| 22 Maggio 2024

Ciclabile delle Valli di Comacchio: un anello tra storia e natura

L’anello ciclabile di Comacchio è uno dei gioielli del Parco Delta del Po dell’Emilia Romagna. Un percorso che nasce e termina nel paesino della provincia di Ferrara che ha una storia molto suggestiva, la quale merita di essere raccontata. Per immergerci nei racconti di Comacchio abbiamo chiesto a Emanuele Luciani, guida ambientale nata proprio in questo paesino, di farci gli onori di casa. 

La ciclabile si snoda per un totale di 55 chilometri, la maggior parte dei quali lontani dal traffico
La ciclabile si snoda per un totale di 55 chilometri, la maggior parte dei quali lontani dal traffico

La storia del paese

«A Comacchio – ci racconta Emanuele – la popolazione si è sempre divisa in tre categorie nella storia: vallanti, guardiani e fiocinini. Possiamo considerarle tre “gerarchie” sociali che hanno un vissuto appassionante che ha modificato e codificato il territorio delle “Valli di Comacchio”. Gli abitanti di Comacchio sono sempre stati abbastanza sfortunati nella loro storia, il paese ha vissuto per anni nella povertà. 

«Questa condizione – continua – era riconducibile al poco lavoro che si trovava da queste parti. I più fortunati erano i vallanti, ovvero coloro che lavoravano nelle stazioni di pesca. Essi però non erano proprietari del pescato e non potevano bere nemmeno l’acqua corrente, perché non c’era. La seconda figura che si incontrava era quella dei guardiani: una polizia valliva che vegliava sul pescato e sanzionava chi rubava il pesce. L’ultima figura, quella più iconica e particolare, era quella dei fiocinini: i ladri di pesce. Chiamati così perché andavano a pesca di anguille con la fiocina. Tra loro e i guardiani era un continuo braccio di ferro diventato leggenda nel corso del tempo. Tanto che nel giorno di San Cassiano, patrono di Comacchio, va in scena una regata commemorativa che riproduce un inseguimento tra guardiani e fiocinini». 

Il percorso si specchia nelle acque delle Valli di Comacchio
Il percorso si specchia nelle acque delle Valli di Comacchio

Le “valli”

Facciamo un passo indietro, perché una volta raccontata la storia di questo paesino, Comacchio, dal quale nasce la ciclabile delle Valli di Comacchio è bene capire da dove arrivi il nome “valli”. Non siamo in montagna, ma viene comunque usato un termine tipico di quelle zone. 

«Ci sono due teorie che portano all’uso del termine “valli” – spiega ancora Emanuele – la prima teoria porta a sottolineare la differenza tra laguna e valle. Il primo termine si usa per un territorio attivo il cui aspetto risulta in continua evoluzione. Il secondo, valle per l’appunto, lo si usa per quella che una volta era una laguna ma ora non lo è più. Il territorio risulta sedimentato, si forma una subsidenza e nascono così degli avvallamenti.

«La seconda teoria – dice – più suggestiva è che il termine “valle” nasce dal latino vallum ovvero la recinzione che delimitava gli accampamenti romani. Le Valli di Comacchio sono degli argini e per questa similitudine è stato usato il termine “valle”».

Ancora vive

Le Valli di Comacchio sono a tutti gli effetti una porzione di terra che risulta ferma, un bacino chiuso che non avrebbe poi così tanta vita se non fosse per l’intervento dell’uomo

«I livelli delle acque all’interno sono regolate dall’attività umana – puntualizza la nostra guida – nelle quali veniva praticata la pesca con il lavoriero. Un’antica forma di pesca nata nel 1600 e che è rimasta invariata nel corso dei secoli. E’ citata in due opere letterarie: La Gerusalemme Liberata di Tasso e L’Orlando Furioso di Ariosto. Opere riprese anche sul complesso architettonico tre Trepponti, proprio a Comacchio».

Dal 2001 i fenicotteri sono arrivati in questo territori, ad oggi sono 40.000
Dal 2001 i fenicotteri sono arrivati in questo territori, ad oggi sono 40.000

Le particolarità del territorio

Visitare le Valli di Comacchio, come abbiamo visto, vuol dire immergersi nella storia di un territorio particolare e ricco di tradizioni. Non mancano, tuttavia, le curiosità naturalistiche, che Emanuele è pronto a raccontarci. 

«Lungo il percorso – conclude Emanuele – si pedala attraverso i casoni di valle. Sono delle strutture e sono presenti in due tipologie: la prima è quella con una torretta in cima, di proprietà dei vecchi guardiani. Le altre, realizzate in muratura, e più basse, sono quelle dei vallanti, che gli stessi utilizzavano per la stagione di pesca.

«Se si vuole prolungare il percorso di altri 5 chilometri, arrivando ad un totale di 60, si incontrano le saline, create da Napoleone. Uno specchio d’acqua chiuso nel 1984 e oggi è un’oasi di 600 ettari protetta. Nel 2001 c’è stato uno degli avvenimenti più importanti per il Parco Delta del Po che è la nidificazione dei fenicotteri. Da quell’anno in avanti la popolazione è aumentata arrivando a più di 40.000 esemplari. A livello paesaggistico una della Valle Fattibello che bagna Comacchio ed è diversa dalle altre perché ha un contatto diretto con il mare. Al suo interno ci sono i trabocchi, che noi chiamiamo bilancioni, strutture che una volta venivano usate per la pesca mentre ora sono di privati cittadini». 

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