| 24 Aprile 2025

Ciclovia della Magna Grecia, patrimonio storico da scoprire

Molti dicono che le ciclovie rappresentano l’ossatura del nostro Paese. Rispecchiano per alcuni versi quella delle autostrade (che poi non transitano dappertutto e congiungono quindi ogni zona, mentre con la bici si può davvero andare ovunque). C’è però una differenza sostanziale: mentre dal punto di vista autostradale troviamo ancora forti disparità strutturali e di servizi fra Nord e Sud, nel cicloturismo non è così. Basta affrontare la Ciclovia della Magna Grecia per rendersene conto.

Parliamo di un’arteria fondamentale per conoscere il Meridione. Una strada lunga ben oltre i 1.000 chilometri che attraversa i principali centri della colonizzazione greca tra Puglia, Basilicata, Calabria finendo al di là dello Stretto di Messina, addentrandosi in Sicilia. Una struttura che ha tutto al suo interno per garantire la bellezza del viaggio fine a se stesso. Ogni tappa è un approdo, un premio per gli occhi. Dove ci si addentra nel territorio e nelle sue tradizioni scoprendo panorami sempre diversi.

Il percorso supera i 1.000 chilometri andando da Taranto fino a Pozzallo, in provincia di Ragusa
Il percorso supera i 1.000 chilometri andando da Taranto fino a Pozzallo, in provincia di Ragusa

Si parte dall’antica Taras

La ciclovia ha uno dei suoi due poli a Taranto, la città spartana per eccellenza che tanto deve alla cultura delle due ruote. Proprio grazie a esse ha cambiato il suo modo di essere percepita. L’antica Taras non è più identificata esclusivamente come la città dell’ex Ilva e dell’inquinamento. E’ un territorio da scoprire, con il suo itinerario archeologico urbano e il museo MARTA ad esso connesso ma anche con le sue pinete e gli ampi spazi. Da lì la ciclovia si distende in campi aperti, fino al fiume Bradano che segna il confine apulo lucano.

E’ importante considerare che la Ciclovia della Magna Grecia sfrutta l’enorme carico di storia che proviene dal territorio per mettere insieme realtà molto diverse anche dal punto di vista naturale e addentrandosi in Basilicata, ciò emerge in maniera molto forte. Ad esempio quando si entra nella Piana di Metaponto, zona che ha sempre goduto di un grande richiamo turistico. E’ stata anche una delle prime a sposare la moda dei “villaggi vacanze”. Anche in questo caso la bici è intervenuta per dare una visione alternativa del territorio.

Il disegno del percorso della Ciclovia, promossa dal Ministero dei Trasporti
Il disegno del percorso della Ciclovia, promossa dal Ministero dei Trasporti

La mille facce della Piana di Metaponto

Il paesaggio racconta il duro lavoro dell’uomo per bonificare il terreno tra i vari fiumi lucani, Bradano, Basento, Agri, Sinni. La ciclovia in questa parte ha portato alla costruzione di bellissime passerelle per superare ogni corso d’acqua. Questo significa che si è investito nel territorio e che la ciclovia può essere un nuovo richiamo turistico rivolto a chi ama la bici e lo sport all’aria aperta, che d’altronde a Metaponto ha sempre trovato grande attenzione e sensibilità. Chiaramente però non c’è solo questo. Metaponto merita una sosta per i suoi musei nazionali. Inoltre siamo davvero a un soffio dai Sassi di Matera, che sul tramonto assumono colorazioni straordinarie e meritano una visita.

Si entra nella parte calabra da Sibari e si viaggia lungo la costa jonica, attraverso continui richiami al passato con ruderi greci in primo piano perfettamente incastonati in città costiere moderne e attrezzate per il turismo balneare. Due cose che d’altro canto possono benissimo coesistere ampliando la proposta turistica. Tra l’altro, viaggiando lungo la ciclovia si scopre come molti luoghi siano come sdoppiati nella loro architettura come un po’ nella loro anima: una parte più moderna verso la costa, una più storica al suo interno. Ecco quindi che bellissimi centri cittadini come Corigliano, Crotone, Reggio si alternano a siti archeologici che sono un vero patrimonio come Capo Colonna e Caulonia, senza dimenticare tutta la parte storica della Locride.

Intorno alla Ciclovia della Magna Grecia si stanno sviluppando tutti i servizi, come i noleggi bici
Intorno alla Ciclovia della Magna Grecia si stanno sviluppando tutti i servizi, come i noleggi bici

L’impulso verso la nuova imprenditoria

Ci si avvicina all’Aspromonte, è la parte certamente più ardua del territorio, ma anche in queste zone si sta lavorando assiduamente per la bici, sia per i tracciati su strada che per la mtb che vanta una solida tradizione locale. La Ciclovia della Magna Grecia serve anche per dare nuovo impulso alle attività locali legate alle due ruote, dalle strutture logistiche ai negozi specializzati e dove provvedere alle riparazioni del caso.  A Reggio Calabria non può assolutamente mancare una visita ai Bronzi di Riace, ripescati dall’acqua dopo secoli e diventati un’icona del nostro Paese.

Resta la parte siciliana, dove ci si muove lungo l’itinerario di Eurovelo 7 che da Messina scende verso Catania, Siracusa e Pachino per concludersi a Pozzallo. Sul termine del percorso, quando nel 2019 la Ciclovia venne presentata, si svilupparono forti proteste perché dal punto di vista storico (passando sopra al fatto che per parte della critica storica la Sicilia non faceva parte della Magna Grecia) non si è presa in considerazione tutta quella parte sicula del sud, escludendo un centro importantissimo come Gela, che nel VI sec. a.C. era l’autentico centro di tutta la cultura e i mercati greci dell’Isola, così fino a quando il tiranno non decise di spostarsi a Siracusa, cambiando direttamente l’epicentro di tutte le attività e abbandonando il territorio alle scorribande cartaginesi.

La zona di Matera con i suoi Sassi è un richiamo irresistibile nel tratto lucano
La zona di Matera con i suoi Sassi è un richiamo irresistibile nel tratto lucano

Un viaggio nella nostra storia

Ma tant’è. La ciclovia attuale ha ormai toccato i suoi 6 anni di vita e rappresenta un progetto attuato dalle Regioni interessate e inserito in quel piano che dovrebbe unire tutta l’Italia in un unico Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche, con conseguente ricasco economico anche per la sua manutenzione. Inizialmente il progetto partiva da Lagonegro per concludersi a Pachino, poi è andato ampliandosi. All’atto del suo lancio, l’allora presidente della Regione Calabria Mario Oliverio disse: «Il mare, da solo, non basta a far crescere il turismo in Calabria. Le fabbriche si spostano e si delocalizzano, a seconda delle convenienze; la nostra storia, i nostri monumenti, il nostro patrimonio storico ed archeologico non può essere delocalizzato da nessuna parte: è unico ed è qui, nella nostra regione. La bici è lo strumento ideale per scoprirlo ed apprezzarlo. Diamo al territorio una nuova fonte turistica per farsi conoscere». Dopo 6 anni, il progetto ha colto nel segno e non è detto che non possa ancora svilupparsi.

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE