| 17 Maggio 2025

Altro che pesce povero: la triglia è una miniera

Capita spesso, al banco del pesce, di restare bloccati nella solita routine. Merluzzo, orata, salmone e tonno sono pesci noti, che piacciono a tutti e sono facili da cucinare, ma il mare ci offre molto di più. Tra le varietà che rischiano di essere dimenticate, c’è la triglia. Un pesce osseo dalla carne tenera, un sapore ricco ma delicato, con un prezzo ancora accessibile e, soprattutto, dalle ottime proprietà nutrizionali.

La triglia e lo sport

Dal punto di vista nutritivo, la triglia è un’alleata preziosa per l’atleta e il benessere in generale, favorendo una buona funzionalità cardiovascolare e contrastando l’infiammazione. Questo pesce è infatti un’ottima fonte di proteine di buona qualità e di grassi insaturi, tra cui gli omega 3, che rappresentano circa il 18% del contenuto lipidico totale. 

Non mancano neppure le vitamine. Due filetti di triglia (circa 100-120 g) coprono ampiamente il fabbisogno giornaliero di vitamina B12 e di vitamina D, un nutriente fondamentale per il benessere osseo, il sistema immunitario e le performance muscolari. Contengono inoltre niacina (vitamina B3), in quantità simili a quelle apportate da 100 g di petto di pollo, contribuendo al buon funzionamento del metabolismo energetico e del sistema nervoso. Infine sono contenuti anche minerali come il calcio e una discreta quantità di selenio. Un oligoelemento, spesso carente nelle diete moderne, essenziale per la funzione tiroidea, la protezione dallo stress ossidativo e la fertilità. 

Sono due le tipologie di triglia: quelle di scoglio e quelle di fango (depositphotos.com)
Sono due le tipologie di triglia: quelle di scoglio e quelle di fango (depositphotos.com)

Due specie differenti

Oltre all’aspetto nutrizionale, vale la pena conoscere meglio le differenze tra le due principali varietà di triglia che si trovano nei mercati, ovvero quella di scoglio e quella di fango.

La prima ha carni più sode e saporite, una pezzatura leggermente più grande e un prezzo mediamente più alto, soprattutto se pescata nel Mar Ligure o nel Tirreno. La seconda, più economica, proviene spesso dall’Adriatico, dal Golfo di Taranto o dall’alto Ionio. E’ più tenera e delicata, perfetta per preparazioni in cui il pesce viene usato come base per sughi.

Sfilettare la triglia richiede manualità e attenzione (immagine giallozafferano)
Sfilettare la triglia richiede manualità e attenzione (immagine giallozafferano)

Come togliere la lisca

Una delle paure più comuni legate al consumo della triglia riguarda le lische, che possono scoraggiare i meno esperti, ma con un po’ di manualità e qualche trucchetto, si possono mangiare serenamente. Talvolta è possibile richiedere il pesce direttamente sfilettato, in caso contrario, imparare non è impossibile. Per fare meno fatica saranno essenziali: un coltello adatto ben affilato, delle pinzette per estrarre le lische e del pesce veramente fresco, con ancora la carne piuttosto consistente. 

Se le prime volte non si riuscirete a ottenere dei filetti perfetti, li potreste usare per preparare del ragù di pesce o delle deliziose polpette. Basterà far cuocere i pesci poi, con un po’ di pazienza, schiacciare delicatamente con una forchetta la carne e, aiutandosi con le mani, verificare al tatto che non siano rimaste delle lische. E’ un metodo semplice e casalingo ma efficace, utile se vogliamo portare in tavola la varietà dei nostri mari senza essere degli chef.

Un’altra idea facile ma gustosa e molto profumata è cuocerla al cartoccio, con qualche fetta di limone, un filo d’olio e un rametto di erbe aromatiche. Se invece riuscite a ottenere dei bei filetti, potreste sbizzarrirvi con abbinamenti gourmet, come quello con un guazzetto di cozze (immagine di apertura). 

Spesso al banco del pesce, la triglia viene sottovalutata, ignorandone la ricchezza (depositphotos.com)
Spesso al banco del pesce, la triglia viene sottovalutata, ignorandone la ricchezza (depositphotos.com)

Non una seconda scelta

La triglia è quella che a prima vista può sembrare una seconda scelta, ma che si rivela un’opzione sorprendente per il benessere: economica, saporita ed altamente digeribile. 

Che sia cotta al cartoccio con aromi, usata per un sugo saporito o trasformata in polpette croccanti, la triglia merita un assaggio. Soprattutto se siete alla ricerca di qualcosa di buono, diverso dal solito e con un autentico sapore di mare.

Insomma, la prossima volta che andrete in pescheria, spero guarderete con occhio diverso questo pesce e che, incuriositi, ve ne porterete a casa un po’ per cena.

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