Il mese scorso, all’inaugurazione di Pedalaria, la ciclabile dell’Aeroporto di Fiumicino, erano presenti anche dei volontari della Croce Rossa, in bicicletta. Incuriositi, abbiamo contattato l’ufficio stampa di C.R.I. che ci ha messo in contatto con Omar Leani, volontario della Croce Rossa di Cremona, il quale ci ha raccontato la nascita e l’evoluzione di C.R.I. in Bici.
Si tratta di un servizio di soccorso in bicicletta nato tra il 2010 e il 2011 per rispondere alle esigenze operative durante manifestazioni dinamiche come corse podistiche e mezze maratone. L’idea è semplice ma efficace: mentre i mezzi tradizionali faticano a muoversi tra la folla, le bici permettono di restare vicino al gruppo, garantendo una risposta tempestiva a eventuali emergenze.
Come una piccola ambulanza
Inizialmente pensato per le corse a piedi, dunque, il servizio si è rivelato utile anche in altri contesti, come feste, concerti e eventi pubblici. Le bici, equipaggiate con strumenti medici di base, permettono ai volontari di intervenire rapidamente in situazioni critiche. «Abbiamo dotazioni standard come apparecchiature per la rilevazione dei parametri vitali – spiega Leani – palloni autoespansibili, cannule orofaringee, maschere per la respirazione artificiale e collari per traumi. Abbiamo anche defibrillatori, ma non bisogna credere che la situazione seria richieda sempre il defibrillatore: anche chi inciampa, cade e si procura un trauma facciale ha necessità di essere immobilizzato e trasportato di corsa in ospedale». Ogni bici, insomma, è una piccola ambulanza su due ruote, pronta a fornire il primo soccorso.
Oltre alle manifestazioni, C.R.I. in Bici ha svolto servizi di prevenzione in collaborazione con la polizia locale (in questo caso di Cremona), pattugliando aree come i parchi lungo il fiume Po, particolarmente frequentati durante l’estate. «Abbiamo monitorato situazioni potenzialmente rischiose – racconta Leani – cercando di prevenire incidenti prima che accadano, specie nelle manifestazioni podistiche. Questo approccio proattivo è uno dei punti di forza del servizio, che permette di identificare e gestire situazioni critiche in anticipo».
Al fianco degli atleti
I volontari di C.R.I. in Bici non sono semplici ciclisti: devono possedere una formazione specifica in soccorso sanitario equivalente a quella del personale delle ambulanze. «Siamo intercambiabili – precisa Leani – gli stessi volontari che operano in bici possono anche lavorare sulle ambulanze, garantendo una continuità di competenze. Ovviamente, per chi sale in bici, è richiesto un minimo di preparazione fisica».
Il vantaggio principale delle bici è la loro agilità. In contesti urbani o in strade strette, raggiungono il luogo dell’emergenza più rapidamente rispetto ai mezzi tradizionali. «Nelle manifestazioni, la nostra presenza costante permette di intervenire tempestivamente e di monitorare situazioni che potrebbero degenerare», spiega il nostro interlocutore. «Inoltre, la visibilità dei volontari in bici facilita l’identificazione da parte di chi ha bisogno di aiuto».
Anche una staffetta ciclistica
C.R.I. in Bici non è un progetto calato dall’alto, ma è nato dall’iniziativa dei comitati locali della Croce Rossa. «Siamo stati tra i primi gruppi in Italia a sperimentare questo servizio. Oggi, l’equipaggiamento delle bici è normato a livello regionale ma, qui da noi, l’idea di partenza è stata sviluppata autonomamente dal comitato di Cremona».
Oltre ai servizi quotidiani, C.R.I. in Bici ha partecipato a eventi nazionali come il “C.R.I. in Bici On Tour”, che lo scorso anno ha toccato cinque località italiane, e Mille Chilometri di Umanità, una staffetta ciclistica organizzata per celebrare, sempre nel 2024, il 160° anniversario della Croce Rossa. «Abbiamo percorso mille chilometri tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, partendo da Milano e arrivando a Solferino, luogo simbolo della nascita della Croce Rossa», racconta Leani.
Si migliora il soccorso sanitario
C.R.I. in Bici rappresenta un esempio di come l’innovazione e la passione dei volontari possano migliorare l’efficacia del soccorso sanitario. Grazie alla loro preparazione, i volontari su due ruote sono diventati un punto di riferimento per la comunità, dimostrando che, a volte, le soluzioni più semplici sono anche le più efficaci.