Se il Tour de France sbarca in Italia, non si può non pensare anche al binomio ciclismo + enogastronomia. E’ l’occasione perfetta per andare alla scoperta dei tesori che hanno da offrire le regioni ospitanti. Questo non senza un chiaro riferimento all’universo a pedali. Un plus che ha reso questi ristoranti dei veri punti di riferimento per chi ama unire l’eccellenza della cucina italiana alla fatica di un’uscita in bicicletta.
Cominciamo da Bologna che, con l’arrivo al Santuario di San Luca, promette di offrire una tappa dallo scenario da favola.
Il Parco dei Ciliegi a Zola Predosa
Un trionfo di salumi, paste ripiene e stracotti: ecco cosa rende quella emiliana tra le cucine più goderecce d’Italia. Al Parco dei Ciliegi si può ritrovare la convivialità di casa con ingredienti genuini e ricette tramandate da generazioni. Si pranza e si cena circondati dal verde, c’è una bella veranda, gazebi e giochi per bambini. Tutto per trascorrere un momento di tranquillità, alla scoperta dei sapori regionali.
«Il ristorante esisteva già negli anni Settanta – spiega Roberto Guidotti, uno dei tre soci (insieme in apertura) – ma la gestione attuale è cominciata con mio padre Beppe dal 1990. Ora lui ha lasciato l’attività, ma noi continuiamo a portare avanti una gestione familiare e il menù segue fedelmente la tradizione bolognese».
Le ricette della tradizione
Un classico del nostro ristorante – spiega Roberto – sono le crescentine e le tigelle. Le accompagniamo con i nostri salumi tradizionali: prosciutto crudo, mortadella e ciccioli. La nostra cucina è quella tradizionale, le paste ripiene e le tagliatelle sono fatte in casa da una sfoglina bolognese che le fa apposta per noi, da molti anni».
Per chi non mastica la cultura emiliana, le sfogline sono delle vere e proprie custodi della tradizione, fin dai tempi più antichi. Da sempre sono le donne che, con cura e dedizione, tirano la sfoglia – la pasta – che serve per base a tutti i primi piatti contadini. Gli ingredienti? Farina e uova, quelli che erano sempre disponibili anche nelle famiglie più umili. Così fare la pasta in casa era un gesto per risparmiare e sfamare tutti e variare il menu, anche con pochi elementi a disposizione. Ancora oggi le sfogline sono un’autentica istituzione nella cucina di questa regione e caratterizzano ogni ricetta con esperienza e manualità.
«Per quanto riguarda i secondi invece – continua Roberto – siamo forti anche alla griglia e uno dei nostri cavalli di battaglia è senza dubbio la cotoletta alla bolognese. La classica fesa di vitello fritta nel burro e arricchita con prosciutto crudo e parmigiano reggiano sciolto in un mestolo di brodo».
La passione per il ciclismo
Il Parco dei Ciliegi è legato a doppio filo al ciclismo, sia per le passioni dei figli tramandate ai padri, sia per l’assidua frequentazione dei campioni.
«Quando ho iniziato a correre nelle categorie giovanili – dice Roberto – si è appassionato anche mio padre e da lui è nata l’idea di fondare il gruppo sportivo ASD Parco dei Ciliegi. Ci si riconosce perché sulla schiena della maglia abbiamo due ciliegie. Siamo circa una cinquantina di persone, ma almeno trenta di noi si impegnano seriamente nei circuiti delle randonnée e dei circuiti ufficiali».
Un gruppo di persone che stanno bene insieme e che pedalano per divertirsi: così Roberto descrive la ASD che, oltre alle uscite del weekend, si cimenta anche – dal 2020 – nel circuito dei Santuari dell’Appennino Bolognese.
«E’ stato proprio uno dei nostri, Guido Franchini, a ideare questo format», specifica Roberto. «Il Circuito prevede la conquista di diversi brevetti e classifiche. Ogni brevetto è costituito da dodici Santuari. La conquista del brevetto assicura un punteggio bonus, mentre ogni Santuario garantisce un punto. Un sistema sfidante per scoprire il territorio in bicicletta».
I campioni del ciclismo a Bologna
Il legame del ristorante Parco dei Ciliegi con il ciclismo è anche dato dal fatto che il luogo ha accolto, negli anni, molti fuoriclasse per una pausa all’insegna della golosità. Paolo Bettini, Vincenzo Nibali, Mario Cipollini, Andy Schleck, per dirne qualcuno. Ma anche direttori sportivi come Giuseppe Martinelli e Orlando Maini sono dei veri habitué. I piatti preferiti? Le classiche tagliatelle al ragù e i tortellini.
«Siamo molto amici anche della famiglia Scarponi – conclude Roberto – è sempre un piacere accoglierli quando passano di qui. L’anno scorso è venuto a mancare un vero personaggio della nostra ASD, Loredano Comastri, dopo essere stato coinvolto in un incidente stradale. Questo ci ha avvicinato ancora di più alle battaglie di Marco per la sicurezza stradale. Il ciclismo è una grande famiglia e bisogna essere uniti, specialmente nei momenti di difficoltà e quando bisogna alzare la voce per la giustizia».