Una delle domande più ricorrenti tra chi inizia ad andare in bici con continuità, anche solo per spostarsi o fare qualche pedalata di svago nel fine settimana è: come si misura l’altezza sella? La risposta sembra semplice ma racchiude alcuni dettagli fondamentali al fine di evitare fastidi e problemi durante le nostre uscite. Siamo tornati allora da Alessandro Colò, nostro biomeccanico di fiducia al quale spesso abbiamo rivolto le nostre domande (in apertura foto depositphotos.com).
«Iniziamo con il definire l’altezza sella – dice – ovvero la distanza che intercorre tra il centro del movimento centrale e la parte superiore della sella, in direzione del tubo piantone. Quest’ultimo è la parte della bici che collega il movimento centrale alla sella. Prendere questa misura sulle biciclette da strada è più facile, tanto che lo si fa attraverso uno strumento molto semplice: un metro a nastro».
Ma facciamo un passo indietro, come si porta questa misura dal ciclista alla bici?
Se uno non vuole passare obbligatoriamente dal biomeccanico può prendere l’altezza del cavallo, cosa che tuttavia non è facilissima. Ci sono alcuni parametri da rispettare.
Andiamo con ordine, cos’è l’altezza del cavallo?
La distanza tra l’appoggio dei piedi e il bacino. Questa misura si prende sempre con un metro che parte da terra nella zona del tallone e si sale fino ai tessuti molli. Bisogna fare attenzione perché per prenderla correttamente si deve schiacciare leggermente, simulando l’effetto che la sella avrà su quell’area. C’è anche un trucco per prendere questa misura a casa.
Quale?
Ci si posiziona spalle ad un muro, si stringe un libro tra le cosce, sempre cercando di fare un po’ di pressione sulla zona dei tessuti molli, e con una matita si traccia un segno sulla parete. Poi con un metro si prende la misura tra il pavimento e il segno lasciato con la matita.
Sulla bici poi come si riporta?
Basta utilizzare la formula di Hinault, il famoso ciclista francese. Questa consiste nel moltiplicare l’altezza del cavallo per 0,885. Il risultato sarà la vostra altezza sella, chiaramente approssimativa, anche perché ci sono altri parametri da tenere in considerazione.
Cioè?
Con quali pedivelle si pedala, le scarpe che si usano. Insomma questo risultato può cambiare anche di un paio di centimetri una volta saliti in bici.
Uno però può affidarsi al biomeccanico se vuole un lavoro più preciso.
A livello di misurazione non cambia molto, noi in laboratorio abbiamo un macchinario che misura l’altezza sella ma le variabili sono sempre da calcolare. Ad esempio già il tipo di sella che si utilizza può far cambiare questa misura anche di un centimetro.
Però poi un biomeccanico ti fa pedalare sulla sua postazione e può vedere tanti altri dettagli.
Vero, guardando pedalare un utente abbiamo modo di capire tante cose. In laboratorio abbiamo dei sensori che attacchiamo al ciclista e vediamo in tempo reale i dati della pedalata.
Ad esempio?
L’angolo del punto morto inferiore tra tibia e femore, ovvero del ginocchio, che per un ciclista non sportivo deve rimanere inferiore ai 145 gradi. Un altro parametro è quanto si muove il bacino durante la pedalata, se “balla” troppo si abbassa la sella di qualche millimetro. Poi non tutti ci sediamo sulla sella nello stesso punto.
In che senso?
A seconda della larghezza del bacino siamo naturalmente portati a pedalare in punta di sella o più indietro. Se un utente ha il bacino largo tende ad avere una posizione più arretrata, al contrario di un ciclista con il bacino stretto. Ad esempio la formula di Hinault sulle donne va presa con la consapevolezza che c’è da togliere qualche millimetro perché loro tendono a posizionarsi più indietro sulla sella.