Dopo aver toccato l’argomento con Marta Bastianelli, torniamo a parlare di idoneità medica per lo sport. E stavolta lo facciamo con un occhio incentrato sul “post Covid” con l’ausilio del dottor Nino Daniele, medico di una delle squadre più importanti al mondo, la Lidl-Trek. Anche su bici.PRO avevamo affrontato l’argomento con lui, ma quella sede lo avevamo fatto da un punto di vista strettamente agonistico. Stavolta ci rivolgiamo a chi pratica sport a livello amatoriale.
La salute resta centrale nello sport e, chiaramente, anche nel ciclismo. Negli ultimi anni si sono verificati diversi casi di atleti costretti a interrompere l’attività o, nei casi peggiori, che hanno trovato la morte. Questo fenomeno è aumentato soprattutto dopo il Covid, e per questo motivo la visita di idoneità sportiva diventa ancora più importante. E per questo il dottor Daniele, oltre a tutto quello che leggerete in anteprima, ricorda che: «Un’accurata visita cardiologica non dovrebbe mancare, almeno una volta l’anno».
Pro’ o amatori: visita fondamentale
Se parliamo di atleti di altissimo livello, come i professionisti, i cambiamenti indotti dal Covid ci sono stati, ma tutto sommato sono stati relativamente contenuti. Stiamo parlando di una “popolazione” ridotta, giovane, forte, super allenata e monitorata costantemente. Il discorso cambia e diventa ancora più importante quando ci si riferisce a persone comuni, che praticano sport principalmente per svago, sia a livello agonistico che per semplice benessere.
«Se parliamo di atleti professionisti – spiega Daniele – ci riferiamo subito a un protocollo e a una tipologia di visita già di per sé importante e ben strutturata. Nel nostro team abbiamo sempre effettuato visite complete, che andavano oltre il protocollo stabilito. Oltre agli esami di base come visita generale, spirometria e analisi delle urine, eseguiamo anche ecocardiogramma ed elettrocardiogramma sotto sforzo. Tuttavia, questa attenzione particolare dovrebbe essere adottata anche dai ciclisti non professionisti. Spesso la visita medico-sportiva viene fatta solo per ottenere il certificato necessario a gareggiare e non per reale interesse verso la propria salute e la prevenzione».
Prevenzione più importante
Dopo il Covid sono stati riscontrati molti casi di miocarditi e pericarditi, e anche influenze e bronchiti hanno richiesto più tempo per guarire, poiché la pandemia ha spesso lasciato strascichi. Diventa quindi necessario un occhio di riguardo, specialmente per chi ha superato i 40 anni.
«Esistono due livelli di visite, di primo e secondo livello, ossia per under e over 40 anni – spiega Daniele – per chi ha superato i 40 anni e desidera l’idoneità agonistica, la visita corretta prevede: visita generale, spirometria, analisi delle urine, elettrocardiogramma a riposo e test ergometrico massimale al cicloergometro (o sul tapis roulant, ndr). E non bisogna fare meno, anzi… Il CONI ha fornito indicazioni per esami più approfonditi del cuore. Questo protocollo è essenziale. Una visita seria e ben fatta non dura meno di 45 minuti».
Una visita che dura almeno 45 minuti potrebbe sembrare scontata, ma non lo è. Come dice Daniele, molte persone “vogliono solo il pezzo di carta”, e anche alcuni centri medici tendono ad accelerare le pratiche. Un’altra cosa da non sottovalutare è che il certificato medico agonistico può essere rilasciato esclusivamente da medici specializzati in medicina dello sport.
Italia all’avanguardia
In questo ambito l’Italia è all’avanguardia: già dal 1982 impone la visita e il controllo medico per chi pratica sport a livello agonistico.
«In alcune nazioni – spiega Daniele – esistono parametri diversi. In alcuni paesi, il certificato di idoneità agonistica non è previsto. Ad esempio, negli Stati Uniti non è obbligatorio presentare un certificato per gareggiare. In altri paesi, invece, come in Italia, ma anche in Spagna, Andorra e Belgio, è obbligatorio ottenere l’idoneità agonistica per ottenere una tessera».
«Senza dubbio – conclude Daniele – l’esame più importante è l’ecocardiogramma. Considerando in particolare le complicanze provocate dalle prime due ondate di Covid, questo esame permette di approfondire eventuali danni al cuore, come cicatrici da miocardite. Se queste cicatrici sono presenti, l’esame le evidenzia. Per questo è un esame fondamentale. È altrettanto importante che il medico sportivo abbia uno storico e una buona anamnesi del paziente. “Quante volte ha avuto il Covid? Con quale quadro clinico? Com’erano gli esami dopo ogni ondata?”».