TERNI – Abbiamo incontrato Gino Iaculli, avvocato ed ideatore del “Progetto Cicloturismo Italia”, un mosaico composto da diverse tessere, con il quale si intende offrire al Paese una proposta complessiva e sistematica per il settore del cicloturismo. Superando quello che, spesso, è uno sviluppo a macchia di leopardo e piuttosto disorganizzato. Una di queste tessere è la Scuola Italiana Cicloturismo che, tra le altre attività, ha quella della formazione delle Guide Cicloturistiche professionali. Vediamo da cosa nasce.
«Tutta l’idea del “Progetto Cicloturismo Italia” – spiega – ha preso spunto da ciò che accade nel turismo dello sci, riportandolo nel mondo delle due ruote e, in particolare, considerando le Guide Cicloturistiche alla stregua dei Maestri di sci e delle Guide Alpine. Per esperienze di qualità servono professionisti preparati, capaci di accompagnare i turisti con competenza e sicurezza».
E’ con questo obiettivo che nasce la Scuola Italiana Cicloturismo?
Sì, si tratta di un ente del Terzo Settore a cui l’Associazione Guide Cicloturistiche Italiane (l’associazione di categoria professionale riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico, altra tessera del “Progetto” ed anch’essa con sede qui a Terni, ndr) affida la formazione professionale delle guide cicloturistiche. La Scuola si distingue per l’approccio innovativo e pratico alla formazione, ponendo grande attenzione non solo alle competenze tecniche, ma soprattutto allo sviluppo di una mentalità professionale, spesso assente in chi già opera nel settore, a vario titolo.
In cosa consiste la formazione per chi vuole diventare Guida Cicloturistica professionale?
Il corso di formazione proposto dalla Scuola Italiana Cicloturismo ets, dura tre mesi e copre diversi ambiti fondamentali: dalla pianificazione e gestione degli itinerari (le guide devono essere in grado di scegliere percorsi adatti ai diversi tipi di cicloturisti, considerando difficoltà, sicurezza, punti di interesse e servizi disponibili lungo il tragitto) alle normative e sicurezza. Dalla gestione del gruppo finalizzata a creare un’esperienza positiva per tutti ad altri aspetti non meno marginali.
Quali?
Quelli tecnici e meccanici, ad esempio. Una guida professionale deve essere in grado di intervenire rapidamente in caso di piccoli problemi meccanici alla bicicletta. Ma penso anche agli aspetti di comunicazione e marketing. Per chi vuole trasformare questa passione in un’attività professionale, è fondamentale saper promuovere i propri servizi e valorizzare l’esperienza che offre.
Perché avete deciso di puntare sullo sviluppo di una mentalità professionale?
E’ uno degli aspetti distintivi della Scuola Italiana Cicloturismo. Spesso, chi accompagna gruppi in bicicletta lo fa con un approccio amatoriale, senza considerare gli aspetti organizzativi, economici e di responsabilità che caratterizzano una vera professione. La Scuola vuole colmare questa lacuna, formando guide che sappiano distinguersi per qualità e affidabilità.
Cosa succede una volta concluso il corso?
Succede che il percorso formativo in realtà… non si conclude. Una volta superato l’esame finale, il corsista ottiene la qualifica professionale di Guida Cicloturistica. Tuttavia, per l’esercizio della professione è poi necessaria l’abilitazione, che si ottiene tramite l’iscrizione al Registro Guide Cicloturistiche Italiane (come da art. 2229 del Codice Civile, ndr). Questo passaggio è fondamentale per garantire il riconoscimento della professione e per operare nel settore con piena legittimità.
Qual è il valore aggiunto che dà la Scuola Italiana Cicloturismo?
Direi che la Scuola non si limita a fornire nozioni teoriche, ma propone una formazione pratica e immersiva, con esperienze sul campo che permettono ai corsisti di confrontarsi con le reali sfide del mestiere. Inoltre, i docenti sono professionisti del settore, con anni di esperienza nel cicloturismo o nella formazione in varie discipline. Un altro valore aggiunto è la rete di contatti che i corsisti sviluppano durante il corso: entrare a far parte della Scuola Italiana Cicloturismo significa avere accesso a un network di professionisti e opportunità lavorative nel mondo del cicloturismo.
L’avvocato Iaculli ci ha dipinto un quadro a noi noto: il cicloturismo è in forte crescita e sempre più turisti cercano esperienze guidate di qualità. Di conseguenza, investire nella propria formazione è il primo passo per distinguersi e trasformare una passione in una vera professione. Se siete interessati ad intraprendere questo cammino sta per partire a breve (il 18 febbraio) il Corso di Guida Cicloturistica Professionale. Le lezioni si terranno in videoconferenza e in orario serale, fino al mese di maggio, quando ci saranno le lezioni pratiche a Terni. Il costo di iscrizione è di 960 euro a cui vanno aggiunti i 150 euro per l’iscrizione annuale al Registro Guide Cicloturistiche Italiane. Per tutti gli altri dettagli rimandiamo al sito della Scuola.
Scuola Italiana Cicloturismo