| 29 Novembre 2024

Dalla corsa al ciclismo, i consigli di Andrea Lalli

Sempre di più! Una volta, ai ragazzi che gareggiavano in bici, i vecchi direttori sportivi dicevano che non dovevano camminare e che persino per andare a prendere il pane dovevano usare la bici. Adesso, invece, vediamo che la corsa a piedi è inserita persino nella preparazione, specie per chi fa ciclocross o MTB, ma sempre più anche su strada (in apertura foto Yoann Stuck).

Questo in ambito agonistico, come vediamo spesso su bici.PRO, nel nostro caso, invece, parlando di benessere e attività sportiva, i due sport sono ancora più legati e contigui. Quanta gente corre e pedala? E soprattutto quanta gente dalla corsa passa alla bici? Tantissima, specie con l’avanzare dell’età, ma non solo. Oggi la bici è quantomai cool!

Come può il podista adattarsi alla bici? Per rispondere, abbiamo chiesto qualche consiglio ad Andrea Lalli, un grande della nostra atletica leggera. Parliamo di un atleta che ha vinto un titolo europeo nel cross 2012, che correva la maratona in poco più di due ore e la mezza in appena più di un’ora. Lalli è tra coloro che hanno intrapreso questo percorso dalla corsa alla bici.

Andrea Lalli (classe 1987) è stato un grande del mezzofondo e del mezzofondo prolungato dell’atletica italiana (foto Fidal)
Andrea Lalli (classe 1987) è stato un grande del mezzofondo e del mezzofondo prolungato dell’atletica italiana (foto Fidal)
Andrea, fatto questo preambolo, a te la parola…

La prima cosa è partire per gradi, dalla base, quindi senza esagerare. Questo può sembrare banale, ma per il podista che passa alla bici ci possono essere subito sensazioni piacevoli che lo inducono a spingere.

Perché un corridore si trova bene in bici?

Perché il podista ha di suo un buon fiato e in bici, all’inizio, riuscirà a rendere bene. Deve però sfruttare quell’agilità che gli viene naturale. Il famoso “far girare le gambe”, ma senza spingere. Così, semplicemente andare, senza forzare. Il corridore è più elastico e riesce a far girare le gambe in modo più naturale, e questa sua agilità è un beneficio per il muscolo.

Chiaro…

Tutti coloro che sono passati dalla corsa alla bici si sono trovati bene, come detto. Molto più complicato il contrario, in quanto il gesto della corsa prevede degli impatti. In bici, invece, non si sentono dolori, cosa che invece è frequente quando si corre a piedi. In bici, anche se fai cinque ore, non hai fastidi. Non solo…

Il podista che passa alla ciclismo spesso è portato a spingere forte sin dall’inizio
Il podista che passa alla ciclismo spesso è portato a spingere forte sin dall’inizio
Continua.

Il podista è abituato alle alte intensità. Anche quando fa corsa lenta, si allena comunque con dispendi energetici maggiori rispetto al ciclista che va piano. Parlo proprio di pulsazioni: più alte nel podismo, più basse nel ciclismo. Io dico che, nel complesso, la corsa a piedi è più dura del ciclismo. Ti impone sempre un certo ritmo, mentre nella bici in alcuni momenti puoi rilassarti, anche smettere di pedalare. Però in bici puoi raggiungere picchi di fatica più elevati, proprio perché c’è un mezzo estraneo, la bici. Nella corsa, fare un 10.000 metri significa fare mezz’ora di intensità. Quelle stesse “sparate” in bici quanto durano? Otto o dieci minuti? Ecco perché il podista, anche mentalmente, è portato a spingere: ci è abituato. Per questo deve andare per gradi e non farsi prendere la mano.

Che consigli daresti a un podista, più o meno allenato, alle prese con la sua prima bici “seria”?

Anche se ha una certa elasticità, non dovrebbe sottovalutare una visita biomeccanica. Banalmente, individuare la taglia giusta della bici aiuta moltissimo tutto il resto, qualora poi si voglia affinare al massimo la posizione. Un altro aspetto importante, almeno per me che ho un approccio agonistico allo sport, è quello di fissare degli obiettivi, a prescindere che siano di alta performance o meno.

Cioè: voglio pedalare per stare bene o voglio pedalare per migliorare e gareggiare?

Esatto. In entrambi i casi, affidarsi a un preparatore, anche solo per avere dei giusti consigli, aiuta molto, anche a divertirsi.

Una visita biomeccanica non è mai sbagliata, anche se ci si sente messi bene in bici
Una visita biomeccanica non è mai sbagliata, anche se ci si sente messi bene in bici
Hai parlato di approccio: corsa e ciclismo sono due discipline di endurance, ma al contempo sono anche diverse, anche nelle tempistiche. Un’ora di corsa vale molto più di un’ora di bici, in termini di dispendio energetico e sforzo?

Esatto, cambiano i tempi. Infatti, bisogna proprio cambiare approccio. Come nella corsa è importante dividere i periodi di carico da quelli di recupero. Se chi viene dalla corsa era abituato a preparare le maratone, sa bene di cosa parlo: quelli sono carichi sostanziosi. In bici, anche se si mira alla prestazione, una volta che si sono fatte quattro ore o quattro ore e mezza è più che sufficiente. E soprattutto, anche due ore possono fare grandi cose in termini di recupero. Nella corsa serve più differenza fra stacco e allenamento.

Insomma, in bici puoi andarci più spesso.

Esatto, soprattutto se si decide di pedalare e basta, per il puro piacere di andare.

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