Siamo quasi a Carnevale, i negozi si riempiono di coriandoli, ma vi siete mai chiesti da dove nasce questa tradizione? Oggi approfondiamo una pianta aromatica dalle molteplici forme e usi con origini antiche: il coriandolo.
Il coriandolo ha una lunga storia d’uso che risale a migliaia di anni fa. Già conosciuta dagli Egizi, che le attribuivano proprietà medicinali e la impiegavano nel rito dell’imbalsamazione dei corpi, era anche apprezzata dai Greci e dai Romani per insaporire il vino e le pietanze.
Curiosamente, nel Rinascimento i suoi frutti venivano ricoperti di zucchero e colorati, dando origine proprio ai celebri “coriandoli” che ancora oggi conosciamo come simbolo di festa.

I semi e le foglie
Del coriandolo si sfruttano sia le foglie che i frutti o semi, interi o macinati. Le sue foglie fresche, simili al prezzemolo (da cui il nome di “prezzemolo cinese”), hanno un aroma intenso e caratteristico, ampiamente utilizzate nelle cucine di tutto il mondo. Invece i suoi semi, o meglio frutti, vengono impiegati come spezia intera o macinata in polvere, con un profilo aromatico più caldo e agrumato.
Diffuso in diverse culture gastronomiche, dai curry indiani alle salse messicane, il coriandolo è apprezzato non solo per il suo aroma, ma anche per le sue proprietà benefiche.
Le proprietà benefiche
Oltre al valore gastronomico, il coriandolo offre infatti numerosi vantaggi per la salute. Facilita la digestione e riduce il gonfiore addominale, aiutando a combattere la formazione di gas. Sembra avere anche un’azione antiossidante, antimicrobica e detossificante. Tuttavia, bisognerebbe valutarne la quantità da consumare per poterne apprezzare realmente i benefici. Sicuramente può aiutarci a insaporire gli alimenti più semplici, senza ricorrere all’uso eccessivo di sale e donando un sapore caratteristico che ci permette di sfuggire alla noia dei soliti sapori.
In Messico, per esempio, il coriandolo è sfruttato per la marinatura delle carni, ma si presta molto bene anche ad abbinamenti con sedano, finocchio, cavolo cappuccio, agrumi, pere, mele, maiale, pollo, tonno e addirittura al pandispagna.
Come usarlo
Ecco alcuni suggerimenti per utilizzarlo al meglio. I semi interi sono perfetti per infusi, marinature o piatti in umido, in quanto liberano il loro aroma con la cottura. Se li tostate in padella, predomineranno i sapori agrumati e nocciolati, mentre al contrario daranno degli aromi più verdi e floreali.
Le foglie fresche sono spesso utilizzate in salse, piatti asiatici, messicani e nelle insalate. Considerando che si abbinano bene a finocchi e agrumi, potrebbero donare un tocco di originalità alla prossima insalata invernale che preparerete.
Infine il coriandolo si può utilizzare anche in polvere, sfruttando il suo potere addensante magari per un fondo di cottura della carne. Tuttavia perde rapidamente l’aroma (circa 4 mesi, se ben conservato), pertanto è preferibile macinarlo al bisogno.
Oggi vi abbiamo portato alla scoperta di questa spezia, un nome che difficilmente dimenticherete, ma per conoscerla davvero e renderla indelebile nella memoria, dovete sperimentarla in cucina. Ora tocca a voi: liberate la creatività!