| 15 Giugno 2025

Abruzzo, seconda parte sui Monti Frentani: tra Fangio e i briganti

FURCI – Seconda parte del nostro viaggio in e-bike tra i Monti Frentani e l’Alto Vastese, nel sud dell’Abruzzo per saggiare la nuova Rete Ciclabile della Provincia di Chieti. Ci eravamo lasciati con il risveglio nel nostro appartamento nel comune di San Giovanni Lipioni proprio di fronte alle montagne del Molise.

Il nostro viaggio riparte da San Giovanni Lipioni. Oltre il paese c’è il Molise
Il nostro viaggio riparte da San Giovanni Lipioni. Oltre il paese c’è il Molise

«Attenti ai lupi…»

Scendiamo in strada e mentre aspettiamo due dei nostri compagni di pedalate, Sauro e Federico, assistiamo ad una scena possibile solo nei paesini dell’Appennino: un signore di mezza età tira il freno a mano della sua Fiat Uno nel bel mezzo della carreggiata che porta al centro del paese, tira giù il finestrino e chiacchiera per un buon quarto d’ora con un’anziana signora che vive adiacente al nostro b&b. Lei nel frattempo ha preso una sedia e si è seduta, all’ombra, accanto alla portiera dell’auto, sempre nel mezzo della carreggiata. Del resto non passa nessuno. Stiamo sistemando la borsa da bikepacking sotto la sella e proviamo ad allungare l’orecchio, ma il dialetto è così stretto che non riusciamo a capire nemmeno l’argomento trattato.

Quando la Uno riparte arriva Federico. La signora si vede che è incuriosita per cui un “buongiorno” da parte nostra parte spontaneo. Le spieghiamo cosa stiamo facendo, i giorni di pedalate, il lavoro di promozione del territorio attraverso il cicloturismo ed il termine della tappa odierna prevista nel paese di Gissi. Ci saluta così: «E bravi… Allora, mi raccomando, fate un bel lavoro, buone pedalate e state attenti ai lupi…».

Strade secondarie che invitano il cicloturista. I Frentani sono una terra ancora poco conosciuta
Strade secondarie che invitano il cicloturista. I Frentani sono una terra ancora poco conosciuta

Salite anche per gli stradisti

Ora che abbiamo un aneddoto da raccontare al resto del gruppo, partiamo tutti con le nostre e-bike per percorrere a ritroso la strada che ieri ci ha fatto scendere da Torrebruna fino a San Giovanni. Stavolta è in salita e, forse perché più freschi, apprezziamo di più il bel panorama che ci circonda, colorate dal giallo vivo delle ginestre.

Gli 8 km di lieve salita sono infatti molto aperti e, data la quasi totale assenza di traffico e l’asfalto in buone condizioni, diciamo alla nostra guida, Andrea D’Addario di Bikexplora, che quest’ascesa poco conosciuta farebbe gola anche agli stradisti amanti delle scalate: «Confermo – ci risponde – ed in più la strada parte ancora più in basso rispetto a San Giovanni Lipioni. Iniziando la salita dal fondovalle, cioè dal Fiume Trigno che segna il confine col Molise, passando per Torrebruna e concludendo a Schiavi d’Abruzzo dove siamo stati ieri a vedere i templi italici, si possono mettere oltre 1,000 metri di dislivello in 23 km».

Questo è il panorama dei Monti Frentani: ginestre, borghi e verdi pendii
Questo è il panorama dei Monti Frentani: ginestre, borghi e verdi pendii

Il murale di Fangio

Dopo Torrebruna pedaliamo in quota tra i 900 ed i 1.000 metri per circa una decina di chilometri, per cui le temperature sono più gradevoli, poi raggiungiamo il paese di Castiglione Messer Marino. Su di una casa campeggia un murales di una delle prime auto di Formula 1 con sopra una bandiera argentina.

Non c’è dubbio: si tratta di Juan Manuel Fangio, il fuoriclasse vincitore di cinque mondiali con Alfa Romeo, Maserati, Mercedes e Ferrari. Il perché è presto detto: questo paesino ha dato i natali a suo padre che poi emigrò oltreoceano.

Le origini abruzzesi di Fangio, asso della Formula 1, sono evidenti dal murale di Castiglione Messer Marino
Le origini abruzzesi di Fangio, asso della Formula 1, sono evidenti dal murale di Castiglione Messer Marino

La sterrata in quota

Lasciato questo paese ci concediamo un’alternativa sterrata alla Rete Ciclabile della Provincia di Chieti, voltando a destra per una sterrata che si impenna per un paio di chilometri, fin quasi a 1.200 metri di quota, appena sotto le pale eoliche che emergono dalla vetta del Colle dell’Albero. Il crinale è di un verde intenso.

«Un verde che mi ricorda i Pirenei» asserisce Ginevra, la più giovane fra noi. Questo tratto alternativo (foto in apertura) è il più bello percorso durante il nostro soggiorno tra i Monti Frentani, sia perché l’ampia sterrata procede anche dopo il valico con una discesa non troppo impegnativa, sia perché il panorama si perde fino al mare. Non a caso hanno pensato di mettere anche qui una delle panchine giganti che ora vanno di moda per caratterizzare i punti più panoramici. La Maiella, ora che stiamo tornando verso il mare, è alla nostra sinistra, sempre lontana ma sempre presente.

La panchina gigante sulla variante sterrata per Gissi. Da lassù si scorge dalla Maiella all’Adriatico
La panchina gigante sulla variante sterrata per Gissi. Da lassù si scorge dalla Maiella all’Adriatico

Due caprioli prima di Gissi

Sbucati sull’asfalto la discesa termina al ristorante “Le Due Querce” di Roccaspinalveti. Gli ultimi 18 km servono per raggiungere Gissi, termine della nostra seconda tappa dopo 50 km e circa 1.000 metri di dislivello, sulla falsariga del giorno precedente. Ci sono strappi anche severi da superare, tanto da non lesinare sulla batterie delle nostre e-bike. Siamo in una zona così abitata dalla natura che d’un tratto ci attraversano la strada due caprioli che si inseguono e che scompaiono tra i campi.

Arriviamo dunque a Gissi che, nomen omen, ha la particolarità di avere molte costruzioni antiche costruite con il gesso. «Un’intera parte del paese è stata abbandonata il secolo scorso perché costruita su terreno cedevole» ci spiega Arturo Di Martini, collezionista e curatore del Museo Storico-Etnografico. Se passate da queste parti vi consigliamo di visitarlo e di visionare il documentario realizzato con passione dallo stesso Arturo, così come vi consigliamo una cena al ristorante “La Griglia” e, in caso di necessità, un pernottamento presso il nuovissimo B&B La Dimora.

Conclusione fra i… briganti

Se invece volete proseguire il viaggio fino al paese di Furci, in tal caso vi consigliamo dapprima una visita, previa una deviazione, alla quercia monumentale non lontano dal pittoresco paese di San Buono, precisamente in località Vallone. Una volta arrivati a Furci potete invece entrare all’interno della Torre civica dove una recente installazione multimediale vi narrerà le gesta dei briganti della banda di Giuseppe Pomponio, che trovò la morte proprio all’interno della torre nel 1870 a seguito dell’intervento del brigadiere piemontese Chiaffredo Bergia. Se volete saperne di più su questa affascinante storia sappiate che il prossimo 9 agosto proprio a Furci ci sarà la rievocazione della cattura e della morte del brigante Pomponio.

Gal Maiella

Rete Ciclabile della Provincia di Chieti (sito in allestimento)

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