Lecco è considerata un centro molto legato alla bici, per tradizione e possibilità geografiche. Un po’ meno per cultura e utilizzo. Questo almeno fino a qualche tempo fa perché si stanno facendo grandi sforzi per invertire la tendenza. E il Comune è in prima fila, per allargare la rete ciclabile cittadina e spingere sull’utilizzo della mobilità dolce per mitigare i problemi legati al traffico.
Nei giorni scorsi sono iniziati i lavori per la realizzazione della pista ciclabile che correrà sul lungolago mentre quella sulla Rivabella-Bione è stata raddoppiata nella sua sede stradale dallo scorso dicembre. Sono tutti progetti che fanno parte di un discorso più ampio, legato proprio alla vita quotidiana della città e che ha nell’Assessore ai Lavori Pubblici Maria Sacchi il suo primo motore, insieme al Sindaco Mauro Gattinoni.
«Noi intendiamo riqualificare completamente il nostro territorio urbano – spiega l’Assessore Sacchi – dal centro cittadino fino a Caviate e possiamo farlo soltanto investendo sulla nostra sede stradale, allargando gli spazi destinati ai ciclisti. I nuovi lavori sul Lungolago serviranno alla realizzazione di una pista dedicata ai ciclisti di 1.600 metri che si andrà ad aggiungere alla pista già realizzata da Bione a Rivabella, dove si è proceduto a uno sdoppiamento».
Che cosa intende per sdoppiamento?
Avevamo ricevuto molte richieste, dopo la sua realizzazione, che segnalavano come la commistione fra ciclisti e pedoni portasse problemi, anche rischi per questi ultimi. Era quindi il caso di dividere lo spazio anche fra queste categorie, come già avviene rispetto al traffico automobilistico. Noi abbiamo ormai un collegamento ciclistico che da Rivabella porta a Caviate verso nord, ma dobbiamo ancora lavorare sulla parte inversa perché pensiamo a due piste parallele ma distinte.
Quella da Bione a Rivabella da quanto esiste?
E’ anche questa molto recente, è stata completata due anni fa fino alla stazione di Maggianico e nello scorso anno abbiamo provveduto al suo sdoppiamento. Bisogna ancora lavorare sulla parte relativa alla segnalazione, sia orizzontale che verticale.
Un attivismo che rappresenta un segno distintivo per la vostra amministrazione…
Noi abbiamo iniziato subito, appena assunto il mandato, a investire sul nostro territorio pensando alla mobilità sostenibile perché conosciamo come Lecco abbia un proprio peso specifico nell’ambito ciclistico, ma c’era bisogno di una sterzata urbanistica in tal senso. Non è un discorso facile, quando intraprendi questa strada sai già che ci sarà chi sarà d’accordo, chi ti appoggerà ma ci saranno anche parti della popolazione che saranno critiche. Bisogna pian piano convincerli, coinvolgerli, fargli capire i vantaggi che un simile cambio di rotta può portare anche alla stessa vita quotidiana, alle sue tempistiche. Per cambiare abitudini ci vuole tempo.
C’è però anche da fare i conti con una situazione orografica che non è proprio ideale…
Effettivamente non siamo una città di pianura. La parte del lungolago è pianeggiante, ma ci sono rioni che sono in collina e che in bici sono faticosi da raggiungere, ma allo stesso tempo offrono scenari spettacolari. Noi viviamo però un’epoca nella quale si sta sempre più affermando la bici a pedalata assistita, grazie anche all’abbassamento dei costi e stiamo spingendo perché in città si diffondano luoghi di noleggio bici. Noi guardiamo all’utilizzo delle due ruote per la pratica quotidiana ma anche al suo aspetto cicloturistico perché rappresenta un notevole indotto economico del quale tutta la città si può giovare.
A tal proposito, c’è un sufficiente movimento cicloturistico in città?
Sì, notevole, soprattutto italiano anche se dal Centro Europa notiamo numeri in aumento. Ci facciamo forza del nostro territorio, considerando anche le sue diverse destinazioni ma anche i suoi differenti richiami. Basti pensare al Lago di Como con tutto il suo carico glamour che si sposa perfettamente alla storia delle nostre montagne. Ma è importante che il cicloturista si senta protetto, sicuro, ben accolto. Avere una città a misura di bici è un aspetto fondamentale. Per fortuna Lecco è inserita in almeno un paio di importanti circuiti cicloturistici, si collega bene con altre ciclovie e seguendo l’Adda si può raggiungere Milano a sud come la Svizzera a nord. Un ulteriore progresso si avrà quando l’Anas realizzerà, come promesso, la pista ciclabile ad Abbadia Lariana direttamente connessa con il nostro territorio. Non dimentichiamo poi i tantissimi itinerari esistenti per chi ama la mountain bike.
Quando dovrebbero chiudersi i lavori per la pista ciclabile del lungolago?
Noi abbiamo appena iniziato, ma la chiusura è prevista per il prossimo gennaio anche perché è una condizione posta dall’erogazione deli fondi del PNRR con i quali viene realizzata. Noi siamo ottimisti e contiamo che per allora sia già percorribile.