| 30 Ottobre 2024

La rivoluzione delle e-cargo bike è partita, e inizia dalla logistica

MILANO – Appena si mette il naso fuori dalla metropolitana si capisce che Milano è una città che ha bisogno di respirare. Le sue arterie sono intasate dal traffico veicolare, il quale è in costante aumento e crea un disagio continuo. I dati raccolti negli ultimi anni mostrano come i veicoli maggiormente implicati sono i corrieri. Il trasporto delle merci è arrivato a 220.000 unità giornaliere. I furgoni sono raddoppiati negli anni e tutto lascia intendere che la crescita non possa fermarsi. Un modo per invertire la tendenza c’è e l’idea nasce da Bosch in collaborazione con So.De (Social Delivery) e TRT. Tre realtà che hanno deciso di creare un servizio di consegna alternativo, attraverso l’utilizzo di e-cargo bike. 

Si tratta di una rivoluzione pronta a nascere, a breve il progetto prenderà il via in forma sperimentale in un’area della città meneghina. La rivoluzione però non può partire con la sola sostituzione dei mezzi a benzina con le e-cargo bike. Serve studiare un nuovo tipo di logistica, definita ciclologistica: con una grande attenzione soprattutto alla sicurezza

Alleggerire la logistica

TRT Trasporti e Territorio SRL è un’azienda che cura e dedica la propria attenzione alla pianificazione della mobilità e delle reti e dei sistemi di trasporto passeggeri e merci. 

«L’esigenza del polo – spiega  Edoardo Repetto Urban Mobility Planner di TRT – nasce dal riscontro di questa necessità di cambiare i modelli di logistica urbana. Nella città di Milano la maggior parte dei corrieri distribuisce effettivamente colli molto piccoli. Questi godono di un potenziale di modal shift (ovvero cambio di veicolo,ndr) dal furgone alle biciclette molto interessante. Il tema è che c’è un’assenza di pianificazione nazionale, c’è maggiore concentrazione sulla logistica pesante, invece di ciò che è la logistica urbana resta un po’ alla volontà delle singole amministrazioni e alle capacità dei singoli».

«I modelli attuali di trasporto – prosegue – sono dannosi per il cittadino ma tollerati. Questa mentalità deve cambiare, perché le aziende stesse ne hanno interesse. L’ultimo miglio, ovvero la parte finale delle consegne, è quella che ha un costo maggiore ma sulla quale si possono fare tante cose per migliorarla. Queste operazioni si potrebbero concludere con un solo viaggio o riducendo gli impatti degli spostamenti. Serve rivoluzionare la logistica: diventa importante la prossimità con l’avvicinamento degli hub, cioè la famosa reverse logistics che permette di lasciare il pacco più vicino al punto finale di consegna».

L’iniziativa di Bosch

Il motore, in tutti i sensi, a questo progetto lo ha messo Bosch. Le e-cargo bike disegnate da Riese e Muller sono motorizzate dall’azienda tedesca

«Si parte perché abbiamo deciso che ci vuole della responsabilità – ha precisato Federica Cudini, Country Marketing Communications Manager di Bosch – affinché un progetto diventi concreto. E’ doveroso che le aziende in primis si impegnino a far sì che quanto fatto dalle amministrazioni venga messo in pratica. Noi come Bosch vogliamo mettere grande attenzione soprattutto alla sicurezza. Questo vuol dire avere un mezzo affidabile e la conoscenza di esso. Proprio tramite TRT ci siamo concentrati sulla formazione delle persone, sia in ottica di circolare sulle strade ma anche sicurezza e attenzione al lavoratore. Non trascurando la parte contrattuale, che è un po’ il tema cruciale che ha messo la figura del rider in un angolo.

«Questo è – dice ancora – l’obiettivo del progetto del “Polo di Sviluppo della Ciclologistica” ovvero un progetto congiunto con tre diversi attori. Va bene fare motori e venderli, ma c’è un obiettivo molto più grande a monte e quindi il polo della ciclologistica vuole proprio essere questo: un progetto condiviso che deve essere abbracciato anche dalle istituzioni. La risposta dal comune di Milano è stata positiva e abbiamo visto la volontà di cambiare la mobilità e la logistica delle merci in città».

So.De

Chi già lavora e opera con i mezzi e le e-cargo bike è l’azienda So.De (Social Delivery) la quale conta 9 corrieri che utilizzano per il trasporto proprio le e-cargo. 

«La nostra azienda – spiega Teresa De Martin, una delle co founder di So.De – nasce tre anni fa con l’obiettivo di rendere le consegne fatte con veicoli molto più sicure ed efficienti. I dati ci dimostrano che le consegne in cargo bike in contesti urbani sono fino al 60% più veloci rispetto a quelle con furgone. Quindi abbiamo fondato tre anni fa un’impresa per sviluppare un servizio di ciclo logistica profondamente innovativo, attento soprattutto al sociale. Abbiamo deciso di contrattualizzare i nostri corrieri con contratti equi, regolari, con tutte le tutele necessarie. Ma soprattutto con una formazione adeguata che è concentrata su competenze verticali: quindi manutenzione della bici, educazione stradale e ciclo meccanica. 

«Ad oggi abbiamo effettuato circa 25.000 consegne in e-cargo bike su tutta Milano a partire da due hub, uno in zona nord e uno in zona Porta Ticinese, che copre la parte sud della città. Lavoriamo con 30 partner e aziende internazionali, tra cui IKEA Italia. Un dato del quale siamo orgogliosi è la percentuale di incidenti all’interno della nostra impresa in questi tre anni, che è veramente bassa. Questo grazie ad un percorso di formazione che forniamo ad ogni nostro dipendente e quindi centrato davvero sul lavoro, sulla circolazione stradale ma anche la manutenzione del mezzo».

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