| 19 Febbraio 2024

Ecco come Genova è diventata una città ultraciclabile

Fino a pochissimi anni fa, ben pochi avrebbero scommesso su Genova come città “bike friendly”. Invece il capoluogo ligure è impegnato già da un po’ di tempo in una vera corsa, con piste ciclabili che si vanno moltiplicando. I numeri sono completamente a favore della rimodulazione urbanistica.

Già nel 2020 Genova era stata la seconda città per aumento di chilometri dedicati ai ciclisti, oltre 30 (seconda solo a Milano con 35), ma da allora il progetto è andato avanti ed entro il 2025 si conta di portare il chilometraggio per le due ruote a ben 150.

La ciclabilità genovese ha ricevuto un grande impulso dalla diffusione delle E-bike
La ciclabilità genovese ha ricevuto un grande impulso dalla diffusione delle E-bike

La svolta e-bike

Alcuni progetti sono già in fase esecutiva, ad esempio la ciclabile in Val Polcevera che collegherà la Fiumara a Pontedecimo (storica sede di arrivo del Giro dell’Appennino) e i cui lavori dovrebbero essere completati già nella prossima estate. Genova va così a inserirsi in una ristretta elite di città italiane “virtuose” da questo punto di vista e conta di affiancare, come numero di chilometri di piste, addirittura Ferrara, considerata un esempio non solo in Italia.

Da che cosa nasce un simile impegno? Parlando con l’Assessore alla Mobilità del Comune di Genova, l’avvocato Matteo Campora, si nota facilmente come il tema sia fortemente sentito: «Molto in questa evoluzione urbanistica ha influito un’altra evoluzione, quella della bici stessa. L’esplosione del fenomeno delle bici a pedalata assistita ha ridisegnato i nostri piani. Genova non è una città strutturalmente facile, tutti sanno che è piena di salite e l’utilizzo della bici elettrica consente di superare le difficoltà favorendo al tempo stesso non solo l’ambiente, ma anche la vita stessa dei cittadini».

L’avvocato Matteo Campora, Assessore alla Mobilità del Comune genovese
L’avvocato Matteo Campora, Assessore alla Mobilità del Comune genovese
Che riscontri avete avuto da parte della cittadinanza?

Nel complesso molto positivi. L’utilizzo della bici consente a tanti di raggiungere il posto di lavoro in tempi più rapidi rispetto all’auto e soprattutto risparmiando. Noi però dobbiamo permettere a tutti di utilizzare la bici pensando non solo ai tempi di percorrenza, ma anche alla sicurezza. Ogni nostro intervento deve essere studiato nei dettagli, ad esempio la pista ciclabile di Corso Italia è stata disegnata pensando anche alle conseguenze per la circolazione automobilistica, in modo da non andare a penalizzare chi comunque va su quattro ruote.

Genova come tante altre città ha potuto usufruire dei fondi europei dedicati proprio alla costruzione di piste ciclabili?

Certamente, ma non avevamo interesse a prendere i soldi e semplicemente costruire, dovevamo farlo sulla base di un progetto ampio, che riguardasse non solo la circolazione stradale ma anche tutti i servizi di cui un fruitore ha bisogno.

L’obiettivo del Comune di Genova è poertare il numero di chilometri ciclabili a 150 entro l’anno prossimo
L’obiettivo del Comune di Genova è poertare il numero di chilometri ciclabili a 150 entro l’anno prossimo
Quanto ha influito il periodo del Covid?

Molto, ma era importante fare sì che quella non fosse solo una moda. Ci ha dato una spinta, seguendo la progressiva diffusione dell’utilizzo della bici per gli spostamenti in quei mesi così difficili. Abbiamo capito che potevamo far sì che quella moda si radicasse nella cultura genovese.

Come sottolineava prima, non si tratta però solo di disegnare nuovi tratti ciclabili…

Assolutamente. Noi abbiamo dato un nuovo impulso a tutta la viabilità ciclistica con una serie di servizi. Ad esempio le velostazioni, strutture in vetro e acciaio collocate in luoghi strategici all’interno della città: la stazione di Brignole, piazza Dante, la Darsena, Prà, Cornigliano e Bolzaneto. Vi si accede con la tessera di Genova Parcheggi, per ottenere la quale basta versare una cauzione di 5 euro, ma il suo utilizzo è completamente gratuito. Inoltre abbiamo collocato 7 posti di parcheggio bici in Comune per consentire a chi viene per seguire le proprie pratiche di non doversi dannare nella ricerca di parcheggi. Ma siamo andati anche oltre…

La velostazione di via Gramsci in Darsena. Una struttura moderna per la custodia della bici
La velostazione di via Gramsci in Darsena. Una struttura moderna per la custodia della bici
In che senso?

Noi abbiamo interesse che l’utilizzo della bici a pedalata assistita si diffonda, in modo da ridurre la congestione del traffico. Per questo abbiamo pensato anche a incentivi per l’acquisto, che arrivano all’erogazione di un contributo fino a 700 euro. Vogliamo dare una mano a ognuno per seguire questa strada.

Questa nuova immagine di città ciclabile avrà riscontri anche dal punto di vista sportivo?

Io credo che l’impulso c’è e sarà forte. Noi collaboriamo con la Fiab ma anche con la Fci. Il Giro dell’Appennino è un appuntamento fisso, non va dimenticata anche la Marathon dell’Appennino di mtb che il prossimo anno sarà campionato europeo della specialità. Poi c’è l’appuntamento con il Giro d’Italia, in occasione del quale porremo due targhe ricordo, dedicate a Michele Scarponi e a un cicloturista genovese anche lui scomparso in un incidente stradale.

Per la ciclabile di Corso Italia è stata ridisegnata tutta la circolazione stradale della zona
Per la ciclabile di Corso Italia è stata ridisegnata tutta la circolazione stradale della zon
Accennando al discorso mountain bike, il vostro impegno si traduce in incentivo all’attività anche offroad?

Sì, ad esempio attraverso la funicolare Zecca-Castellaccio che porta da Largo Zecca alle pendici del Monte Peralto. Con 5 minuti, portandosi la propria Mtb si possono raggiungere i percorsi della zona dei Forti affacciati sulla città, avendo i monti alle spalle. Il nostro impegno non si ferma, l’obiettivo è fare in modo che tutta la litoranea sia a uso e consumo dei ciclisti, ma ripeto, sempre in sicurezza.

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