tavolo all’ingresso. E’ un’esperienza multisensoriale, dove il gusto si intreccia con il paesaggio e con la lentezza del viaggio.
Masserie, perle pugliesi
Una delle peculiarità della Rotta dei Due Mari è la rete di accoglienza che la sostiene. Le masserie sono il cuore pulsante di questa ospitalità: strutture storiche spesso ristrutturate con gusto, che offrono camere, pasti tipici, esperienze culturali. Una di queste, di cui già vi avevamo parlato è la Masseria AuraTerrae. A Crispiano, in particolare, le cosiddette “cento masserie” formano un vero e proprio distretto rurale, dove dormire significa entrare in contatto con la storia del territorio. Alcune offrono anche servizi specifici per i cicloturisti: ricovero bici, lavanderia, colazione energetica, transfer.
E’ anche grazie a questa rete che la Rotta dei Due Mari è ormai un itinerario cicloturistico di riferimento nel Sud Italia. Non solo per la bellezza dei luoghi attraversati, ma per il modello di sviluppo che rappresenta: sostenibile, lento, autentico. Un esempio di come il cicloturismo possa valorizzare territori meno conosciuti, generando economia e cultura diffusa.
Un riferimento ufficiale è quello dei ragazzi di Crispiano, Taranto, che appunto tramite il sito www.larottadeiduemari.it forniscono informazioni preziose.
La Rotta dei Due Mari è molto più di una traccia GPX: è un’idea di viaggio, una dichiarazione d’intenti, un invito a conoscere la Puglia pedalando. E ogni volta che si completa il percorso, il Passaporto ricevuto non è solo un ricordo: è la prova di avere vissuto qualcosa di unico, in armonia con la natura e con la storia.