Abbiamo visto come Parigi, con le Olimpiadi alle porte, riesca a sfoggiare numeri da capogiro in merito alla mobilità attiva, grazie al suo Plan Vélo. E in Italia? Le nostre maggiori città, sebbene siano lontane dall’essere delle metropoli come quella francese, come si stanno comportando in merito?
Per un approccio più oggettivo abbiamo contattato Clean Cities Campaign, una “coalizione europea di oltre 70 ong, associazioni ambientaliste, movimenti di base e organizzazioni della società civile che ha come obiettivo “una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030”. Nella versione italiana del sito c’è un Osservatorio sulla mobilità urbana sostenibile relativo ai comuni capoluogo di città metropolitana. Noi abbiamo scelto di visionare i dati relativi alle cinque città più popolose della Penisola: Roma, Milano, Napoli, Torino e Palermo. Il tutto basato sulle analisi sintetiche dei vari Pums, Piani Urbani della Mobilità Sostenibile (obbligatori per legge per tutti i Comuni con più di 100.000 abitanti).
Iniziamo dunque questo Giro d’Italia della mobilità attiva, partendo da Nord verso Sud.
Milano, il biciplan Cambio
A Milano, nel dicembre 2021 il Consiglio metropolitano ha approvato il biciplan Cambio che prevede 24 linee super-ciclabili: 4 circolari, 16 radiali e 4 greenways. Si tratta di 24 tragitti studiati per connettere scuole, aziende, stazioni, ospedali, parchi e musei, dall’hinterland al cuore di Milano e viceversa e per collegare tra loro i comuni.
Uno degli obiettivi al 2035 per il capoluogo meneghino è quello di dotarsi di 750 km di infrastrutture ciclabili per raggiungere il 20% degli spostamenti totali sul territorio in bicicletta e il 10% degli spostamenti intercomunali.
Torino, bastano Giro e Tour?
Torino quest’anno ha accolto due eventi come Giro d’Italia e Tour de France. Il suo Pums, approvato nel lontano 2011, prevedeva un potenziamento della mobilità ciclabile, passando da circa 172 km di rete realizzata nel 2008 (124 km lungo la viabilità e 48 km nei parchi), ai 270 km previsti dal “Piano degli itinerari ciclabili”. Sarà sviluppato il tema dell’intermodalità, in particolare localizzando parcheggi per le bici in prossimità delle stazioni del passante ferroviario e della metropolitana.
Secondo gli indicatori aggiornati nel 2016 gli spostamenti in bicicletta devono passare da 54.000 a 90.000 al giorno, il numero di rastrelliere da 5.400 a 6.000 postazioni in città, nello scenario di lungo periodo. Il Pums prevede inoltre il potenziamento del bike sharing con 1.300 biciclette collocate in 390 ciclostazioni.
Roma, il GRAB come San Pietro
Scendendo al Centro, in merito alla Capitale abbiamo già ascoltato la voce dell’Avvocato Gianluca Santilli. Il Pums RC (Roma Capitale) è stato approvato definitivamente nel febbraio 2022. In esso ci sono azioni finanziate che prevedono l’estensione di 91,4 km della rete della ciclabilità mediante la ricucitura e l’ampliamento della rete esistente. Oltre alla realizzazione di nuovi bike parking nei principali nodi di scambio con il trasporto pubblico ed in particolare presso le fermate della metropolitana. Nel suo complesso, lo Scenario di Riferimento vedrebbe a regime una rete ciclabile principale di 245 km e una rete ciclabile “locale” di 564 km.
Per quanto riguarda i nuovi sistemi tangenziali, si evidenzia il progetto denominato GRAB (Grande Raccordo Anulare delle Bici), consistente nella realizzazione di un anello ciclopedonale esteso di 45 km. Nello Scenario di Piano, con un orizzonte temporale di dieci anni, sono stati previsti ulteriori percorsi per complessivi 304 km di nuove ciclovie.
Napoli, 40 km non bastano
Nella Città Metropolitana di Napoli la rete ciclabile conta appena 40 km. La proposta del Biciplan è stata elaborata sulla base delle analisi territoriali e a seguito delle indicazioni fornite dalle associazioni e dei cittadini durante le attività di partecipazione.
Essa prevede una struttura della rete definita in maniera gerarchica, nel seguente ordine: 8 itinerari prioritari (per un totale di circa 140 km); 14 itinerari secondari (130 km); 10 vie verdi ciclabili (160 km). Ogni itinerario è identificato da un codice e da un nome che permette di definire lo schema di “Bicipolitana” del capoluogo partenopeo.
Palermo, piano da approvare
Infine, a Palermo il Pums è stato adottato lo scorso aprile (ma non ancora ufficialmente approvato, quindi potenzialmente oggetto di revisione). Gli interventi per le reti ciclabili prevedono un ampliamento di 41 km di rete (rispetto ai 49 esistenti nel 2017) e riguardano il potenziamento delle connessioni tra il centro e le periferie. Inoltre, sono previsti interventi ciclopedonali nei siti naturalistici dell’Addaura.
Nel mirino c’è anche la riconversione in “greenway” della sede delle dismesse ferrovie a scartamento ridotto nel tratto Palermo-Monreale. Il tracciato attraverserà, oltre alle aree urbanizzate, anche ambiti di particolare valenza ambientale e paesaggistica. In ultimo, il “percorso ciclabile zona sud” prevede invece il completamento del tracciato ciclabile esistente in via Messina Marina e via Archirafi, per un totale di circa 9 km.