| 22 Maggio 2024

Dai trabocchi alla Majella, inizia il viaggio sulla Linea Gustav

ORTONA – Dal mare alla Majella, è questo l’obiettivo che spinge il GAL Costa dei Trabocchi ed il GAL Majella Verde a promuovere questa parte di Abruzzo agli amanti della bici. Siamo andati a pedalare con loro per scoprire questi luoghi in occasione di un evento speciale: l’inaugurazione di un nuovo anello cicloturistico, la Linea Gustav. Ben 207 chilometri che da Ortona si spingono verso l’entroterra e poi fanno ritorno sulla famosa Via Verde. E’ la pista ciclabile dei Trabocchi da cui è partito il Giro d’Italia l’anno scorso. In questo caso funge da attrattore per chi vuole impegnarsi di più, rispetto ai suoi 42 km fino a Vasto, e rimanere alcuni giorni su un territorio che, come vedremo, ha molto da offrire.

Abbiamo già parlato della Rete Ciclabile dei Trabocchi (300 km di itinerari imperniati intorno alla Via Verde) e sta muovendo i primi passi un’altra rete adiacente, un po’ più nell’entroterra, che è quella della Provincia di Chieti. Ebbene, la Linea Gustav prende un po’ dall’una e un po’ dall’altra rete, ma è una ciclovia a sé stante che a breve avrà una segnaletica tutta sua.

In questo resoconto vi proporremo quello che abbiamo visto nella prima parte, da Ortona a Torricella Peligna, posta proprio davanti alla maestosità della Majella. Ma, prima, un po’ di storia…

La Ciclabile dei Trabocchi è il punto di partenza per la Linea Gustav
La Ciclabile dei Trabocchi è il punto di partenza per la Linea Gustav

Dall’Adriatico al Tirreno

La Linea Gustav era la linea di fortificazioni messe in atto dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale al fine di arginare la risalita degli Alleati da Sud. Andava a tagliare tutto lo Stivale dall’Adriatico fino al Tirreno, passando per Cassino che subì feroci bombardamenti. Proprio nei giorni in cui abbiamo pedalato noi, ricorrevano gli 80 anni dallo sfondamento alleato della linea.

Oggi il progetto è quello di farla diventare una Via della Pace, tanto che l’Abruzzo ha appunto lanciato il tratto che vi descriveremo, ma già ci sono i contatti con il Lazio per creare un itinerario coast to coast.

Le colline si fanno annunciare dai vigneti di Montepulciano d’Abruzzo
Le colline si fanno annunciare dai vigneti di Montepulciano d’Abruzzo

Dalla spaggia alla collina

Si inizia a pedalare da Ortona, lasciando i propri mezzi nel grande parcheggio che è nei pressi dell’inizio del nastro verde della Via Verde. Si percorrono quindi i primi chilometri accanto al mare per scaldare le gambe. La nostra guida, Andrea di Bikexplora, ben presto però ci fa uscire dalla comodità della ciclabile per iniziare dei tratti sterrati con breve ma significative pendenze. Qui è avvantaggiato chi usa bici a pedalata assistita. Del resto il tracciato della Linea Gustav strizza l’occhio al cicloturista che, magari soggiornando lungo le spiagge della costa, vuole scoprire l’entroterra. Oppure che vuole percorrere tutti i 207 km in tranquillità. In questo caso sono consigliate quattro tappe (ad esempio con pernottamenti a Guardiagrele, Torricella Peligna e Lanciano, facendo base sulla costa).

Questo è il Convento francescano del 1448 ad Orsogna
Questo è il Convento francescano del 1448 ad Orsogna

Memorie partigiane

In questa prima parte della Linea Gustav si alternano tratti offroad tra i vigneti del Montepulciano d’Abruzzo e strade asfaltate poco trafficate. Dalla foce del Fiume Moro si sale a San Donato e si percorre la Valle del Moro fino a Poggiofiorito. Arielli è un piccolo borgo in cui si può programmare una sosta. Sul territorio non ci sono testimonianze architettoniche di roccaforti, ma è vivo il ricordo della sofferenza degli abitanti del posto, tanto che ricorrono spesso nei paesi lapidi e targhe in memoria dei sacrifici compiuti, oppure delle gesta della Brigata Majella che fu la prima formazione partigiana ad entrare a Bologna e si spinse fino ad Asiago.

Tappa a Guardiagrele

La parte più immersa nella natura è quella della Riserva dell’Annunziata in cui è possibile imbattersi in scoiattoli che attraversano lo stradone bianco o scorgere in lontananza dei cinghiali, come è successo a noi. La si percorre fino ad Orsogna, quindi consigliamo di deviare per circa 5 chilometri dal percorso della Linea Gustav e salire a Guardiagrele. Una salita non breve ma pedalabile (pendenze intorno al 5-6%) con possibilità di rifocillarsi presso la trattoria La Rondine 2.0 appena fuori dal nucleo storico del paese. Qui potete assaggiare le tipiche “pallotte cace e ove”, morbide polpette di uova e formaggio intrise in una fresca salsa di pomodoro. Sono solo alcune delle ricette proposte dalla Cucina Popolare Frentana che è una delle 28 comunità di progetto dell’area. Ognuna di esse ha il compito di valorizzare risorse sottoutilizzate del comprensorio, non solo gastronomiche.

Del castello triangolare che stava a “guardia di Grele” rimangono solo due torrioni e la località è stata soprannominata da D’Annunzio “terrazza d’Abruzzo”. Una parte di Guardiagrele affaccia infatti sulla Majella e quella opposta verso il mare, tanto che nelle giornate più limpide l’occhio corre fino alle Isole Tremiti e al Gargano. Colpisce la facciata del Duomo di Santa Maria Maggiore, con il campanile incorporato in essa, secondo una tradizione architettonica nord-europea, diffusa soprattutto in Borgogna.

Lungo la Linea Gustav si incontra anche un ramo del Tratturo Magno
Lungo la Linea Gustav si incontra anche un ramo del Tratturo Magno

Il Tratturo Magno

Si riprende a pedalare verso Torricella Peligna, meta della nostra tappa, non senza aver ricordato che in queste zone passa una bretella del Tratturo Magno, il più lungo e il più importante dei tratturi italiani che collega L’Aquila con Foggia. In epoca di transumanza, il viaggio delle greggi e delle mandrie durava più di un mese, tanto che i fabbri di Guardiagrele facevano fortune rifornendo di coltelli e ferri i pastori che passavano da qui.

La prima parte del nostro viaggio volge al termine, ma merita una sosta il paese di Gessopalena, il cui borgo antico è stato costruito su uno sperone di gesso. Ora è disabitato ed in macerie dopo il terremoto della Majella del 1933 e la distruzione operata dai Nazisti dieci anni dopo, ma conserva comunque (o proprio per questo).un suo fascino.

Cala la sera nei pressi di Torricella Peligna e se siete amanti della letteratura americana qui ha origini lo scrittore John Fante, tanto che l’Hotel Ristorante Capè lo omaggia con la “Saletta Bandini”, una figura fantasiosa nata dalla sua penna.

Linea Gustav

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