Le bici muscolari non esistono. Ci sono le biciclette e poi ci sono le e-bike con assistenza alla pedalata, che a loro volta si dividono in diverse categorie. Quelle che puntano sull’unità di assistenza che non viene celata sotto il profilo del design, quelle che al primo impatto visivo sembrano biciclette senza motore, di ultima generazione e capaci di regalare un feeling ottimale in ogni situazione di utilizzo. La nuova Giant Defy E+ fa parte di quest’ultima categoria.
Il cuore e il punto di forza è il motore, questo è vero, estremamente equilibrato e giustamente brioso, ma anche gestibile nei diversi step di erogazione. Eppure, considerando una sfruttabilità a 360° della Defy E+, anche la geometria è molto più che un valore aggiunto. L’abbiamo provata e ora entriamo nel dettaglio del test.
La geometria vantaggiosa
La Giant Defy E+ è una e-bike da strada ed è una bici endurance. Questa categorizzazione prevede comfort e anche una certa versatilità di utilizzo (ad esempio non ha paura di “indossare” gomme grandi e affrontare qualche tratto di fuoristrada). Non prevede estremizzazione al pari di bici da gara vere e proprie, soprattutto per quanto concerne la posizione in sella.
La taglia media in test ha alcuni valori da sottolineare. Ad esempio la lunghezza del tubo sterzo da 145 millimetri, così come il rake a 50 della forcella. Reach e stack, rispettivamente a 37,89 e 56 centimetri, numeri vantaggiosi per una posizione di guida comoda e mai schiacciata verso il basso e l’avantreno. Eppure è una bicicletta con un passo complessivo ridotto (considerando la categoria), di poco superiore ai 99 centimetri. Cosa significa? Che è una bici agile, fattore dimostrato ogni volta che si deve curvare in tempi brevi e all’ultimo istante, negli spazi stretti e quando si vuole mantenere una velocità alta. La Defy E+ non è una di quelle e-bike pesanti da far girare, tutt’altro. Inoltre il motore non pesa, quasi non si percepisce.
Il cuore motorizzato
Il pacchetto motore/batteria della e-bike road di Giant è un sistema proprietario SyncDrive Move Plus. La batteria ed il piccolo display a led sono perfettamente integrati nel telaio, mentre l’unità di erogazione ha sede nel mozzo posteriore (30Nm effettivi alla ruota). Da non dimenticare l’interfaccia del SyncDrive, ovvero la app RideControl. Per usare un termine tanto caro agli amanti del motorsport, la mappatura della centralina e delle varie modalità di impiego è specifica per l’utilizzo stradale.
Sotto il profilo tecnico, la batteria 400 in dotazione, fornisce 400Wh che possono essere integrati da un range extender da 200Wh. E’ sempre difficile tradurre in chilometri effettivi, dipende da come viene utilizzato il motore, da quanto dislivello si affronta e da come si pedala, dalla temperatura esterna, ma arrivare a sfiorare i 150 chilometri è un traguardo possibile. Una vera e-bike road endurance, ben fatta, ben concepita e moderna.
Quando si utilizza, che sia in modalità Eco, oppure Power (la modalità con erogazione massima) il vantaggio del motore Giant è la fluidità e l’equilibrio costante. Non ci sono mai picchi di potenza e decelerazioni improvvise legate ad una chiusura improvvisa del gettito di energia, fattori vantaggiosi per la stabilità, sicurezza e comfort di marcia. Il feeling si avvicina molto a quello di una bicicletta senza motore (l’erogazione è sempre presente, comunque discreta e la bici non è mai un cavallo imbizzarrito), anche grazie ad una mancanza di attriti quando si smette di pedalare. La Defy E+ decelera in modo del tutto naturale riducendo gradualmente i watt erogati fino a quel momento. Non frena da sola e non si pianta sobbalzando. Una cosa molto simile avviene quando si raggiunge la velocità massima consentita.
App Giant, tanta roba
La velocità massima di 25 orari (26,5 rilevati con il GPS) è il limite massimo è una sorta di punto fermo. Tutto cambia quando si entra nella app, nelle sue diverse specifiche per modificare e customizzare nel dettaglio ogni singola modalità. Sono 5 in totale, personalizzabili nell’erogazione dei watt, della coppia e anche in quell’effetto “lancio/ripartenza” che consideriamo un vero e proprio fine tuning del sistema. Davvero utile poterlo cucire addosso all’utilizzatore, in base alle preferenze e anche in base al contesto ambientale.
