| 18 Dicembre 2022

Deejay 100: una di noi nella pancia del gruppo

Di buon mattino, alle ore 10 in punto, si è dato il via alla terza edizione della Deejay 100 Virtual Race in Puglia unendo Ostuni ad Alberobello: 32,36 chilometri con un dislivello di 482 metri da completare entro 100 minuti. Più di 1.500 gli atleti partecipanti da tutto il mondo e, in collegamento, vari sono stati gli ospiti che hanno pedalato come Alessandro Vanotti (ex ciclista professionista) e Luca Gregorio (telecronista di ciclismo per Europsort). 

Il pacco gara era arrivato qualche giorno prima. Conteneva la maglia Hardskin e vari gel e prodotti Enervit.

Percorso alla Visconti

Come teatro “fisico” della gara, lo studio di biomeccanica di Alessandro Mansueto a Palermo. Precisione e realtà della simulazione su un percorso molto vallonato, nervoso e con vari saliscendi. Un vero percorso spaccagambe. Mentre pedalavo, inevitabilmente, forse anche per il luogo in cui mi trovavo, ho immediatamente pensato che fosse un percorso adatto a Giovanni Visconti per le sue caratteristiche veloci, ma allo stesso tempo per la sua resistenza e forza in salita.

Dalla Sicilia alla Puglia

Fuori il sole splendeva sulla Sicilia con una temperatura oltre i 20 gradi, ma dopo un momento è parso davvero di essere in Puglia. Era alquanto spaventoso vedere macchine e camion passare nel senso opposto di marcia, ma rendeva il tutto ancora più realistico. 

Spesso abbassavo la testa per spingere più forte sui pedali e non mi rendevo conto che, all’improvviso, la strada saliva vertiginosamente. Sentivo solo le gambe più pesanti e affaticate, allora alzavo lo sguardo e vedevo sul monitor la pendenza aumentata. Appena il tempo di alleggerire il rapporto e immediatamente dovevo rimettere la corona grande, perché iniziava un falsopiano in discesa.

Pedalare sui rulli è sempre più stancante e faticoso rispetto la strada, dove ci sono momenti in cui non pedali e riesci un po’ a respirare. Usando un rullo interattivo, la fatica si è sentita, ma probabilmente per il percorso prettamente tecnico e nervoso. La pesantezza di star pedalando sul posto non era la stessa, era  una fatica molto più simile a quella che si prova su strada. 

Gli “strappetti” improvvisi mi hanno fatto penare e faticare, ma una volta capito l’andamento del percorso e la possibilità di poter stare in scia è stato molto divertente.

Da tutto il mondo

Una bellissima esperienza che però non riesce a sostituire completamente la sensazione di pedalare sull’asfalto. Sentire i profumi dei posti, il vento e il poter guardare il viso degli avversari per capire quanto realmente siano più o meno stanchi di te. In un periodo come quello del Coronavirus, creare e poter partecipare ad una competizione del genere sarà stato sicuramente ancora più bello e importante. E ad oggi rimane il modo per unire tantissime persone da tutto il mondo legate dalla passione per il ciclismo. 

Ho concluso la mia faticosa, ma bella gara in 69 minuti giungendo alla 485ª posizione a 21’03” minuti dal vincitore Carlo Fabio Calcagni. 

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