E’ già iniziata la raccolta delle adesioni per l’ottava edizione di FIAB–Comuni Ciclabili. Non si tratta di un vero e proprio premio, quanto di un riconoscimento che va a tracciare una mappatura dell’Italia attraverso l’impegno degli enti nel promuovere la ciclabilità come strumento quotidiano, scevro da interessi agonistici ma anche non legato esclusivamente al discorso cicloturistico. Il motivo di fondo è comprendere quante località sono effettivamente a misura di bici. Quante mettono in condizione i cittadini di usare le due ruote e dare così una mano alla pulizia dell’ambiente che ci circonda.
Vicinissimi a quota 180
Abbiamo già avuto modo di tracciare il profilo di qualche città “virtuosa”, come San Benedetto del Tronto e Pordenone. Analizzando l’elenco dei comuni ciclabili che quest’anno hanno aderito all’iniziativa dimostrando di rispondere a tutti i parametri richiesti, non mancano le sorprese. Intanto colpisce il fatto che i Comuni censiti ed accettati siano ben 179, il che corrisponde a oltre il 20 per cento del territorio nazionale. Ci sono Comuni che sono nell’elenco sin dalla prima edizione, come la stessa San Benedetto ma anche il piccolo centro pavese di Borgarello. Esso è passato agli onori delle cronache per essere stato il primo a deliberare per legge che nel suo territorio non si possono concedere spazi a manifestazioni motoristiche.
Ma come funziona questa sorta di sondaggio? L’idea di base era quella di stimolare le amministrazioni locali a sviluppare politiche legate alla mobilità sostenibile. L’ente organizzatore, ricevuta la richiesta da parte del Comune, procede al giudizio sulla base di 4 aree di valutazione: 1) mobilità urbana, quindi presenza di piste ciclabili e servizi a esse collegati, gestione del traffico e sua velocità media; 2) governance, ossia politiche di mobilità urbana e servizi; 3) comunicazione apposita; 4) cicloturismo. Al termine dell’esame viene dato un punteggio, da 1 a 5 “bike smile” legati alla consegna della bandiera gialla come Comune ciclabile, abbinata a un documento di valutazione con il giudizio complessivo e alcuni consigli sugli interventi migliorativi possibili.
La prima volta della Val d’Aosta
Ne scaturisce una classifica fluida, dove le città migliorano o peggiorano di anno in anno. Ci sono anche new entry, quest’anno sono state 8, tra queste Aosta che così introduce per la prima volta la Val d’Aosta. Le regioni rappresentate nell’elenco sono quindi 18,. Le uniche assenti sono Molise e Calabria e dall’esame generale è evidente come al Sud ci sia ancora un certo ritardo. Ad esempio due grandi realtà geografiche come le Isole hanno solo un Comune per parte: l’isola di Favignana (TP) per la Sicilia e Arborea (OR) per la Sardegna.
E’ evidente, guardando la cartina dei comuni ciclabili come ancora al Sud ci sia molto da fare. Anche se in qualche realtà come la Puglia c’è movimento, tanto che sono stati riconosciuti anche due capoluoghi come Bari e Lecce. Una situazione chiaramente ben diversa al Nord. Il primato di comuni spetta all’Emilia Romagna con ben 39, ma la cosa che colpisce è che fra essi sono compresi tutti i capoluoghi di provincia il che dimostra come la mobilità sostenibile sia un concetto che fa parte dell’humus regionale.
Milano e Roma? Presenti
Molto ampia anche la rappresentanza veneta, con 31 Comuni fra cui Belluno, Padova, Treviso, Verona e Vicenza. A proposito di capoluoghi, ma sarebbe meglio dire metropoli, ci sono sia Milano che Roma e anzi nel Lazio la Capitale è l’unica rappresentata insieme al comune frosinate di Serrone. Un dato che dovrebbe far riflettere a livello regionale. Torino e Cuneo spiccano in Piemonte, mentre in Toscana insieme a Firenze ci sono Pisa, Grosseto e Arezzo.
Parlavamo di new entry: oltre ad Aosta, a guadagnarsi la bandiera gialla per la prima volta mostrando un significativo miglioramento sia ambientale che in termini di ciclabilità sono Ascoli Piceno, Fermo, Fiscaglia (FE), Russi (RA), Fossacesia (CH), Ispani (SA) e Soave (VR). Il massimo dei voti è andato, oltre a Borgarello, anche alla città di Bologna dove il limite di 30 all’ora è ormai diffuso su gran parte della metropoli ma anche a Cervia, che ha portato a compimento lo sviluppo della Ciclovia Adriatica.
Già aperte le candidature per il 2025
«La settima edizione di ComuniCiclabili si chiude con la legittima soddisfazione di avere costruito una rete di amministrazioni coesa nella condivisione dello spirito e delle finalità dell’iniziativa – sono le parole di Alessandro Tursi, Presidente FIAB e ideatore di ComuniCiclabili – La diffusa e rinnovata fiducia è uno stimolo ad andare avanti sempre sulla base di valutazioni rigorose che danno valore alle bandiere assegnate. Questi però non vanno intesi come giudizi, voti, ma presi sempre con lo spirito di assistere e sostenere le amministrazioni impegnate in un percorso di virtuoso cambiamento».
Le candidature per l’ottava edizione sono già aperte (qui dove compilare la richiesta), con l’auspicio che nel 2025 si possa valicare il muro delle 200 città ciclabili. Sarebbe un passo ulteriore verso un’Italia sempre più a misura di bici e quindi umana…