| 5 Giugno 2025

Una sera con Pezzo e Martinez, l’idea nostalgica di Bike Advisor

Metti una sera a cena (anzi all’apericena) con due campioni olimpici di mountain bike, ma non della mtb attuale, ma di quella da cui tutto è cominciato. Quella delle prime mitiche edizioni dei Giochi, con la nostra Paola Pezzo trionfatrice fra Atlanta ’96 e Sydney 2000 e il “piccolo Napoleone” Miguel Martinez dominatore sui sentieri australiani. Oggi genitori di corridori professionisti, i due si sono ritrovati a Bagno di Romagna, alla vigilia della Gf Romagna allestita da Bike Advisor di Davide Salvatori, che per una sera ha fatto questa scelta un po’ anticonvenzionale, per riassaporare la mountain bike dei primordi, quella alla quale assisteva da ragazzino e che lo ha spinto a investire su questo mondo.

Il Roseo Euroterme ha ospitato la bellissima serata a inviti
Il Roseo Euroterme ha ospitato la bellissima serata a inviti

I campioni ammirati da bambino

«Avevo iniziato a fare le prime gare – racconta Salvatori, il patron di Bike Advisor – quindi guardavamo in televisione le varie repliche delle gare di Coppa del mondo e in particolare delle Olimpiadi di Sydney. Miguel Martinez e Paola Pezzo sono stati un po’ i miei idoli di quando ero un bambino. Poi, abbandonando il mondo delle gare e avvicinandomi a quello dell’organizzazione, c’è sempre stata la voglia di abbinare un evento agonistico come il nostro, al suo 14° anno di vita, a una serata speciale. Volevamo farlo lo scorso anno, ma gli impegni concomitanti non lo hanno permesso.

«Ci ho riprovato quest’anno e sono rimasto sorpreso nel vedere la loro disponibilità, addirittura Miguel l’ho contattato attraverso i social ed è stato lui stesso a ricontattarmi e a dirmi subito di sì. Tra l’altro non era mai successo che entrambi si ritrovassero insieme a parlare delle loro esperienze».

La serata con i due campioni è stata molto apprezzata e carica di ricordi

Quanti cambiamenti negli ultimi vent’anni…

I due olimpionici si conoscono bene, si ritrovavano spesso nei grandi eventi a competere insieme, anche se non hanno mai militato nello stesso team: «Diciamo che è stato un sogno organizzativo che siamo riusciti a realizzare – gongola Salvatori – nelle parole loro c’era una forte vena di nostalgia. Ripercorrendo un po’ la loro carriera, è uscito fuori il dibattito su quello che questo sport è diventato, quanto sia cambiato nel tempo. Lo vedo anch’io da organizzatore, in mezzo agli amatori con bici molto più tecnologiche rispetto a una volta. Ma Paola sottolineava come siano soprattutto i percorsi a essere cambiati, trovando in Miguel piena sintonia.

«Quando correvano loro, i cross country erano per lo più naturali e lunghi almeno un paio d’ore, lei stessa ha vinto le Olimpiadi di Sydney con quasi due ore di gara. Adesso un percorso internazionale non arriva neanche a 90 minuti, poi su  tracciati che sono quasi tutti artificiali, molto più costruiti. E’ chiaro che le nuove generazioni crescendo con quella tipologia di percorsi, sono molto più attirate dallo spettacolo, ma si è persa un po’ di quella magia».

Davide Salvatori, patron di Bike Advisor, con i due ori di Sydney 2000
Davide Salvatori, patron di Bike Advisor, con i due ori di Sydney 2000

Un’esperienza da ripetere

E’ stata una serata apprezzata dal pubblico? «Molto, anche se noi abbiamo scelto una location e un numero di presenze ristretto, essendo una prima volta. E’ stato più che altro un evento mediatico che abbiamo fatto in collaborazione con l’Amministrazione Comunale che ci ha supportato nell’evento, era una serata a invito, ma contiamo di ripetere l’esperienza anche in futuro, già entrambi ci hanno detto di essere più che disponibili a ripetere l’esperienza. Eravamo al Roseo Euroterme che ci ha ospitato, la struttura più grande che c’è a Bagno di Romagna come complesso termale e abbiamo scelto appositamente la sala più piccola che avevamo a disposizione proprio per fare una cosa molto, molto raccolta».

Proprio in base alle parole e ai ricordi loro ma anche tuoi, come vedi il momento che si sta vivendo nell’ambito amatoriale? Sembra di essere in un periodo  culturalmente di passaggio dal punto di vista ciclistico: «Qui si potrebbe parlare per ore. Dopo il Covid molto è cambiato, sia il movimento amatoriale su strada che in mtb stanno prendendo direzioni diverse. Le gare agonistiche sono sempre meno e anche le grandi classiche soffrono perché è proprio l’impostazione, l’idea che si ha della bici che sta cambiando.

Anche le Granfondo di mtb registrano un momento di riflusso, con i biker sempre più slegati dall’agonismo
Anche le Granfondo di mtb registrano un momento di riflusso, con i biker sempre più slegati dall’agonismo

Ritrovare il senso vero della mtb

«L’affermazione delle e-bike, ad esempio, se ha un profondo senso cicloturistico, non lo ha di pari passo come agonismo, noi infatti non le ammettiamo. Perché la Mtb è fatica, è sudore, non è gestione di un mezzo che va per propria forza propulsiva. Poi si sta sempre più affermando il gravel che è un po’ una nuova frontiera. Ai nostri tempi si poteva affrontare questo sport anche con mezzi economici e spendendo cifre contenute, ora anche un amatore deve avere a disposizione un ampio budget per acquistare una bici, i prezzi sono lievitati come anche quelli delle iscrizioni il che significa che si gareggia meno perché il portafoglio non permette altro. Io dico che si andrà incontro a una stabilizzazione di numeri che non sarà più quella di 10 anni fa, quindi anche noi organizzatori dovremo adattarci».

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