Langhe, Monferrato. Roero, Piemonte, cicloturismoLanghe, Monferrato. Roero, Piemonte, cicloturismo

| 9 Dicembre 2025

Bikeland, assaggi di Piemonte in salsa gravel

Langhe, Monferrato e Roero raccontano tre aree geografiche del Piemonte già forti per l’enogastronomia, che hanno ora identificato nel cicloturismo una nuova chiave di sviluppo. E’ nato un Club di Prodotto Bike che ha raccolto gli operatori interessati. E’ stato stilato un disciplinare progressivo: la base minima per aderire e una serie di step successivi per salire di livello. Il sito internet dell’ente del turismo si è riempito di proposte e percorsi. E in breve si è composto un ecosistema dal nome di Bikeland in cui la bicicletta è pretesto e strumento di raccordo fra pubblico e offerta turistica.

Buona parte del merito va attribuita a Bruno Bertero, direttore dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero. Basta sentirlo parlare per capire che il ciclismo scorra in abbondanza nelle sue vene. E basta approfondire il discorso per scoprire che in precedenza ha lavorato allo sviluppo di una struttura quasi irripetibile: la Ciclovia Alpe Adria Radweg in Friuli Venezia Giuli. Il direttore è molto impegnato, ci dicono, ma in questa intervista sarebbe andato avanti a oltranza. E fra i tanti progetti, uno lo scalda in modo particolare: la Ciclovia Svizzera Mare, che da Locarno arriva a Ventimiglia, passando per il suo Piemonte.

Langhe, Monferrato. Roero, Piemonte, cicloturismo, Bruno Bertero
Prima di diventare direttore dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Bertero era marketing manager di Promoturismo FVG
Prima di diventare direttore dell'Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Bruno Bertero era marketing manager di Promoturismo FVG
Prima di diventare direttore dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Bertero era marketing manager di Promoturismo FVG
Direttore, come mai tanto interesse sul prodotto cicloturistico?

Per esigenza di questa parte di Piemonte, che è sempre stato fortemente stagionale e concentrato sull’autunno per il tema enogastronomico. Confiniamo con le province di Torino, di Asti e di Alessandra. Un territorio incastrato nel cuore del Patrimonio Unesco, fra colline dolci, con medie pendenze. E’ sempre stato considerato la patria dell’enoturismo, ma quello che è cambiato in questi anni è che parte di concentrazione del turismo del terzo quadrimestre si è spostata sempre di più sul secondo quadrimestre. Consideriamo che questo raccoglie quasi il 50 per cento delle presenze, con un tempo di permanenza medio di tre giorni, superiore rispetto agli altri due quadrimestri.

In cosa si traduce?

Il turista ha bisogno di fermarsi, viene su questo territorio per fare delle cose. E che cosa fa quando arriva? Mediamente va in bicicletta o si sposta a piedi, oltre al fatto di rilassarsi e stare nelle strutture ricettive, con le piscine e tutto il resto. Abbiamo constatato una crescita evidente, tanto che ora uno dei temi principali sono i servizi per i ciclisti e tutto il tema legato alla ricettività che li riguarda.

Il cicloturista che sceglie questo angolo di Piemonte ha spesso cose da fare: non è un turismo morti e fuggi
Il cicloturista che sceglie questo angolo di Piemonte ha spesso cose da fare: non è un turismo morti e fuggi
E’ un afflusso spontaeno o la conseguenza di strategie?

E’ stata la pandemia, c’è poco da fare. Ha lasciato nella testa il concetto che nelle grandi capitali del turismo mondiale ci sono concentrazioni in qualche modo da evitare. Tutti vanno a Barcellona o Parigi, però se hai il senso della vacanza nel senso della salubrità, della salute, dell’outdoor, allora cerchi territori come questi. E’ sicuramente un bel retaggio della pandemia e, in questo contesto, il mondo bike è in forte crescita, anche grazie ad alcune coincidenze.

Ad esempio?

