Grazie al cicloturismo, la Lombardia sta cambiando completamente la sua connotazione. Proprio con la bici la si può scoprire veramente, uscendo dagli stereotipi con i quali nasciamo e cresciamo, quella di una regione operosa ma industriale, lavorativa, dedita solo al profitto. E’ anche una regione dalle mille sfaccettature e il fiorire di percorsi ciclabili favorisce il nuovo modo di pensare anche vacanze ed escursioni per conoscerla meglio, più a fondo. La Ciclovia dell’Oglio è non solo un percorso, ma una colonna portante di questa nuova tendenza.
La Comunità Montana della Valle Camonica ha fortemente investito su di essa, facendone anzi un “must” della sua azione politica, culturale, ambientale. E’ diventata un fiore all’occhiello, considerando anche quanta gente ogni giorno sceglie il suo itinerario per vivere un’esperienza diversa. Il fiume Oglio è la spina dorsale di un itinerario che curiosamente è da considerare un “work in progress”, che si definisce ogni anno e ogni anno si ricostruisce, un mosaico nel quale ogni tessera si aggiunge all’altra.
Un’idea compiuta nel 2016
Guido Pietro Calvi, responsabile del servizio Parco Adamello conosce la Ciclovia come le sue tasche, anche se parliamo di un tracciato di ben 280 chilometri, che attraversa il territorio da Nord a Sud toccando ben 4 province (Brescia, Bergamo, Cremona, Mantova).
«Forse il segreto del successo della Ciclovia dell’Oglio è che non è un progetto organico, ma qualcosa che si realizza nel tempo. Se dovessimo identificare un inizio temporale, potremmo farlo nel 2016. Prima c’erano già tratti dal Tonale al Lago d’Iseo ma erano scollegati, pezzi a sé stanti. Con la donazione della Fondazione Cariplo ci si è messo mano in maniera decisa, rendendola compiuta. Partenza dal passo del Tonale a quota 1.883 metri, nel cuore del Parco dell’Adamello e arrivo sul Ponte di Barche a San Matteo delle Chiaviche.
La direttrice del Nord Italia
«La Ciclovia ha avuto il grande merito di aumentare enormemente il valore fruitivo del fiume e di tutto il suo territorio, perché le persone che ne affrontano tratti non mancano mai, qualsiasi sia la stagione. L’idea di base però è fare di questa Ciclovia qualcosa di parziale, per questo dico che è un progetto disorganico. L’obiettivo è fare un percorso ben più lungo che da una parte porti verso il Trentino, la Val di Sole, dall’altro verso il Po. A quel punto avremo una vera e propria direttrice ciclabile lungo gran parte del Nord Italia, offrendo uno spettacolo unico e un richiamo turistico enorme, anche per i collegamenti e le intersezioni con altri percorsi ciclabili che portano anche fuori dall’Italia, ad esempio verso Monaco di Baviera».
L’Oscar del 2019
La Ciclovia dell’Oglio ha ricevuto nel 2019 il premio quale ciclabile più bella d’Italia, ossia l’Oscar del Cicloturismo e non è un caso se la giuria ha deciso di premiarla.
«Chi la percorre rimane sempre estasiato perché intanto è un percorso che a dispetto della sua lunghezza è affrontabile pressoché da tutti, almeno per tratti in base alla propria condizione fisica e anche al proprio gusto. Il dislivello complessivo è di 1.862 metri, su un tracciato asfaltato per il suo 80 per cento. Ma la vera forza del percorso è che offre costantemente qualcosa di nuovo, il paesaggio cambia sempre, vai dalle montagne alpine alla flora mediterranea. Le ciclovie del Nord Europa sono sicuramente bellissime, ma a ben guardare pedali per chilometri in un contesto scenografico che non cambia mai. Qui basta veramente passare pochi chilometri e ti trovi in un mondo tutto nuovo».
Le tante attrattive del percorso
Per apprezzarla appieno, la Ciclovia dell’Oglio va studiata e la Comunità Montana ha lavorato in maniera certosina per diffonderla il più possibile e renderla accessibile nella maniera più compiuta. Innanzitutto c’è un sito ad essa dedicato che è quanto mai completo. Non solo indica il percorso, ma riassume in maniera molto dettagliata anche tutti i punti d’interesse che ogni tratto può garantire al visitatore, dai siti archeologici a quelli naturali, dai castelli alle architetture religiose di maggior interesse.
Non è un caso ad esempio se la Ciclovia colleghi lungo il suo percorso alcuni tra i Borghi più Belli d’Italia, l’elenco stabilito da un’associazione voluta dall’Anci che raggruppa i luoghi più caratteristici del Bel Paese. Bienno, con le sue caratteristiche ancora medievali dove l’acqua ha un’importanza ancora capitale, muovendo mulini e magli. Oppure Monte Isola, l’isola lacustre più grande d’Italia nel bel mezzo del Lago d’Iseo dove la tradizione peschereccia è più che mai viva. La bellezza della Ciclovia è che è come un gigantesco “gioco dell’oca”: ti sposti di casella in casella e trovi tesori da scoprire.
La guida cartacea
Sempre sul sito è possibile scaricare un depliant, ma non solo: «Per quanto tutti ormai siamo tecnologizzati – riprende Calvi – abbiamo messo in vendita presso le edicole una guida sulla Ciclovia, estremamente completa che tanti cicloturisti seguono abbinandola alla traccia Gpx presente e scaricabile sempre dal sito. C’è anche un piccolo punto dolente, legato alla segnaletica: proprio la genesi della Ciclovia ha portato a un sistema di segnali diversi gli uni dagli altri, abbiamo bisogno di un’impostazione unificata e stiamo lavorando per questo».