Un giorno, anzi qualche ora, lontano dal traffico cittadino, pedalando sulle dure rampe del Gran Sasso fino alla piana di Campo Imperatore. Per un giorno all’anno la montagna principe degli Appennini è completamente dedicata alle due ruote, senza l’assillo del cronometro, senza pensare a classifiche o quant’altro, solo per stare insieme. Questo è il Gran Sasso Bike Day, in programma il prossimo 31 agosto per la sua dodicesima volta. Sperando che non sia l’ultima.
Alessandro Celi, responsabile di Bike99, la società che organizza l’evento, sa bene quanta fatica comporti e questi giorni, che pure sono ancora lontani dalla fatidica domenica sono estremamente impegnativi dal punto di vista organizzativo e burocratico perché quella è una giornata delicata.
«Siamo alla dodicesima edizione, ma la sua storia è un po’ più lunga. Abbiamo dovuto saltare quando è stato il periodo del covid, ma anche a causa del maltempo. Parliamoci chiaro: il Gran Sasso è una montagna delicata, quando c’è brutto tempo diventa anche molto pericolosa, non solo se sali in bicicletta e noi dobbiamo prevenire ogni rischio».
In che cosa consiste la giornata?
Si sale dai 1.117 metri di Fonte Cerreto ai 2.135 di Campo Imperatore. 27 chilometri per un dislivello di 1.100 metri perché a un certo punto la strada spiana ed è anche in leggera discesa prima di affrontare gli ultimi 3 chilometri che sono i più duri, con pendenze che superano il 10 per cento. E’ uno sforzo notevole, che ognuno affronta alla sua velocità, ma a tutti è dato un premio straordinario: la panoramica che solo Campo Imperatore sa regalare, quella spianata chiamata oltre un secolo fa il “Piccolo Tibet”.
Qual è il programma della giornata?
C’è un’ampia scelta perché si può optare per la semplice scalata sul percorso descritto per la quale l’iscrizione non è obbligatoria. Diverso il discorso per la ciclopedalata, 110 chilometri per 2.200 metri di dislivello attraverso i più bei borghi della zona, qui invece bisogna iscriversi pagando 15 euro, una cifra molto popolare avendo anche il cappellino o la borraccia personalizzata. Terza possibilità, la ciclostorica, si salirà verso la vetta con bici d’epoca, per dare un tocco originale e fuori dal tempo alla pedalata.
Com’è nata l’idea?
Un po’, devo ammetterlo, ci ha influenzato la mitica tappa del Giro 1999 con l’impresa di Marco Pantani, il 2 maggio. Poi però una nuova spinta ad allestire questo evento ci è venuta da un fatto tragico: l’incidente che è costato la vita al nostro amico Mauro Mannucci, una delle tantissime vittime della strada, investito mentre stava pedalando. E’ il terzo anno che il Bike Day è a lui dedicato e non posso nascondere che c’è anche un po’ di tensione pensando al 31 agosto.
Perché?
La ragione è semplice: noi abbiamo avuto la chiusura del traffico dalle 8,30 alle 12,30, questo significa che poi auto e moto che ogni domenica salgono verso Campo Imperatore potranno affrontare la salita liberamente, trovando ancora tanti a pedalare, soprattutto coloro che vogliono tornare in bici non usufruendo della funivia. E’ un rischio enorme, lo abbiamo fatto presente alla Questura chiedendo la proroga fino alle 15,30, soprattutto lo chiede la famiglia di Mauro. Ma finora è rimasta lettera morta e questo rende il tutto più difficile.
Il Comune non vi appoggia?
Sì, ma purtroppo facciamo fatica a trovare sostegno dal territorio nel suo complesso. Ci viene rinfacciato il fatto che la strada è disponibile solo per una parte dell’anno, considerando appunto il rischio meteorologico e noi priviamo automobilisti e motociclisti di una giornata. Non solo: non si comprende che una giornata come il Bike Day crea anche un notevole indotto economico con gente che viene per mangiare, anche per pernottare. E’ un controsenso. Senza dimenticare poi che a L’Aquila sono i giorni della Festa della Perdonanza che alla domenica prevede un grande concerto, tanti vengono proprio per abbinare i due eventi e quindi restano anche più tempo.
Quanta gente partecipa normalmente?
Siamo ben oltre il migliaio, spesso anche 1.500 persone che salgono con le loro bici e negli ultimi anni sono andati sempre aumentando coloro che vengono da fuori regione. Non c’è iscrizione, non c’è un obolo a meno che non si prenda parte alla ciclopedalata. Chi vuole fare una donazione anche minima avrà in regalo o la t-shirt personalizzata o la borraccia. Noi ce la mettiamo tutta, ma vorremmo avere anche qualche riscontro a livello locale, un incoraggiamento visto che di quest’evento possono beneficiare davvero tutti.