POMARANCE – Shimano ha lanciato ufficialmente la versione Di2 a 12 velocità del GRX, ovvero il gruppo specifico per il gravel. Si affianca al meccanico ufficializzato nel 2023 e di fatto si completa la famiglia delle trasmissioni gravel.
Perché una trasmissione specifica per la doppia corona anteriore? Il nuovo GRX Di2 vuole essere il punto di unione tra la strada ed il gravel, accontentare gli amanti del doppio plateau anteriore con tutti i benefici e le opzioni dei sistemi Di2 di Shimano.
Il concetto Shimano
Il nuovo GRX Di2 si posiziona su un livello differente rispetto al GRX meccanico. Mentre quest’ultimo mira ad unire la mtb al gravel e viceversa, grazie a diverse soluzioni tecniche e tra queste c’è la monocorona, il Di2 si spinge di più verso un concetto stradale. C’è la performance legata alla velocità e versatilità, grazie anche all’impiego della doppia corona. Il GRX Di2 è diretto discendente del gruppo Ultegra di ultima generazione (ma il suo design lo accosta anche al 105 Di2) e quindi fa parte del quell’ecosistema Shimano a 12 velocità che vede le trasmissioni “ibride” con funzionamento wireless/batteria.
La trasmisione dei dati per la cambiata avviene in modalità wireless tramite i manettini, mentre il deragliatore ed il bilanciere posteriore sono uniti con un cavo alla batteria (posizionata all’interno del telaio, oppure nel canotto reggisella).
Lo abbiamo provato nel magnifico contesto toscano della Geo Gravel Tuscany, al fianco di Paolo Bettini, vero mattatore e regista dell’evento toscano. Inoltre abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Nicola Sbrolli, tecnico e meccanico Shimano che opera anche nell’Assistenza Tecnica Neutrale delle corse RCS.
Il fine settimana della Geo Gravel Tuscany
La giornata del sabato che ha preceduto l’evento è stata l’occasione per osservare, toccare, smanettare e prendere confidenza con la nuova trasmissione Shimano per il gravel. La musica è cambiata nella giornata di domenica, dove con la 3T RaceMax Italia (montata con il nuovo gruppo e le ruote Shimano RX880 specifiche per il gravel e con il cerchio in carbonio) siamo partiti per il tracciato lungo da 110 chilometri.
Quasi 2.600 metri di dislivello positivo, il giusto mix tra asfalto e sterrato, strade bianche battute e di ghiaia, ma anche sentieri etruschi snodati tra i boschi. Un anello impegnativo il giusto e molto divertente, che in alcuni segmenti ci ha permesso di mettere alla frusta noi stessi, la bici e il pacchetto GRX.
La prima del Front Next Shifting
«E’ possibile montare anche una configurazione più stradale – argomenta Sbrolli – con un massimo di 52 denti per la corona più grande. Il deragliatore del nuovo GRX Di2 supporta al massimo questa dentatura. L’asse passante è sempre da 24 millimetri, come tutte le guarniture Shimano. A conferma del parallelismo che esiste con le trasmissioni strada, il nuovo GRX Di2 è una sorta di prima, quasi come fosse un debutto ufficiale della funzione Front Next Shifting. Significa che i due pulsanti superiori ai manettini agiscono direttamente sulla deragliata e sulla risalita della catena sulle corone.
«Ovviamente devono essere configurati nella giusta maniera, operazione possibile con la app Shimano E-Tube, la stessa usata in ambito strada. In questo modo – conclude Sbrolli – si amplia ulteriormente la customizzazione del Di2, perchéun solo pulsante agisce su due funzioni.Si liberano altri due bottoni che possono essere utilizzati per altro».
Due corone e meno attriti
«L’efficacia di una doppia corona anteriore non è mai in discussione. La catena lavora sempre con una linea ottimale – dice Sbrolli – anche se la lunghezza del bilanciere posteriore dà la possibilità di incroci poco ortodossi. Ma avere una corona piccola da 31 offre dei vantaggi non secondari, soprattutto quando le salite diventano arcigne e dove è necessario anche guidare la bici e mettere la ruota nel posto giusto. Ad esempio, la combinazione 31/34 ha il medesimo sviluppo metrico del monocorona con soluzione 44 davanti e 51 posteriore. Resta comunque la 48, che una volta su asfalto permette di fare tanta velocità, quasi come una configurazione classica da strada.
