| 22 Settembre 2024

La Via Appia diventa Patrimonio Unesco. Vi sveliamo i suoi segreti

Lo scorso 27 luglio la Via Appia è stata inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Si tratta del 60° sito italiano iscritto, che porta il nostro Paese ad essere quello con più Patrimoni (segue la Cina con 59).

La Via Appia fu tracciata per esigenze militari dal censore Appio Claudio nel 321 a.C. al fine di collegare Roma a Capua e successivamente estesa fino a Brindisi. Anche il tratto fatto costruire da Traiano nel 109 d.C, come variante di quello originario, è stato inserito nella Lista dell’Unesco. Oggi, entrambe le vie, l’Appia e l’Appia Traiana, sono interamente percorribili in bicicletta, per un viaggio nel fascino della Storia.

L’Appia e la Francigena, due importanti risorse per il cicloturismo nazionale
L’Appia e la Francigena, due importanti risorse per il cicloturismo nazionale

L’itinerario

Abbiamo contattato Carmine Papa, il presidente di Fabbrica delle Idee, l’associazione che coordina l’evento Appia Week. Tale manifestazione raccoglie numerose iniziative ed associazioni lungo gli oltre mille chilometri che vanno da Roma a Brindisi (e ritorno a Benevento per la variante della Traiana).

«Quest’anno, nel mese di giugno, abbiamo svolto una ciclostaffetta lungo l’intero percorso della Via Appia e riproporremo l’Appia Week anche nel 2025, dal 21 al 27 aprile». Carmine non è solo l’ideatore di tale evento che quest’anno ha coinvolto ben 85 associazioni ed un centinaio di iniziative di ogni tipo (gastronomiche, culturali, archeologiche…) ma anche un pedalatore. Sul suo blog laviaappia.it c’è il racconto di viaggio lungo l’intero tracciato di questa “Regina Viarum” che divenne sin da subito una strada di grande comunicazione commerciale, oltre che militare. Una via di importanti contaminazioni culturali, specie col mondo greco.

“Potremmo dividere l’intero itinerario in tre parti: la prima da Roma a Benevento, la seconda da Benevento a Brindisi attraverso la Via Appia originaria, e la terza da Brindisi a Benevento facendo ritorno sulla variante dell’Appia Traiana. Già così sono circa 1.000 chilometri. Per chi volesse rientrare nella Capitale si può prendere comodamente il treno oppure pedalare a ritroso sul primo tratto dell’Appia o, in alternativa, risalire lungo la Via Francigena del Sud”.

Il tratto romano dell’Appia Antica con basolato originario
Il tratto romano dell’Appia Antica con basolato originario

Le bellezze del territorio

Iniziando un excursus su questi tre tratti che, a detta di Carmine, possono essere fatti ciascuno in una settimana, il primo segmento è quello più famoso. Stiamo parlando del Parco dell’Appia Antica alle porte di Roma, con le sue tombe ed il basolato romano originario.

«Solo questo tratto meriterebbe una settimana per visitarlo bene – esclama – e procedendo verso Sud abbiamo i Castelli Romani, Terracina col suo bel centro storico. C’è poi uno dei tratti meglio conservati, quello da Fondi ad Itri, con muri di sostegno e piazzole di sosta di oltre duemila anni. In quel punto lungo 2 chilometri consiglio di avanzare a piedi se non si dispone di una mtb full. A Minturne c’è il teatro e gli scavi lungo il Fiume Garigliano. A Santa Maria Capua Vetere c’era il quartier generale dei gladiatori romani ed oggi rimane un bellissimo anfiteatro».

Tra Campania e Puglia

Da lì si prosegue pedalando fino a Benevento, le cui magnificenze sono con l’Arco di Traiano ed il Ponte “Leproso”.   

La seconda tratta da Benevento a Brindisi Carmine l’ha percorsa con una bici d’epoca del 1920. 

«Le attrattive principali sono il Castello di Melfi e Gravina di Puglia. Quest’ultima è molto bella, simile a Matera ma con meno turismo internazionale. Pedalando verso Taranto se si percorre la mattina presto sembra di stare negli Stati Uniti: non si incontra nessuno per lunghi stradoni. Superato il Ponte Girevole di Taranto si va verso Brindisi e consiglio una sosta al castello e al borgo ebraico di Oria. L’arrivo a Brindisi è alle Colonne Terminali della Via Appia, presso la Basilica Cattedrale della città e presso il Teatro Sospeso, con il tratto finale della Via che finisce sull’Adriatico, dove partivano gli imbarchi per l’Oriente».

Infine, la terza tratta da Brindisi a Benevento avviene sulla variante dell’Appia Traiana.

“Questo percorso ricalca in buona parte quello dell’Acquedotto Pugliese e lungo la costa. Il mio consiglio è di evitare i mesi estivi sia per le temperature che per il traffico di turisti balneari. Tra le perle di questa tratta c’è Egnazia, la Riserva Naturale di Torre Guaceto e ovviamente Canosa di Puglia, la cui zona è piena di ipogei. Per rientrare a Benevento consiglio di svalicare a Savignano Irpino”.

Non sono mancate le soste culinarie per apprezzare le varie cucine locali.jpg
Non sono mancate le soste culinarie per apprezzare le varie cucine locali.jpg

Per tutti

Carmine dice che l’intero percorso si può fare con ogni tipo di bici, ovviamente per i tratti sterrati è preferibile una mtb o una gravel. Inoltre invita tutti i cicloturisti ad assaggiare le varie bontà gastronomiche che variano di regione in regione, soprattutto per quanto riguarda i vini. 

E il fatto che la Via Appia sia ora un Patrimonio Unesco è una grande opportunità: «Dobbiamo immaginare che l’Appia possa essere un qualcosa di simile al Cammino di Santiago, ovvero con la possibilità di portare sia viaggiatori spirituali che laici. In modo che ciò possa essere a tutto vantaggio dei piccoli centri che si stanno spopolando e che invece potrebbero far conoscere i propri prodotti tipici. Già oggi è presente un turismo internazionale che stimiamo su un migliaio di visitatori all’anno che la percorrono a piedi o in bici».

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