Fisichella va veloce, lo ha sempre fatto. E anche adesso che la Formula Uno appartiene al passato, Giancarlo sfreccia sulla Ferrari 488 GTE nel Gran Turismo. Curiosamente, guardando al suo passato più recente, le vittorie alla 24 Ore di Le Mans creano un curioso ponte con il ciclismo. Il pilota romano, classe 1973, è infatti uno dei due organizzatori di Roma XXIVh che dura ugualmente 24 ore, ma si corre in bicicletta.
«Ho fatto anche Daytona e Spa – racconta – certe gare sono il mio pane dal 2010, da quando ho smesso con la Formula Uno. Corro nelle gare endurance e probabilmente è anche questo il motivo per cui ci è venuto in mente di fare questa cosa. Non ci sono grandi punti di contatto fra una 24 ore automobilistica e una in bici, salvo per il fatto che c’è tanto lavoro di squadra. C’è qualche eroe, che a volte mi capita di chiamare pazzo, che la fa in solitaria coprendo fino a 750 chilometri, però di base la fanno in gruppi da due a 12. Sono tutti organizzati bene, devono sapersi gestire. E’ una bella manifestazione dove ti diverti tanto perché c’è tanto da fare e alla fine c’è anche agonismo. L’anno scorso se la sono giocata dopo 24 ore sulla linea del traguardo…».
Un giorno per caso
Il ciclismo viaggia di pari passo con l’amicizia per Emiliano Cantagallo, folletto delle due ruote, che recita mille ruoli diversi e tutti con identico entusiasmo. Dal record di scalate dello Zoncolan al progetto Sara Safe Factor, passando per la creazione di destinazioni turistiche. L’aggancio con l’autodromo di Vallelunga nasce per caso ed è proprio Fisichella a raccontare.
«L’idea della Roma XXIVh – dice – è nata insieme a Emiliano, andando in giro alcuni anni fa con le bici. Un giorno siamo entrati nel Circuito di Vallelunga e ad entrambi si è accesa una luce. Come sarebbe girare con la bici nella pista? Io conosco bene i proprietari, così abbiamo provato a vedere qualcosa da poter fare insieme. E’ nato tutto così, poi Emiliano con le sue idee e il suo modo di gestire, l’ha ampliato e migliorato. L’ha portato bene avanti, edizione dopo edizione: ormai siamo alla quarta e sta crescendo sempre di più».
La bici e i piloti
La bici è silenziosa e sottile, certe auto hanno gomme larghe come botti e rumori da tenere svegli interi paesi. Eppure se vi è capitato di fare un giro all’interno di un autodromo, che ci siano auto oppure moto, dai box spuntano spesso le ruote sottili di una bicicletta. Il connubio esiste, quasi che fuori da quegli abitacoli per le alte velocità, i piloti non sappiano resistere al fascino di una velocità diversa, ma non per questo meno affascinante.
«Per i piloti, non solo di macchine ma anche di moto – spiega Fisichella – la bicicletta è diventata un po’ un allenamento, un po’ una sorta di hobby, una passione. Non dico una moda, però in tanti vanno in bici e si allenano. Alcuni la prendono meno e fanno un po’ più fatica, altri sono dei ciclisti provetti. I piloti in genere sono ben allenati, per cui anche se alcuni sulla bici ci salgono davvero poco, riescono ugualmente a fare delle belle medie. Io stesso l’ho scoperta per preparazione e anche per piacere. Come allenamento non la usavo tantissimo, perché passavo più ore in palestra. Prima era così, ma anche per noi molto dipende dal preparatore che hai: se crede o non crede in una determinata attività. E io andavo a farmi le mie uscite, perché mi piaceva divertirmi in sella e vedere i paesaggi. Poi da vero e proprio allenamento, è diventata sempre più importante. Adesso la prendo spesso e faccio i miei 6-7 mila chilometri all’anno».
Scetticismo sconfitto
Lo fanno a Misano, l’hanno fatto a Monza e al Mugello, idem a Vallelunga e ad Abu Dhabi. Sarebbe bello che gli autodromi diventassero per qualche giorno delle ciclabili, ma su questo Fisichella getta un po’ d’acqua sul fuoco. Un po’ perché le piste sono quasi sempre impegnate da varie sessioni e un po’ per lo sforzo organizzativo che questo richiederebbe.
«Non è facile organizzare certe cose – risponde – richiedono un certo impegno e sforzo mentale. Non puoi aprire la pista e dire a un gruppo di ciclisti di andarsi a divertire. Quando facciamo delle giornate in pista, dopo che finiscono di provare le macchine, dobbiamo comunque fornire la massima assistenza, con l’ambulanza e il servizio di sicurezza, perché può accadere di tutto. Se c’è qualcuno che si impegna a fare tutto questo, come fa Emiliano, allora può funzionare e si possono aprire anche a gli altri circuiti. I proprietari di Vallelunga inizialmente erano un po’ scettici. Già in passato avevano ricevuto alcune richieste per fare delle entrate in pista con le biciclette, però secondo me non si aspettavano che poi andasse a finire così. Chissà, forse pensavano che avremmo fatto la prima edizione e che non saremmo andati avanti, invece anche loro si sono stupiti…».
Da non perdere
E così la Roma XXIVh sta nuovamente per scaldare i motori: l’appuntamento è stato già fissato per il 13-14 luglio. E’ sempre rischioso chiedere all’oste del suo vino, ma farsi dire da Giancarlo Fisichella per quale motivo valga la pena prendervi parte è una tentazione a cui non si resiste.
«Dovrebbero venire – sorride – perché veramente quest’anno c’è di tutto. Ci sarà anche una 10 chilometri a piedi e una mezza maratona. C’è il fitness, c’è lo spinning, ci sono le piscine. La sera apre la discoteca, ci aspettiamo tante tante persone e quindi vogliamo offrire davvero tanto. E poi ovviamente ci sono la bicicletta e una pista spettacolare. L’asfalto è un biliardo, non c’è una buca: è perfetto, è sempre pulito. Abbiamo notato anche quando magari andiamo a fare la giornata dopo le prove, che le bici portano via quel leggero strato di gomma lasciato dalle auto. C’è sempre una grande aderenza e la massima sicurezza perché, proprio l’asfalto è perfetto. Non c’è altra cosa che ti dia la soddisfazione di girare dentro a un circuito di auto e che insieme ti dia anche tanta tranquillità».