Per certi versi l’Esperto Promotore per la Mobilità Ciclistica, sintetizzato nell’acronimo EPMC, può essere considerato uno dei moderni mestieri che, nell’epoca che stiamo vivendo, è destinato ad affermarsi. Se vogliamo che le nostre città diventino più sostenibili dal punto di vista ambientale, serve che qualcuno possa indicare la via, le modalità più adatte perché non tutti gli agglomerati urbani possono essere visti allo stesso modo.
In molte realtà cittadine questa figura si è già evidenziata e mostrata utile, un esempio è quello di Pescara dove Giancarlo Odoardi è una sorta di costante monitor piazzato sulle strade e sulla loro gestione. Ma i compiti di un Esperto sono tanti, come bene sa Marco Passigato, docente ingegneristico dell’Università di Verona che dopo un’attività trentennale come progettatore di piste ciclabili ha pensato a un corso specifico legato alla nuova economia basata sulle due ruote.
«Abbiamo lanciato l’idea 12 anni fa: un corso di formazione legato alle Scienze Motorie. Da allora è stato un successo continuo, ora stiamo raccogliendo le iscrizioni per il 12° corso, il cui termine di scadenza è fissato per il prossimo 28 febbraio. Finora abbiamo diplomato ben 320 persone che poi hanno trovato i più diversi impieghi sempre nell’ambito della ciclabilità nazionale, considerando che c’è un interesse sempre maggiore scaturito anche dai vari Bike Plan che le città stanno sviluppando. Serve però proprio la figura dell’esperto, perché ogni città ha le sue caratteristiche precipue che, nel disegno di una rete ciclabile, vanno tenute in considerazione».
Rispetto a quando avete varato il corso, la situazione generale quanto è cambiata?
Molto, possiamo dire che abbiamo precorso i tempi. C’è una decisa crescita popolare nell’interesse e nella consapevolezza, nei benefici di città più a misura d’uomo e meno di auto, nella voglia di girare in maniera sana e tranquilla con le due ruote. Una grossa spinta è venuta poi dall’esplosione del fenomeno delle e-bike. Il problema è legato alla sicurezza, un aspetto nel quale dobbiamo fare grandi passi in avanti. Non bastano le parole, né progetti fatti tanto per farli, ma serve gente competente che collabori con le istituzioni.
In che cosa consiste il corso?
Sono 42 ore online, quindi ci si può iscrivere da ogni angolo d’Italia, distribuite su 9 giornate. Sono poi previste 4 uscite pratiche sul territorio, da effettuare a Verona e in altri luoghi del Triveneto per conoscere le diverse realtà. Le lezioni vengono registrate e sono quindi fruibili in qualsiasi momento.
Chi è l’Esperto Promotore?
Una nuova figura professionale che può contribuire alla messa in sicurezza di percorsi, piste e corsie ciclabili, ancor più ora che il codice stradale si avvia a una profonda trasformazione di tutto quel che riguarda la circolazione su due ruote. Si passa dal disegno delle piste all’allestimento dei servizi come bici-stazioni e bike sharing, senza dimenticare la segnaletica specifica. Nelle città le persone che usano la bici sono in deciso aumento e noi dobbiamo contemplare sia la componente “hard” che “soft”, come nei computer.
In che cosa si identificano?
La parte “hard” riguarda la città, che cambia sotto i nostri occhi e noi dobbiamo contribuire con quanto detto prima, struttura e servizi. Poi c’è la componente “soft” che riguarda l’educazione sociale, rendere la gente consapevole del cambiamento, dell’utilità dell’utilizzo della bici anche per i semplici spostamenti quotidiani, risparmiando tempo e spazio. Ricordo come una ventina di anni fa in Olanda, la patria per eccellenza della circolazione ciclistica, vennero lanciati gruppi motivazionali per spingere la gente a passare dall’auto alla bici. Servono idee, iniziative come il Bike Pride, i festival delle due ruote, bisogna lavorare anche sulla comunicazione.
Se dovessimo fare un identikit dell’EPMC, chi verrebbe fuori?
Una persona fra i 30 e i 45 anni di età media, già in possesso di qualifiche professionali oppure un’attività nel campo ambientale. Ognuno sfrutta questo corso per le proprie specificità. Molti hanno già un proprio lavoro, ma possono dedicare tempo a quest’attività spesso affiancandosi alla politica locale, dando un contributo sia nella programmazione che nella gestione delle reti ciclabili. Geograficamente la distribuzione dei diplomati vede due terzi sopra Firenze e un terzo a sud.
Accennava alla politica locale, che spesso prende direzioni molto diverse da quella centrale e questo a prescindere dalla bandiera politica…
E’ normale perché si ha maggiormente a che fare con il territorio, per questo è più utile muoversi localmente. La politica nazionale affronta un tema come la ciclabilità di pancia, prendendo posizioni che diventano vessilli e che spesso sono avverse ai ciclisti, come si è visto con la discussione sul codice stradale. Ma sul posto ci accorgiamo ogni giorno che c’è tanta gente, sindaci, assessori, dirigenti (e non faccio distinzioni di destra o sinistra) che hanno un forte desiderio di agire per rendere le città più a misura d’uomo e quindi ciclabile. Si stanno aprendo spazi professionali importanti e posso fare molti esempi…
Proviamo a farne qualcuno…
Nel corso degli anni 32 diplomati hanno assunto un posto pubblico, 46 sono entrati in associazioni come la Fiab, una quarantina sono diventati professionisti nella progettazione, nell’organizzazione di eventi, nella comunicazione. Uno è anche diventato sindaco…