Insieme ad Alessandro Mantineo, qualche settimana fa, abbiamo parlato del progetto Novo Nordisk chiamato “Cities For Better Health”. Nel presentare questa iniziativa l’External Affairs Senior Manager ci aveva accennato di un progetto nuovo chiamato “Cycle for Better Health” che è arrivato in Italia da qualche mese, più precisamente nella città di Bari. Si tratta di un progetto pilota nato in altre due città del mondo: Bogotà e Bratislava. Il contatto con il nostro Paese che ha fatto partire il progetto è quello di Antonella Santoro, presidente di Terreno Cycling Therapy.
«Questo progetto – racconta – è stato corealizzato da Bycs e Novo Nordisk. Mi sto occupando personalmente di coordinare e codisegnare ogni dettaglio per la città di Bari, con l’obiettivo di promuovere la bicicletta come uno strumento per uno stile di vita sano. Siamo partiti dai più piccoli, coinvolgendo le cinque classi di prima elementare Perone-Levi che nasce nel quartiere Libertà della città, molto vicino al centro ed eterogeneo. L’idea era di dare ai bambini che passano dalla scuola dell’infanzia a quella elementare il giusto spazio per l’attività fisica. Tutte le attività sono state svolte in collaborazione con l’associazione Terreno Cycling Therapy e la scuola di ciclismo Franco Ballerini».
Come siete partiti?
Abbiamo effettuato dei questionari sia ai bambini che alle famiglie. Ci siamo accorti di una problematica nell’utilizzo della bici legata al non saperla guidare nella maniera corretta, ma non solo. Con l’osservazione è emerso come molti bambini avessero difficoltà nel compiere il movimento della pedata.
Una volta ricevute le risposte come avete lavorato?
L’obiettivo primario era quello di incrementare le loro abilità ciclistiche, ma era importante anche insegnare e dare degli stimoli che potessero far nascere delle riflessioni. Ad esempio abbiamo regalato loro dei libricini di educazione stradale, oppure ci siamo messi a ricreare le situazioni che si verificano in strada attraverso dei giochi. Abbiamo anche mostrato loro foto e video di altre realtà dove i genitori utilizzano le cargo bike per trasportare i figli, oppure delle ciclabili in cui i bambini imparano attivamente.
Quanto sono state coinvolte le famiglie?
Ci siamo rivolti anche a loro attraverso iniziative e pedalate organizzate. La risposta non è stata così ampia, questo perché in tante famiglie solamente uno dei due genitori ha la bicicletta. Inoltre la tematica del tempo a disposizione funge da barriera nell’avvicinamento all’utilizzo di questo mezzo. Infatti tantissimi bambini nel rispondere alla domanda “perché non utilizzi la bici con i genitori” hanno detto che non hanno tempo. Oppure un’altra risposta gettonata era per il clima poco favorevole.
Tanti piccoli ostacoli da superare.
Per questo penso sia fondamentale il discorso dell’infrastruttura umana a livello di ciclabilità. In passato i decisori politici pensavano che bastasse costruire le ciclabili per far andare la gente in bici. Invece siamo andati oltre, le ciclabili vanno riempite attraverso la diffusione della cultura della bicicletta.
Avete portato avanti il progetto solo con le classi prime?
No. Abbiamo lavorato anche con un centro diurno dove i bambini vengono mandati per le attività doposcuola. In questo caso avevamo un gruppo formato da venti ragazzi di età diverse. Abbiamo diversificato le attività, separando i gruppi tra chi non sapeva andare in bici e chi aveva già dimestichezza. E’ stato molto bello vedere come i ragazzi abbiamo trovato la via per cooperare e aiutarsi l’uno con l’altro. Con questo gruppo faremo, nei prossimi giorni, dei laboratori di ciclomeccanica di base. E c’è stata anche un’altra attività alla quale teniamo molto.
Quale?
Si chiama Girls on Bike, un percorso di cinque incontri riservato alle bambine dai 9 ai 12 anni. A partire dal prossimo 31 maggio per tutti i sabati avremo delle attività rivolte a loro, sia di valutazione delle competenze e delle ciclo-passeggiate su pista ciclabile. Ci sarà anche l’intervento di uno psicologo della mobilità con il quale cercheremo di tirare fuori quali sono le barriere che spesso si interpongono tra le bambine e l’utilizzo della bici. Il tutto si concluderà con una pedalata di comunità il 22 giugno, si tratta dell’attività che concluderà il programma di Cycle For Better Health.