Ripartire più velocemente oppure con maggiore tranquillità dopo una sosta. Avere un maggiore spunto quando si usa la bici in contesti cittadini e di traffico. I modi di interpretare sono tanti ed ognuno è valido, finalizzato a sfruttare al massimo la tecnologia.
La bici in test
E’ una taglia media ed abbiamo rilevato un peso di 13,5 chilogrammi (pedali esclusi). Telaio e forcella in carbonio Advanced, manubrio e stem full carbon Giant, così come il reggisella D-Fuse con il profilo posteriore tronco. Quest’ultimo ha una vistosa schiacciatura nella parte alta ed un arretramento di 1,6 centimetri, soluzioni che al pari di una sorta di un’oscillazione controllata, fanno di questo componente un punto di forza in termini di comfort e stabilità in diversi contesti ambientali. Sempre Giant le ruote, modello SLR1 con cerchio in carbonio e con pneumatici Cadex da 32 millimetri. Il binomio strizza l’occhio, oltre che al comfort, alle strade bianche e ai fondi sconnessi. La sella è corta ed è il modello Fleet SL.
L’unità elettrica, come descritto in precedenza è Giant. Ottima la scelta della trasmissione e della scala dei rapporti. Sram Force AXS dotata di pulsanti wireless posizionati sotto la piega manubrio, configurabili tramite la app Sram solo per la trasmissione, ma anche dalla app Giant. Possono agire anche sul cambio delle modalità dell’unità elettrica, oppure funzionare in modo ibrido per gestire motore e trasmissione. Permettono di tenere sempre le mani sul manubrio e limitano la perdita di concentrazione/controllo. Le corone anteriori sono 46/33, i pignoni hanno una scala 10/33. Il prezzo di listino della nuova Defy E+ è di 8499 euro.
Una volta su strada
Maggiore è la potenza che si imprime sui pedali, maggiore è il supporto, comunque regolabile nel numero dei watt erogati e nella coppia. Minore è la foga durante la pedalata ed inferiore sarà anche l’erogazione da parte dell’unità elettrica, due fattori che contribuiscono a rendere godibile la e-bike e accostarla facilmente ad una bici tradizionale votata alle lunghe distanze. Non solo, perché quando sale lo sforzo (al pari della fatica) si è portati ad avere anche una concentrazione maggiore (ad eccezione fatta di quando si ricerca la parte anaerobica dello sforzo) e si gestiscono meglio i watt del motore. Più ci si avvicina alla velocità di crociera e si passeggia tranquillamente, maggiore è la possibilità di distrarsi ed entra in gioco quella che ci è piaciuto definire “erogazione intelligente”.
C’è un però: esiste un range ottimale di numero di pedalate dove il motore ed i suoi sensori funzionano al meglio ed è compreso (da noi rilevato) tra le 80 e 90 rpm, questo a prescindere dalla modalità. Nelle fasi di pedalata tranquilla, la gestione dell’intera e-bike è facilitata dall’estremo equilibrio e fluidità del motore, che scende di giri (zero picchi e strattoni) quando la forza impressa sui pedali è poca ed il ritmo è blando. Un sistema efficiente, facile da usare e sfruttare per tutte le tipologie di utenza.
In conclusione
Giant Defy E+ è prima di tutto una e-road divertente, una di quelle che permette di capire che, per usare una e-bike è necessario pedalare. Non funziona come uno scooter. L’unità elettrica è sempre presente. La sua discrezione, oppure il suo brio sono personalizzabili in base alle preferenze dell’utilizzatore ed imparare a farlo è tanto divertente, quanto usare la bici stessa.
La Defy E+ si guida (quasi) come una bici tradizionale, grazie ad una geometria che non mette mai in crisi, neppure chi non è allenato e offre la possibilità di dare una sbirciatina alle strade sterrate non troppo impegnative. L’allestimento Elite 1 che abbiamo testato, posiziona questa e-road in una fascia alta o medio/alta della categoria, grazie alla tecnica complessiva del mezzo e anche al prezzo di listino. Non in ultimo, è possibile usare la Defy E+ a motore completamente spento? Certo e sorprende anche per fluidità e scorrevolezza, ma pensiamo che la destinazione finale sia quella di usare tutte le sue funzioni, che corrispondono alle potenzialità di una bici che stampa un bel sorriso sul viso dell’utilizzatore.