| 11 Agosto 2025

In cammino fra le attese e la meraviglia delle “terre mutate”

CASTELLUCCIO DI NORCIA – Il vento stamattina è fresco, il Vettore vigila bonario e immenso sul Pian Grande. Non ci sono campanacci di pecore né i soliti cani, semplicemente una pista nell’immenso prato e il frusciare delle ruote. Se quest’anno a causa delle piogge a dir poco scarse la fioritura non è stata abbondante come al solito, Castelluccio alle nostre spalle è un fiorire di gru e cantieri. Siamo in cammino da giorni per i paesi distrutti dal terremoto del 2016 e finalmente si vedono i segni e i primi frutti della ricostruzione. Norcia (foto di apertura), Cascia, Leonessa, Ussita, Visso, Camerino, Arquata, Amatrice, Campotosto. In ciascuna di esse ci ha assalito finalmente la sensazione di un ritorno alla vita.

Siamo nelle terre mutate: luoghi dello spirito, la presa di coscienza che nulla sarà più come prima, un nuovo mondo che trae forza e valore dalla diversità. I Cammini che vi racconteremo in questa serie di articoli sono fatti di incontri, testimonianze, foto e video. Con noi ha viaggiato un testimone d’eccezione: Giovanni Visconti. Uno che ha fatto per 18 anni il corridore professionista, poi quando si è ritirato ha rimesso ordine nei pensieri lungo i chilometri della Sicily Divide e ogni volta che è passato da queste parti ne è uscito con gli occhi pieni di bellezza e tristezza. Conosce il senso del recupero di se stessi lungo strade poco note. Sarà lui a pedalare in favore di camera e poi a raccontarci le sue impressioni sulla vita dopo la distruzione.

La svolta dopo 8 anni

La prima volta avvenne di notte, la seconda di mattina presto. E’ difficile spiegarsi perché il terremoto arrivi sempre quando la gente dorme e ha la guardia abbassata. Il 24 agosto del 2016, Arquata, Amatrice e Accumoli smisero di esistere e attorno a loro decine di frazioni vennero sbriciolate da quella furia inattesa. Campotosto, Pretare, Preta, Acquasanta Terme, l’elenco è lungo. Il 30 ottobre la terra diede il colpo di grazia, che allargò il raggio e fu devastante per Norcia, Camerino, Visso, Sarnano, Montemonaco, Amandola e la provincia maceratese a contatto con i Monti Sibillini.

La ricostruzione si è arenata per otto anni nei legacci della burocrazia, mentre il resto d’Italia andava avanti fra bonus e ristrutturazioni. Comunità sbriciolate e disperse. Popolazioni spostate verso il mare o alloggiate in strutture, usate oltre la loro scadenza. Le casette SAE (soluzioni abitative di emergenza) dopo un po’ scadono. Sono provvisorie, ma da queste parti la provvisorietà è diventata giorno dopo giorno e anno dopo anno una regola inesorabile. Finché l’ufficio del Commissario straordinario alla ricostruzione, prima con Giovanni Legnini e poi con Guido Castelli, ha impresso la svolta necessaria con un passaggio intelligente e lungimirante del testimone. E di colpo si sono aperti i cantieri e altri se ne apriranno.

Il turismo più lento

Sono zone accomunate da due Parchi Nazionali: quello dei Monti Sibillini e quello del Gran Sasso e Monti della Laga. Aree a fortissima vocazione turistica, grazie a un ambiente intatto e a borghetti che avevano fatto dell’accoglienza il loro tratto distintivo. Non sono mai stati posti per il turismo di massa, ad eccezione della ressa che si scatena ogni anno a luglio per la fioritura di Castelluccio.

Per questo si è pensato che il modo migliore per riportare gente da queste parti sia puntare sulla natura, sui colori, i sapori e la spiritualità. Sui Cammini, che hanno ricevuto fortissimo impulso in tutta Europa dopo il Covid, tracciandone anche una versione a misura di bicicletta. Perché il ciclista sa essere ugualmente silenzioso e spirituale. E certi posti l’anima te la tirano fuori soltanto a guardarli, figurarsi a percorrerli con la lentezza che fa riscoprire le piccole cose.

«Il Governo mi ha assegnato una cifra molto consistente – spiega Guido Castelli, attuale Commissario straordinario alla ricostruzione – per il rilancio dei Cammini e per sostenere il turismo lento e outdoor. Sono poco meno di 50 milioni di euro che abbiamo destinato soprattutto e prevalentemente all’infrastrutturazione dei percorsi pedonali e ciclabili. In parte li abbiamo destinati a sostenere le attività economiche che si candidano a garantire servizi, accoglienza, ristoro ai pellegrini, ai camminatori e ai biker. Da ultimo abbiamo anche sviluppato una serie di azioni di promozione turistica e divulgazione dei Cammini. Questa si è concretizzata anche con la realizzazione di una guida dei Cammini e della rinascita e del sostegno a tutta una serie di Festival che si impegnano e si sono impegnati nel promuovere l’idea del turismo lento e dei Cammini».

Quattro Cammini

Noi abbiamo individuato quattro Cammini e siamo andati a provare le porzioni che attraversano l’area del cratere del sisma del 2016: quella in cui le cose sono meno semplici. Le aziende ricettive ristrutturate servono per far dormire gli operai che stanno lavorando e di loro non si può fare a meno. Ma ci sono i conventi e le strutture che sono sopravvissuti alle scosse e hanno aderito di buonissimo grado a sposare il progetto.

Vi racconteremo del Cammino di San Benedetto, che congiunge Norcia e Subiaco in 300 chilometri: la città in cui il Santo nacque e quella in cui morì. Il Cammino nelle Terre Mutate, oltre 200 chilometri da Fabriano a L’Aquila. Il Cammino dei Cappuccini, 400 chilometri da Fossombrone ad Ascoli Piceno, attraverso i luoghi in cui fu costituita la regola dei Cappuccini. Infine il Cammino Francescano della Marca, che in 167 chilometri da Assisi conduce ad Ascoli Piceno.

Il popolo dei pellegrini e dei cicloturisti si è rimesso in moto. I numeri raccolti in modo assolutamente empirico sono notevoli. Nell’Agriturismo Colle del Capitano di Monteleone di Spoleto le 1.000 spillette ricevute a inizio anno sono ormai finite. Luglio e agosto sono mesi di fiacca per il caldo, ma le settimane da settembre in avanti vedranno la ripresa. Per allora vi avremo raccontato tutto. E nel frattempo, buon cammino a tutti!

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