Montagna più bicicletta è probabilmente il binomio più antico e romantico nel mondo dello sport. Le strade che salgono, come lingue d’asfalto, e si addentrano nelle valli più impervie, alla ricerca di spazio, di aria. Il ciclismo è sempre stato legato alla salita e, di conseguenza alle montagne. Tutto però si evolve e quelli che una volta erano scenari legati solo alle imprese solitarie dei campioni diventano alla portata di tutti. La bici include, crea socialità e fa vivere a tutti la bellezza di un territorio.
Questo lo ha capito anche l’Alta Badia, da anni teatro della Maratona de les Dolomites. Ora la Gran Fondo, che mantiene il suo format, convive con eventi dedicati a chi la bici la prende come un mezzo di salute e puro divertimento. Le stesse strade diventano un fil rouge che unisce vette appuntite e paesaggi morbidi. Il nome dell’evento in questione è Sellaronda Bike Day: due date, una a giugno e una a settembre. Un territorio, quello dell’Alta Badia, e un’unica protagonista: la bicicletta (in apertura foto Alta Badia – Freddy Planinschek).
“Risposta” alla Maratona
«Il Sellaronda Bike day – ci racconta Roberto Huber, direttore di Alta Badia brand – nasce come risposta alla Maratona dles Dolomites. Non con accezione negativa, ma l’evento principale, la Gran Fondo, richiamava tanta gente. Non riuscivamo a far iscrivere tutti, così ci è venuto in mente di chiudere al traffico le strade e dedicare un’ulteriore giornata alla bici. Siamo partiti con la chiusura del solo Passo Gardena al traffico veicolare. Via via i territori circostanti hanno capito l’importanza e la potenza di questa iniziativa e siamo così arrivati a creare un percorso ad anello. Misura 55 chilometri e unisce i famosi quattro Passi: Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo.
«Nel tempo si è aggiunto un altro evento: il Dolomites Bike Day. Questo porta alla luce una parte diversa del nostro territorio. Ne fa parte sempre il Passo Campolongo, ma si aggiungono Falzarego e Valparola, per un totale di 51 chilometri».
Una spinta per il territorio
L’evento Sellaronda Bike Day è giunto alla 19ª edizione: quest’anno si partirà sabato 8 giugno e vedrà una seconda data a settembre: sabato 7. Per far capire la forza della manifestazione vi basti pensare che nel corso degli anni se n’è aggiunta una seconda: la Dolomites Bike Day, come spiegato prima da Huber.
«Le adesioni – prosegue Huber – nel corso degli anni sono aumentate sempre di più, in maniera quasi vertiginosa. Per noi questa manifestazione (Sellaronda Bike Day, ndr) ha rappresentato un modo per far vivere il territorio anche nel mese di giugno. Un periodo che altrimenti sarebbe stato “morto”. Giugno, se vogliamo, possiamo considerarlo il mese della bici. Non solo perché oltre al Sellaronda c’è anche il Dolomites Bike Day, ma anche per la quantità di turisti che si ferma da noi.
«Il Dolomites Bike Day – continua – è nato perché le partecipazioni erano tante. Siamo arrivati ad avere anche 20.000 persone sul percorso, in un fiume continuo di biciclette e non solo. Mettere a disposizione una seconda manifestazione ci è sembrato pressoché naturale. Come ci è sembrato facile coprire ancora un fine settimana del mese di giugno, che è diventato davvero il mese della bici».
Libertà e scoperta
Sellaronda Bike Day e Dolomites Bike Day sono diventati il termometro per capire e studiare il cicloturismo in Alta Badia. L’evoluzione del movimento intorno alla bici ha fatto intuire come il territorio sia a misura di pedali, ed è alla portata di tutti.
«Il bello di questi eventi – conclude Roberto Huber – è che la gente si sente libera. Non ci sono iscrizioni, non è nello spirito delle giornate: uno si sveglia al mattino e decide se venire o meno. All’inizio venivano viste, soprattutto il Sellaronda, come giornate aggiuntive alla Maratone, ma non è così. Lo spirito di chi pedala è totalmente diverso. Qui vincono le famiglie, i turisti e tutti coloro che prendono la bici come un mezzo per scoprire un nuovo territorio e una nuova cultura. Ci si ferma per qualche giorno, si sfrutta il fine settimana e si dorme nei nostri hotel. L’afflusso di gente che arriva nel mese di giugno ha portato le strutture, tutte, ad aprire anticipatamente.
«Nel tempo – dice terminando il discorso – sono cambiate le bici presenti. Ci sono tantissime e-bike, e-mtb, city bike, bici con seggiolini e carrettate per portare i bambini. In più la sfumatura è internazionale, dei 20.000 presenti la metà, anzi più della metà, arrivano da fuori Europa».