| 13 Febbraio 2024

Quando e perché il ciclista va dall’osteopata?

Il ciclismo non è sicuramente uno sport traumatico, se si escludono le cadute. Dal punto di vista fisico non c’è uno stress eccessivo che porti per forza ad avere problemi cronici. Servono però alcune accortezze per evitare di andare incontro a dolori o problemi che poi sfociano nella vita quotidiana. Con Gianluca Carretta, osteopata dei pro’ come di campioni come Nibali, Cancellara e Armstrong e tanti altri, affrontiamo le casistiche che richiedono la consulenza dell’osteopata e capiamo come prevenire tutto ciò. 

Gianluca, quali sono i casi più frequenti per cui un ciclista si rivolge all’osteopata?

Dal punto di vista delle richieste, cioè delle motivazioni, ci sono molte differenze. Normalmente il ciclista, l’amatore o comunque il cicloturista, si rivolgono all’osteopata (in apertura immagine depositphotos.com) nel momento in cui soffre di squilibri, che possono essere di natura posturale e cioè di natura muscolo fasciale o di problemi legati magari a traumi. Personalmente seguo diversi appassionati di ciclismo che si ritrovano ad avere qualche problemino, appunto posturale, e di conseguenza cominciano a ritrovarsi con dei fastidi. Magari iniziano a non essere efficaci dal punto di vista delle dinamiche della pedalata e quindi si sentono non perfettamente a posto

Gianluca Carretta ha lavorato con tantissimi pro’ delle due ruote
Gianluca Carretta ha lavorato con tantissimi pro’ delle due ruote
Cosa porta ai dolori più frequenti?

L’amatore a differenza del professionista fa meno prevenzione, anche se non tutti i pro’ sono così bravi. Quindi non si cura facendo un adeguato lavoro di manutenzione della propria “carrozzeria”, come esercizi di stretching oppure lavori di potenziamento del core che sono sempre importanti per mantenersi in equilibrio. Il ciclista spesso sta seduto 8 ore davanti al computer e quindi paga le conseguenze della sedentarietà e magari di un approccio all’attività fisica che non è sostenuto da un adeguato lavoro di preparazione. L’amatore non ha tempo da perdere, solitamente non ha un’ora al giorno per fare un lavoro di prevenzione, quindi dalla postazione di lavoro in ufficio passa direttamente alla bicicletta.

Quali le cause ricorrenti?

Da una parte ci sono i sovraccarichi, dall’altro un non adeguato approccio dal punto di vista preventivo all’attività fisica. Per quanto riguarda i sovraccarichi ci possono essere quelli della zona lombare, della zona dorsale e della zona cervicale. Quest’ultima, in rapporto alla postura in bicicletta, è sollecitata e può sfociare in problemini a livello dell’articolazione, soprattutto nel ginocchio.

I problemi posturali sono tra le cause che richiedono l’intervento dell’osteopata (depositphotos.com)
I problemi posturali sono tra le cause che richiedono l’intervento dell’osteopata (depositphotos.com)
Quali sono i tempo di recupero?

I tempi sono legati alla cronicizzazione del problema, nel senso che se il malessere viene affrontato in tempi relativamente brevi, e normalmente si riesce, non si arriva alla fase cronica. I tempi sono proporzionati all’anzianità del problema e dipende dalla volontà che ha il ciclista di fare esercizi per la ripresa. Non sempre i problemi si risolvono nel momento in cui mi si presenta un paziente. Partendo da un esempio come un bacino ruotato e bloccato da stress muscolare, da una cattiva postura, non sempre è sufficiente liberare il bacino, perché se poi non intervieni migliorando la condizione muscolo fasciale, il bacino poi torna a bloccarsi. Bisogna fare rieducazione, fare palestra e stretching. Con una caduta risolvi il problema perché sai che la causa è stata quella. Nel momento in cui invece ci sono degli squilibri dal punto di vista muscolare il discorso diventa più complicato. 

Come si possono prevenire i problemi in sella?

Bisogna essere sicuri che dal punto di vista biomeccanico la bici sia in condizioni ottimali per quanto riguarda le misure. Si deve essere certi anche che il ciclista gestisca bene la bici. Nel momento in cui l’amatore, preso dall’entusiasmo, comincia a pedalare troppo duro quindi con delle cadenze non adeguate e comincia a fare delle distanze o comunque dei percorsi che sono eccessivi per il grado di preparazione, ecco che questo approccio diventa un problema. Pedalare con rapporti duri a 60, 70 pedalate al minuto può portare ad un irrigidimento della muscolatura e può far perdere quell’elasticità muscolare preziosa per evitare gli infortuni che ho citato prima. 

I dolori possono culminare anche in parti del corpo non direttamente colpite (depositphotos.com)
I dolori possono culminare anche in parti del corpo non direttamente colpite (depositphotos.com)
Si ricorre all’osteopata anche dopo le cadute?

Quando il ciclista viene da me dopo una caduta e io sospetto che ci sia una frattura, gli consiglio subito di fare un’ecografia. Se l’esito è positivo allora entra in gioco l’ortopedico. Successivamente in alcuni casi si rivolgono a me per ritornare in sella o per aggiustare eventuali problemi che sono stati causati da compensazioni da caduta. Escludendo le fratture, le parti del corpo trattate con più frequenza sono la spalla ma anche bacino e polsi

Ci sono sport come il podismo che portano ad una vera e propria usura accelerata delle articolazioni inferiori o della schiena. La bici sotto questo punto di vista può avere delle analogie?

No. La corsa a piedi è uno sport che porta ad avere migliaia di impatti al suolo ogni volta che lo si pratica. E’ tutto più accentuato. Nel ciclismo una cattiva preparazione può essere facilmente corretta. Nella corsa se non si è correttamente preparati si va incontro a infortuni seri. Nella mia esperienza infatti, ho conosciuto e ho consigliato a tantissimi runner di spostarsi sulla bicicletta per continuare a fare un’attività fisica efficace che non peggiorasse eventuali problemi articolari. La bici fa bene, ma ci sono delle accortezze da prendere in considerazione come in ogni cosa. 

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