| 25 Agosto 2024

Venti Regioni, venti salite: il verde Pollino, il panoramico Gelbison

Ottava puntata di Venti Regioni, venti salite. La classifica dei punti asfalti più alti di regione in regione ci porta questa volta in Basilicata e in Campania, rispettivamente al 15° e 16° posto, con il Colle Ruggio, nella zona del Pollino, e il Monte Gelbison, in Cilento.

Prima di andare avanti è doveroso fare un chiarimento. Per quel che riguarda la scalata campana, stavolta non abbiamo preso in considerazione il punto più elevato in assoluto, che spetterebbe al vicinissimo Monte Cervati. Questo perché da diversi mesi la strada del Cervati è chiusa per lavori e ci sono controversie giuridiche circa la sua riapertura. Per onor di cronaca il Cervati, è posto a 1.860 metri di quota e sarebbe stata la 12ª cima più alta delle venti prese in considerazione.

Le strade Pollino: poco trafficate, mediamente ben tenute e ricche di storia ad ogni angolo (foto Visit Pollino)
Le strade Pollino: poco trafficate, mediamente ben tenute e ricche di storia ad ogni angolo (foto Visit Pollino)

15- Colle Ruggio, Basilicata

Siamo nel versante lucano dello splendido massiccio del Pollino, che svetta ad oltre 2.200 metri di quota. La biodiversità e la purezza dell’aria e delle acque ne fanno uno dei Parchi Nazionali più incontaminati d’Italia.

La scalata in questione, Colle Ruggio, tocca i 1.614 metri di quota. Siamo immersi nell’Appennino, tra verdissime faggete che poi alle quote superiori, da 1.800 metri, diventano pini, tra cui il celebre pino loricato, che cresce solo qui e in qualche area del Parco di Yellowstone negli Stati Uniti.

L’altimetria di Colle Ruggio da Rotonda: 11,8 km, pendenza media 8,5, pendenza massima 14, dislivello 996 metri (altimetria e dati Climbfinder)
L’altimetria di Colle Ruggio da Rotonda: 11,8 km, pendenza media 8,5, pendenza massima 14, dislivello 996 metri (altimetria e dati Climbfinder)

La scalata vera e propria inizia dall’abitato di Rotonda, paesino di circa 2.500 anime che diventano 3.500 in tutto il suo comune, noto per l’interessante Museo Naturalistico e Paleontologico del Pollino e per dare la sorgente al fiume Lao. Il Lao è un totem del rafting e del canyoning al Sud Italia.

La salita di Colle Ruggio è piuttosto impegnativa anche se non è lunghissima. Se poi dovesse fare caldo tutto si complicherebbe, visto che ad esclusione degli ultimi 2,5 chilometri, è quasi sempre scoperta. 

Il cuore della salita è rappresentato dal tratto centrale che è per scalatori puri: 4 chilometri al 10-11 per cento, tra l’altro i più ricchi dei 23 tornanti in totale che s’incontrano negli 11,8 km di salita. Colle Ruggio è una scalata vera dunque. Solo nel finale molla un po’. E anche l’inizio era relativamente agevole: 6-7 per cento. 

Tra l’altro, passato il punto più alto, con un brevissimo falsopiano in discesa, ci si ricongiunge al Colle del Malevento (di poco più basso), che collega la Basilicata alla Calabria. E introduce nella Ciclovia dei Parchi della Calabria.

Il Monte Gelbison sorge nel Parco Nazionale del Cilento. Regala grandi veduti su questa area (foto Mauro Pancaldi)
Il Monte Gelbison sorge nel Parco Nazionale del Cilento. Regala grandi veduti su questa area (foto Mauro Pancaldi)

16- Monte Gelbison, Campania

Veniamo poi al Monte Gelbison o, come lo conoscono in zona, Monte Sacro. Gelbison è un nome di origine saracena e significa Monte dell’Idolo. 

Il santuario mariano del Monte Sacro, in cima al Gelbison, risale al 1400, da allora è stato luogo di pellegrinaggio dei cilentani, ma anche dei lucani. Ma si sale ai 1.705 metri del Gelbison, (1.602 dove termina la strada asfaltata) anche per il panorama unico. Ci sono vedute spettacolari sullo stesso Cilento e persino sul Golfo di Salerno.

Monte Gelbison da Vallo della Lucania: 22,8 km, pendenza media del 6,5%, pendenza massima 13%, dislivello 1.462 m (altimetria e dati Roberto Ricci)
Monte Gelbison da Vallo della Lucania: 22,8 km, pendenza media del 6,5%, pendenza massima 13%, dislivello 1.462 m (altimetria e dati Roberto Ricci)

La vera salita inizia a Novi Velia, ma la strada inizia a prendere quota già da prima, a Vallo della Lucania: solo che lo fa con pendenze molto dolci che al massimo arrivano al 4 per cento. A Novi Velia, si lascia la SS18 e s’inizia davvero a salire. In un attimo si passa dal 4 all’11 per cento.

Da qui si entra anche nel bosco che termina in quota. Salvo qualche brevissimo tratto scoperto e quasi sempre in corrispondenza dei tornanti, questa scalata è abbastanza fresca e ricca d’ombra.

La salita sale a strappi: 5-6 per cento e poi 10-11. A due terzi di salita, un falsopiano conduce al Passo Beta, a quota 1.332 metri. Da qui si attaccano gli ultimi 4,2 chilometri. La strada torna ad essere una serie di strappi e tornanti che terminano ad una rotonda con in mezzo una piccola piramide rocciosa. 

Chi ha una gravel o una mtb può guadagnare ancora un centinaio di metri scarsi di dislivello, toccare la cima assoluta del Gelbison e godersi quei panorami che abbiamo detto.

Negli articoli precedenti

1- Venti Regioni, venti salite. Inizio ad alta quota: Stelvio e Agnello

2- Venti Regioni, venti salite. Altri due miti: Gavia e Gran San Bernardo

3- Venti Regioni, venti salite: dalle Tre Cime al Gran Sasso

4-Venti Regioni, venti salite: si va sul Crostis e sull’Etna

5- Venti Regioni, venti salite: in alto su Terminillo e Aspromonte

6- Venti Regioni, venti salite: Cimone e Amiata, quanta bellezza

7- Venti Regioni, venti salite: Piano Corte Matese e Colletta delle Salse

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE