La moda del momento? Sicuramente, visto che se ne parla continuamente, ma il grounding ha un suo fondamento. E’ da molti considerato uno stretto parente dello yoga, anche se ha preso una sua direzione richiedendo un limitato impegno fisico ma un forte lavoro sulla percezione di se stessi. Pochi sanno però che può essere applicato al ciclismo, anche se sembra una contraddizione perché alla base del grounding c’è il pieno contatto del corpo con la terra.
Le tecniche di “radicamento”
Cos’è il grounding? Possiamo considerarlo una tecnica terapeutica legata alla piena riconnessione con se stessi e la natura. Già nella parola, traducibile in “radicamento”, c’è la sua essenza, ossia la riconnessione con le nostre radici, applicando la piena percezione del nostro contatto con il terreno. E’ stata ideata da Alexander Lowen, padre dell’analisi bioenergetica e ha la finalità di ritrovare la propria centralità, concentrandosi sul momento per ridurre le condizioni di stress e quindi combattere i disturbi di ansia che possono sfociare in attacchi di panico.
Gli esercizi di base sono quanto mai semplici: basta ad esempio camminare sull’erba a piedi nudi, fermarsi e restare in piedi, a occhi chiusi, cercando di rilassare i muscoli del corpo. Ascoltare il proprio respiro, concentrandosi sull’immissione dell’aria nei polmoni e il suo rilascio. Percepire il contatto dei piedi con il suolo. Sentire il peso del proprio corpo sulle gambe, sui piedi, sulla terra. Immaginare che i piedi diventino un tutt’uno con il terreno, come fossero le radici di un albero. Concentrarsi sui nostri sensi, ad esempio, sempre ad occhi chiusi, ponendo attenzione su tutto quel che possiamo sentire, anche rumori comuni ma a cui normalmente non facciamo caso.
La consapevolezza del proprio essere
Il grounding può essere considerato la tecnica della consapevolezza e rientrare in quella più ampia categoria del “mindfulness”. C’è a tal proposito una bellissima serie Tv Netflix, “Inspira, espira, uccidi” dove il personaggio principale applica le sue tecniche, apprese da uno psicologo, per migliorare la sua vita. Quei pochi principi enunciati al suo interno sono una semplice quanto efficace guida valida per tutti.
Come dicevamo all’inizio il grounding sviluppa tecniche di contrasto allo stress quotidiano attraverso semplici esercizi, che possono essere applicabili anche nel mondo del ciclismo. Come ha fatto ad esempio Luis Enrique, l’attuale tecnico del Paris Saint Germain campione d’Europa di calcio, grande appassionato delle due ruote. I principi di partenza non cambiano: aumentare la consapevolezza del corpo e della sua posizione nello spazio, stabilizzare il movimento. Attraverso la bici questo può servire per migliorare la coordinazione, l’equilibrio, la stabilità e la complessiva performance. Una tecnica utile per qualsiasi uso si faccia della bici.
Il contatto fra piedi e pedali
Il primo passo per la sua applicazione alle due ruote passa sempre per la focalizzazione sui piedi: durante la pedalata, bisogna concentrarsi sul contatto che i piedi hanno con i pedali, con il loro movimento circolare e continuo, puntando a mantenere la posizione corretta evitando movimenti indesiderati.
Secondo passo: sentire il peso del proprio corpo, concentrare la propria attenzione sulla distribuzione del suo peso, puntando a mantenere un equilibrio stabile sulla sella analizzando mentalmente ogni singola parte del proprio corpo e la sua posizione sopra il mezzo.
La cura della respirazione
Non manca una particolare attenzione al respiro: durante la pedalata bisogna concentrarsi sul suo ritmo perché questo aiuta a mantenere la calma e la concentrazione focalizzandosi sulla coordinazione dei movimenti del corpo.
Anche attraverso la bici si può raggiungere la consapevolezza del radicamento del corpo, anche se non c’è un contatto diretto fra i piedi e la terra. Pensiamo di sfruttare al meglio il contatto che le ruote hanno con il terreno pensando ad esse come propaggini del nostro essere, aumentando in questo modo la nostra sensazione di stabilità.
Un valido aiuto contro lo stress
Attraverso quest’ultimo passo, pensiamo a mantenere una postura corretta, con la schiena dritta e le spalle rilassate. In questo modo avremo un valido aiuto nel miglioramento della performance riducendo al contempo il rischio di infortuni. Può sembrare, tutto ciò, molto semplice e basilare, ma i benefici sono comprovati: la piena connessione tra mente e corpo consente di rendere i movimenti più fluidi e precisi aumentando la resa della pedalata e il miglioramento della coordinazione e dell’equilibrio. Progressivamente sentiremo la tensione del proprio corpo sciogliersi, lo stress fisico e mentale svanire, acquisire una maggiore consapevolezza del proprio fisico e conseguentemente migliorare i nostri risultati. Sono tecniche valide per ogni livello di allenamento, ma che daranno frutti anche nella vita quotidiana.