Parlare di salute al femminile e nello specifico di mestruazioni è da sempre un tabù. Il problema è che senza la corretta informazione molte donne sottovalutano dei sintomi importanti e soffrono ogni mese per problemi legati al ciclo. Praticare attività sportiva intensa o prolungata come il ciclismo, può aumentare lo stress fisico. Talvolta, se non opportunamente bilanciato con alimentazione e riposo, può causare delle alterazioni del ciclo mestruale e quindi della fertilità. Abbiamo intervistato la dottoressa in ginecologia Valeria Valentino per avere delle informazioni chiare sulla salute delle donne.

Quali sono le alterazioni più comuni del ciclo mestruale?
Parliamo principalmente di amenorrea primitiva, se la donna non ha mai avuto il ciclo mestruale al compimento dei 18 anni, o secondaria quando il ciclo, prima presente in modo più o meno regolare, si interrompe. Un altro problema piuttosto comune è la dismenorrea, letteralmente “ciclo doloroso” che può essere legato a una alimentazione scorretta, ma potrebbe essere causato anche da problemi ginecologici per cui è bene indagare. L’ovaio policistico è un’altra patologia molto comune nella popolazione del mediterraneo, che però non sempre porta ad avere sintomi, quindi non bisogna per forza intervenire. Infine l’endometriosi, una patologia spesso sottodiagnosticata che peggiora di molto la qualità di vita se non trattata opportunamente. I sintomi possono essere diversi, come forti dolori addominali dovuti a una contrazione irregolare dell’utero durante le mestruazioni oppure disbiosi e gonfiore addominale, insieme ad altri sintomi legati a uno stato di infiammazione generale nei casi più gravi.
Quando bisogna fare una visita ginecologica?
Teniamo di riferimento la regola del TRE, secondo la quale bisogna rivolgersi a un ginecologo se per tre mesi consecutivi osserviamo una delle seguenti variazioni. Sanguinamento, ovvero spotting, a metà ciclo o in fase premestruale. Assenza di mestruazione, non essendo in gravidanza. Dolore addominale, senza averne mai sofferto prima.
Quali sono i fattori che più incidono sulle alterazioni del ciclo?
Dipende, molte volte è semplicemente un deficit di magnesio e di altre vitamine a causa di una dieta scorretta o di un elevato fabbisogno nutrizionale. Anche stress e carenza di sonno possono disturbare la regolarità mestruale, così come un insufficiente introito calorico, tipico dei disturbi del comportamento alimentare o degli sport in cui è richiesto un peso specifico. Altre volte sono correlate ai livelli ormonali, in particolare per chi pratica attività sportiva. Spesso si tratta di un deficit di progesterone, oppure a vere e proprie patologie come il caso dell’endometriosi (di recente la ciclista spagnola Santesteban ha raccontato la sua vicenda sportiva legata all’endometriosi, ndr).
Quando e come bisogna intervenire?
In caso di amenorrea, dismenorrea e endometriosi bisogna intervenire su più fronti, a seconda della situazione. Si inizia regolarizzando la dieta e lo stile di vita. Poi sarà lo specialista in ginecologia a valutare se è sufficiente un’integrazione con vitamine, minerali e omega3 o con agnocasto, per esempio. Oppure se bisogna ricorrere a una terapia medica.
Quindi eventualmente bisogna prendere la pillola?
Non per forza, ci sono diverse terapie possibili. All’estero per esempio, tante atlete utilizzano il Nexplanon, uno stick sottocutaneo che viene impiantato all’interno del braccio e rilascia gradualmente progesterone per ben tre anni. Il vantaggio è che con questo sistema l’assorbimento è regolare. In più i livelli ormonali non sono soggetti a variazioni dovute all’orario di assunzione della pillola o al livello di idratazione, che ne influenza l’assorbimento. Inoltre essendo solamente composto da progesterone, non incrementa generalmente la ritenzione idrica, che invece è legata alla parte estrogenica della terapia anticoncezionale.
E’ una soluzione costosa?
Può sembrare poco vantaggiosa se si valuta il costo per l’impianto iniziale, ma contando il prezzo per ogni confezione di pillola, in tre anni Nexplanon risulta anche più conveniente. Tra i vantaggi ci sono l’assenza di controindicazioni anche per chi ha un diverso rischio vascolare, come nel caso di familiarità per problemi cardiovascolari e di allenamento nella corsa a piedi. La praticità, perché non bisogna ricordarselo ogni sera. L’assenza di influenze negative sull’equilibrio del microbiota intestinale, cioè non compromette la capacità di assorbimento dei nutrienti. Infine la facilità, rispetto ad altri metodi anticoncezionali, nella regolare ripresa del naturale ciclo mestruale dopo l’interruzione della terapia con la rimozione dello stick.
Perché è importante avere una precisa valutazione prima di assume un contraccettivo?
Parlando di sportive è innegabile che il ciclo mestruale influenzi la performance sportiva. Oltre alla perdita di ferro conseguente alle mestruazioni, ciò che più disturba le atlete è la ritenzione idrica. In fase premestruale l’aumento di peso per ritenzione è fisiologico ma non dovrebbe superare l’1-2% del proprio peso, che talvolta è comunque troppo per certi sport. A seconda della terapia estroprogestinica scelta si avrà una differente reazione e bilanciamento ormonale tra il progesterone e gli estrogeni. Un dosaggio troppo elevato, in caso di un ciclo con abbondanti perdite, per esempio, causa troppa ritenzione, mentre una concentrazione all’opposto bassa, può compromettere l’assorbimento del calcio.
Le soluzioni sono dunque diverse, per cui non sottovalutate il ciclo mestruale e il vostro benessere come donne. Imparate a monitorarne l’andamento e rivolgetevi a uno specialista per i controlli periodici o in caso di alterazioni mestruali come ci ha consigliato la dottoressa Valentino. Vivere con amenorrea non è un vantaggio, ma una condizione che predispone la donna a una serie di patologie anche molto gravi, per le quali è meglio intervenire seguendo consigli specifici e professionali.