| 12 Novembre 2024

L’avventura degli Altobello e quella telefonata improvvisa…

Certe volte un viaggio ha significati che vanno al di là della meta e delle stesse motivazioni, o meglio ne costruiscono di nuove. Quello di Dario e Fabiano Altobello verso Praga ha riservato emozioni travolgenti, anche andavano al di là di quanto si attendevano. Per raccontare la loro avventura serve un prologo: i due fratelli avevano deciso di partire in bici dal Canavese alla volta della capitale ceka per raccogliere fondi a favore dell’Airc, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

Una raccolta che va avanti ancora oggi e che ha portato finora 1.800 euro che potranno anche sembrare una cifra esigua, ma considerando che la ricerca (che interessa tutti noi) vive per il suo 70 per cento delle donazioni (e solo per l’8 per cento dei contributi statali) ha sempre un significato profondo.

Prima della partenza il ricevimento in Comune, per ricevere lo stendardo da portare a Praga
Prima della partenza il ricevimento in Comune, per ricevere lo stendardo da portare a Praga

A due giorni dall’arrivo…

Già questo bastava non solo per dare stimolo e motivazione ai due pedalatori, ma anche per rendere la loro avventura popolare tramite i social. Non si sarebbero però aspettati lo scherzo che il destino, quasi beffardo, aveva in programma per loro…

«Eravamo a due giorni dall’approdo a Praga – racconta Fabiano – e mentre stavamo pedalando è squillato il cellulare e siamo rimasti di sasso. Una persona a noi molto cara ci comunicava che gli esami medici a cui si era sottoposto avevano evidenziato una forma tumorale. Ci siamo sentiti mancare la terra sotto i piedi in quel momento, sembrava un’autentica beffa, ma anche un insegnamento, quasi la conferma che quanto stavamo facendo era giusto, che ogni goccia di sudore che stavano gettando sulla strada aveva un valore.

I due fratelli piemontesi hanno affrontato il viaggio in gravel, collezionando 1.450 chilometri in 10 giorni
I due fratelli piemontesi hanno affrontato il viaggio in gravel, collezionando 1.450 chilometri in 10 giorni

La forza per andare avanti

«Oggi quella persona si sta sottoponendo alle cure e per fortuna sappiamo che le sue possibilità di guarigione sono ottime, ma quella telefonata ha dato una spinta ulteriore a noi per portare a termine quei 1.450 chilometri di pedalata. Quando siamo arrivati è stata un’emozione fortissima, quasi una liberazione, un successo profondo quasi avessimo vinto il Tour de France…».

I due fratelli erano partiti da San Benigno Canavese, ispirati dall’esperienza di un loro amico che aveva compiuto una simile impresa sempre a sostegno dell’Airc. I media locali li hanno accompagnati in quell’avventura durata una decina di giorni: «Ma importante è stato anche il patrocinio dei Comuni di Volpiano e dello stesso San Benigno. Guardando i social vedevamo che in tanti ci seguivano, mettevano like, ma i like non portano euro. Eppure basterebbe poco, anche un solo euro ha significato, se lo versano in 5.000 che guardano il post sui social, i conti sono presto fatti…».

Fra i vigneti del Trentino, ritrovando pace e soprattutto sicurezza durante le pedalate
Fra i vigneti del Trentino, ritrovando pace e soprattutto sicurezza durante le pedalate

Dal Trentino, un altro mondo…

Se per Dario era la prima esperienza, Fabiano aveva già affrontato ciclopedalate del genere: «Da Torino ero andato tutto solo fino ad Amsterdam e Bruxelles. Uno degli aspetti più importanti di quest’esperienza, che abbiamo affrontato inforcando due gravel, è stato il legame fra noi che si è approfondito. Sembra strano dirlo quando parli di un fratello che da sempre fa parte della tua vita, ma questo viaggio ci ha messo di fronte a emozioni intense che ci hanno permesso anche di conoscerci e apprezzarci ancora di più».

Dal punto di vista del viaggio, un aspetto importante è stato quello della sicurezza: «E’ doloroso dirlo, ma quando vai all’estero ti accorgi di come la bicicletta sia vista in maniera molto diversa. Noi in Piemonte e Lombardia rischiavamo davvero, su strade molto trafficate dove in tanti ci suonavano, ci passavano vicino, erano incuranti se non addirittura infastiditi dalla nostra presenza. Già quando siamo arrivati in Trentino la situazione è un po’ cambiata, ma valicando il confine abbiamo capito che eravamo in un altro mondo, dove i ciclisti sono rispettati e maggiormente considerati.

L’incredibile campanile sommerso di Curon, dalla storia ricca di magia
L’incredibile campanile sommerso di Curon, dalla storia ricca di magia

Un’avventura senza prenotazioni

«L’abbiamo vissuta molto come un’avventura, senza porci tabelle di marcia, cercando anche di guardare quel che avevamo intorno. A una certa ora stabilivamo dove ci saremmo fermati e cercavamo un posto per la notte. Senza avere nulla di prenotato. Abbiamo dormito in ostelli, stanze, ci siamo accontentati di quel che trovavamo».

I due fratelli hanno attraversati 5 Paesi ed è invero difficile fare una classifica di ciò che li ha più o meno colpiti: «Un posto assolutamente magico è il campanile sommerso del Lago di Resia, non abbiamo potuto fare a meno di fermarci perché è qualcosa che ti colpisce. Tutto il Trentino è davvero bellissimo, fra vigne e meleti e soprattutto ha molti punti di ristoro. Ecco, su questo aspetto siamo avanti, infatti più andavamo verso la nostra meta e più era difficile trovare luoghi per un ristoro veloce. Se comunque dovessi eleggere un posto come il più bello visto nominerei Norimberga, davvero speciale, forse anche per i significati storici che si porta dietro».

L’arrivo a Praga, carico di emozioni anche per le notizie arrivate durante il viaggio
L’arrivo a Praga, carico di emozioni anche per le notizie arrivate durante il viaggio

Si riparte, sempre per beneficenza

Il successo ottenuto, al di là della cifra, ha già convinto i fratelli Altobello a riprovarci: «Abbiamo intenzione di fare un viaggio all’anno e lo affiancheremo sempre a un’iniziativa di solidarietà, perché sono tante le associazioni che hanno bisogno di supporto, non solo economico ma anche di promozione. Per il 2025 non sappiamo ancora dove andremo, ma abbiamo intenzione di sostenere qualche iniziativa a supporto delle famiglie costrette a vivere lunghi periodi lontano da casa per assistere i propri minori malati. Possiamo, dobbiamo e vogliamo farlo…».

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