«Infine – conclude Sbrolli – è stata aggiunta la frizione sul cambio posteriore, che è semplicemente il meccanismo di blocco/sblocco del bilanciere, in modo da stabilizzare la catena sui tratti più smossi e scassati. Viene quasi azzerato il rischio di incastrare la catena tra l’11 ed il telaio, oppure tra il 34 o 36 ed i raggi della ruota. Questo meccanismo è di chiara derivazione mtb».
Le nostre sensazioni
Una trasmissione Di2 in tutto e per tutto, simbolo di efficienza, precisione, con quel pizzico di irriverenza dell’elettronica. A nostro parere ci vogliono più di 6/7 ore di utilizzo per sfruttare una trasmissione Shimano Di2 al pieno delle potenzialità. Perché? Un pacchetto cambio del genere merita di essere utilizzato anche nelle configurazioni semy-synchro e full-synchro, ovvero nella modalità semi-automatica e automatica. Bisogna capire i rapporti ed i relativi sviluppi metrici di ogni singola combinazione e di conseguenza customizzare la cambiata tramite la app di Shimano.
Roba da cervelloni? No, per nulla. Sono sufficienti un telefonino e qualche minuto per leggere delle istruzioni base. Questa considerazione prende ancora più forza considerando la rapportatura anteriore 48-31, molto diversa dalle stradali. Il salto di 17 denti tra la corona grande e quella piccola non è banale, ma quando le salite vanno oltre il 20%, il terreno è sconnesso e oltre a spingere è “obbligatorio” guidare (e spendere energie per rimanere concentrati, cercandi di capire dove mettere la ruota), l’abbinamento 31/34 torna parecchio utile.
Ergonomia e regolazioni
L’ergonomia dei manettini è diversa. Lo è se messa a confronto con quella del sistema GRX Di2 a 11 velocità, lo è (molto) se confrontata con quella del GRX meccanico. Meglio o peggio? Differente, ma quello che ci ha colpito è il feeling immediato che offre. La gomma del manettino ha tanto, ma tanto grip (considerando che non abbiamo usato i guanti), riempie il palmo senza creare fastidi e non obbliga a spostamenti eccessivi delle dita per raggiungere i tasti laterali. In presa alta ed in discesa le dita raggiungono con facilità anche la parte superiore della leva del freno (ottimo). Ma è necessario regolare la distanza della stessa leva, possibile con una semplice chiave a brugola.
I due pulsanti satellitari superiori sono stati migliorati. O meglio, sono più facili da raggiungere grazie all’eliminazione dell’incavo che caratterizzava l’ergonomia degli shifter dell’11 velocità.
Shadow +, nulla di complicato
Semplice e ormai un’abitudine per chi proviene dalla mtb, o mastica l’ambiente off-road, più difficile da interpretare per lo stradista vero e incallito. In realtà non è nient’altro che un meccanismo manuale di blocco/sblocco del bilanciere. Attivato per le situazioni di off-road, disattivato quando si va su strada, su asfalto e in quelle situazioni di terreno molto uniforme. Aiuta a stabilizzare la catena.
Freni GRX e Ultegra, affidabilità Shimano
Confidenza, modulabilità ed immediatezza, l’azione della frenata ha poco o nulla di diverso da un pacchetto Ultegra normalmente usato su una bici da strada. Su questo punto c’è anche una completa compatibiltà ed anche per questo motivo si parla di ecosistema Shimano Di2 a 12 velocità.
In conclusione
Il nuovo Shimano GRX Di2 è un’opzione e un’alternativa, come il GRX meccanico. A nostro parere la differenza di approccio tra i due pacchetti è lampante, non fosse altro per la disponibilità dei rapporti. E’ facile capire l’accostamento al mondo strada per il Di2, a quello mtb per il secondo, ma uno non fagocita l’altro ed il Di2 non sostituisce il meccanico.
Meglio o peggio di una trasmissione meccanica? Meglio o peggio di un monocorona? Ragionando con il cuore dello stradista vero e proprio, potremmo dire che il nuovo GRX Di2 non ha spazi vuoti ed in generale è sempre all’altezza della situazione e delle richieste, su sterrato e su strada. Imparando ad usare la poattaforma Di2 con le sue customizzazioni si capisce quanto potenziale c’è dietro. Praticamente infinito.
Il meccanico è così come lo si vede. Pronto ad essere maltrattato, su terreni super scassati con polvere, fango e sassi, alla mano e naturalemente senza elettronica. Una trasmissione meccanica è comunque per tutti, non ha segreti ed una sorta di “ready to start and go”.