E’ arrivata l’e-bike, che ha riunito le famiglie. La muscolare era per il marito o per la moglie e il resto della famiglia stava a casa ad aspettare. Oggi invece con una bicicletta elettrica, moglie e marito possono fare insieme quel che non facevano prima. E credo che questo sia uno dei significati più belli. In più la e-bike ha reso facile la bicicletta anche agli over 60, che magari avevano smesso di andare in bicicletta e ora possono tornarci. Anche questo è un fattore di cui tenere conto, lo abbiamo visto chiaramente nell’Alpe Adria.

Che cosa avete visto?

Ho lavorato per dieci anni in Friuli Venezia Giulia. L’Alpe Adria Radweg di fatto porta più di 350.000 ciclisti all’anno, che appartengono al segmento che ho appena descritto. Quindi over 65 con biciclette elettriche e con grandi servizi al seguito: bus, navetta, carrello, massaggiatore, meccanico, tutte quelle cose che rendono la bicicletta piacevole anche per chi è avanti con gli anni.

Bertero ha le idee chiare: la promozione verterà soprattutto sul mondo gravel
Bertero ha le idee chiare: la promozione di questa parte di Piemonte verterà soprattutto sul mondo gravel
Bertero ha le idee chiare: la promozione di questa parte di Piemonte verterà soprattutto sul mondo gravel
In che modo gli operatori della vostra zona hanno aderito ai disciplinari proposti con il Club di Prodotto?

C’è bisogno di dialogo perché c’è una pigrizia di fondo. Si perde di vista il fatto che le destinazioni ormai sono tutte concorrenti, non c’è più una che eccelle rispetto all’altra. Quest’anno il Trentino ha spento completamente la comunicazione sul periodo estivo, non una riga di pubblicità. Sono andati in overtourism e hanno spostato quella comunicazione sul periodo invernale. Se destinazioni forti come loro riescono a spegnere la comunicazione è perché si sono talmente affermati nella testa dei turisti, da non avere più bisogno di ricordarglielo.

Qual è il nesso con voi?

Noi stiamo lavorando per spiegarne il valore al cicloturista, offrendo le condizioni minime che il ciclista deve trovare perché sia apprezzata anche la vacanza in Piemonte. Il Club di Prodotto non è un obiettivo in quanto tale, ci interessa però che grazie ad esso migliori la qualità dell’accoglienza con l’obiettivo di stringere ogni anno le maglie, alzando l’asticella delle dotazioni. Quindi di anno in anno facciamo crescere la qualità delle 70 strutture aderenti, innescando un effetto domino sulle altre.

Si sono accorti che le cose funzionano?

Questo è interessante. Si stanno rendendo conto che quando hanno i ciclisti in casa, lavorano meglio. Perché poi questi ciclisti sono diversi dai ciclisti di una volta, ora ci sono ciclisti che hanno i soldi e di colpo anche le cantine vogliono averli in casa. Prima erano considerati una seccatura, perché entravano e non compravano. Ora magari non portano via delle bottiglie, però le ordinano. E i gestori iniziano a vedere che si presentano con biciclette da 6-7 mila euro e capiscono che il loro potere di spesa merita attenzione. Sono cambiati completamente la fisionomia e l’identikit del ciclista.

L'Hotel Tre Poggi di Canelli è una delle eccellenze nell'accoglienza in provincia di Asti
L’Hotel Tre Poggi di Canelli è una delle eccellenze nell’accoglienza in provincia di Asti: il Piemonte sa coccolare il turista
L'Hotel Tre Poggi di Canelli è una delle eccellenze nell'accoglienza in provincia di Asti
L’Hotel Tre Poggi di Canelli è una delle eccellenze nell’accoglienza in provincia di Asti: il Piemonte sa coccolare il turista
Solo legato all’età e alla capacità di spesa?

Secondo me il mondo del ciclismo deve ancora prendere coscienza che dovrà cambiare la segmentazione anagrafica. Oggi siamo intorno alla X generation, quando avremo dentro la Y generation e anche la Z, quando i nuovi capiranno la portata del cicloturismo, le cose cambieranno. Nelle città è diverso, perché i ragazzi già sono propensi ad usare le biciclette, ora però devono entrare nel concetto della vacanza in bici.

La comunicazione e i social possono fare la differenza?

