Il tema della sostenibilità, nelle sue diverse argomentazioni, è molto caro a Pirelli Cycling, il reparto dell’azienda lombarda completamente dedicato allo sviluppo dei prodotti per la bici. Grazie al contributo di Samuele Bressan, responsabile prodotto Pirelli, cerchiamo di capire perché la mobilità urbana e la sostenibilità vanno a braccetto.
Cosa significa una produzione sostenibile? Quali sono le operazioni sostenibili che adotta un colosso industriale come Pirelli nell’ottica della mobilità urban? Questi e altri quesiti trovano spazio in questo approfondimento.
In una ipotetica scala valori, il primo fattore da considerare per scegliere uno pneumatico urban?
Le gomme urban devono essere robuste e resistere alle forature, affidabili in fatto di tenuta, devono essere efficienti nel rotolamento. Quest’ultimo fattore è meno considerato da quando le e-bike sono le più usate anche in città. Spesso viene adottato il paragone con il settore moto/scooter, gli pneumatici buoni per la città non fanno cadere e devono evitare il più possibile le forature.
La mobilità urbana fatta con la bici è anche sostenibile?
Lo è per concetto, anche se entriamo in un discorso più articolato. Le categorie di utenti sono molto differenti tra loro e spesso ci si confronta con ciclisti urbani poco consapevoli sotto il profilo tecnico, preparati in fatto di sostenibilità. Oppure, diventano consapevoli della sostenibilità quando riconoscono come sostenibile un prodotto. Ad esempio, vedono una gomma che presenta un logo che si riferisce ad un concetto green, da lì approcciano direttamente la mobilità urbana sostenibile.
Può un’azienda che produce pneumatici essere sostenibile?
Certo. In Pirelli abbiamo molto a cuore il tema della sostenibilità e lo urban può essere una delle massime categorie dove esprimersi. L’azienda ricerca tantissimo su nuove materie prime bio-base, ovvero materiali sostenibili a base riciclata o provenienti da fonti naturali. Ovviamente sfruttiamo il vantaggio di mutuare/ereditare alcune ricerche dell’automotive Pirelli.
Riciclati o di derivazione naturale. Meglio o peggio dei sintetici?
Sono due prodotti differenti e possono avere impieghi diversi. Non di rado gli pneumatici che sfruttano materie prime di derivazione naturale mostrano performance superiori a quelli sintetici. I riciclati invece offrono garanzie di robustezza e longevità, ovviamente in fatto di sostenibilità. Sono applicabili allo urban e prodotti che non hanno bisogno di prestazioni estremizzate.
Pneumatici urban, con o senza tasselli?
Mi verrebbe da dire, ad ognuno il suo. Anche la mobilità urbana è in evoluzione e ci sono alcune specificità da rispettare per sfruttare al meglio il prodotto. Rimanendo in ambito Pirelli urban/city bike, abbiamo tre gomme differenti. Una slick pensata per chi pedala solo in città, una sorta di semi-slick per chi si spinge a pedalare su una strada bianca, ad esempio in un parco di tanto in tanto, fino ad arrivare ad una copertura che presenta dei tasselli laterali. Quest’ultima è dedicata a chi pedala all’interno di un sentiero, oppure nel fine settimana si fa una gita fuori porta.
La produzione sostenibile ha un costo maggiore, se messa a confronto con una standard?
Assolutamente. La certificazione, soprattutto se profonda ed articolata come quella di FSC e Bureau Veritas, va ad indagare ogni passaggio della catena di approvvigionamento, manifattura e non solo la fonte. La segregazione dei materiali va garantita lungo tutta la filiera, sia di Pirelli sia delle terze parti coinvolte, siano esse fornitori di materiale, di semilavorati o solo di passaggi intermedi di lavorazione del prodotto. Questo vuol dire che Pirelli in primis ha più costi da sostenere, ma deve anche chiedere lo stesso impegno alla sua catena di fornitura. Talvolta si contribuisce a sostenere i costi anche delle terze parti.