E’ il passaparola di oggi, la strategia digitale è la più forte. Se io metto a disposizione una piattaforma, un sito che permette di programmarsi autonomamente il percorso di visita, la svolta è fatta. Il nuovo turista arriva dall’esperienza degli altri, esistono dei cerchi concentrici per cui chi racconta il suo viaggio crea una base di appassionati e di colpo la località diventa virale. A me interessa molto più questo.

Che cosa le interessa?

Mi interessa Giovanni di “Aldo, Giovanni e Giacomo”, che fa i suoi giri in bicicletta con la moglie. Lui è un narratore straordinario dei territori, tanto che stiamo pensando di fare assieme la Svizzera Mare, aggiungendo Bamboocycles. L’azienda di un ragazzo che qui in Piemonte, ad Alba, produce le biciclette in bamboo. Vorremmo dare a Giovanni queste due biciclette e far partire lui e sua moglie da Locarno la prossima primavera e fargli raccontare questo viaggio meraviglioso fino a Nizza.

I vigneti sono il filo conduttore del territorio, lo sfondo perfetto per grandi pedalate
I vigneti sono il filo conduttore di tutta questa parte di Piemonte, lo sfondo perfetto per grandi pedalate
I vigneti sono il filo conduttore del territorio, lo sfondo perfetto per grandi pedalate
I vigneti sono il filo conduttore di tutta questa parte di Piemonte, lo sfondo perfetto per grandi pedalate
Il vostro sito propone itinerari strada, urban e gravel, con una predilezione per la terza.

Stiamo cercando di ridurre la presenza di mountain bike, per la quale ci sono dei parchi meravigliosi, perché è molto erosiva per i nostri territori. La gente pensa di poter andare fra le vigne e nei declivi correndo anche rischi inutili, perché spesso nelle vigne viaggiano le macchine agricole. Stiamo cercando di spostare il focus dalla mountain bike alla gravel. Non ho grandi dubbi che la gravel sia la bicicletta del futuro e sarà al centro delle nostre strategie.

Tra le formazioni messe in atto, avete anche formato delle guide…

Abbiamo fatto un corso di formazione con Emiliano Cantagallo. Io ho lavorato con lui in Friuli Venezia Giulia e l’abbiamo fatto anche con qualche testimonial, ad esempio Giancarlo Fisichella di cui è amico. Abbiamo proposto un modello nuovo che aiuta le guide, che in questa provincia sono tantissime, a svolgere un lavoro diverso. A me piace l’idea che il turista arrivi e possa fare tutto in maniera autonoma.

Però?

Può anche trovare dei narratori di un territorio che non conoscono e possono portarlo in cantina, al prosciuttificio, alla macelleria specifica, da quello che da il formaggio… A noi interessano loro, le nicchie e le micronicchie. Per questo abbiamo presentato ai nostri operatori i tour operator con cui lavoriamo, da Funactive a Officine Mattio, affinché possano trovare le giuste sintonie.

Emiliano Cantagallo ha raggiunto Bertero in Piemonte e ha tenuto un corso teorico di 5 ore per le guide locali, seguite da uscite in bicicletta
Emiliano Cantagallo ha raggiunto Bertero in Piemonte e ha tenuto un corso teorico di 5 ore per le guide locali, seguite da uscite in bicicletta
Bruno Bertero va in bicicletta o ne parla soltanto?

Sono andato su strada per lunghissimi tempi, poi sono caduto. Quindi ho lasciato la strada, ho tenuto la mountain bike per anni e adesso sono un gravelista. Nel mio camper ci sono due bici da gravel, mia e di mia moglie, perché le nostre vacanze sono in bicicletta. Se verrei a fare una vacanza in Piemonte, in Langhe, Monferrato e Roero? Direi di sì, ma sono fortunato perché pedalo qui ogni giorno. E non voglio vantarmi, ma qui ci sono potenzialità eccezionali. E anche i piemontesi, che una volta erano un po’ chiusi, ormai hanno cambiato pelle. Hanno capito bene il valore dei turisti e dei cicloturisti, vi garantisco che la chiusura di una volta non c’è più.

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