A inizio settembre la Spoleto-Norcia in Mtb porta ogni anno sui sentieri umbri migliaia di appassionati. E’ fra le prime 3 manifestazioni italiane di mountain bike più frequentate, ma questo non è che un particolare, una sorta di ciliegina sulla torta.
La Spoleto-Norcia infatti è molto di più, è il più grande raduno cicloturistico dedicato alle ruote grasse del Sud Europa, capace di attirare masse enormi di appassionati, chi ormai un habitué del tracciato a ridosso della vecchia ferrovia, chi invece un neofita. Il bello è che entrambe le figure sono comunque abbinate dal gusto della scoperta, perché su questi sentieri c’è sempre qualcosa di nuovo, anche per chi ci viene da svariati anni.
La gara è un surplus
Luca Ministrini è un po’ il deus ex machina della manifestazione e anche lui ci tiene a mantenere la connotazione cicloturistica prevalente, anche se la gara è ormai considerata una classica pur senza far parte di alcun circuito.
«L’evento agonistico c’è da un po’ – dice – anzi abbiamo appena festeggiato il decennale. L’introducemmo per permettere anche a chi è un agonista incallito di vivere quest’esperienza e ha subito raggiunto grandi numeri. Però non connota la nostra manifestazione, che è e resta un grande happening dedicato ai cicloturisti, per far conoscere il territorio a inizio settembre attraverso tre giorni con tantissime iniziative».
Come siete arrivati a numeri così grandi?
Sinceramente è un mistero, la manifestazione ci è letteralmente esplosa fra le mani. Io dico che il merito è tutto della vecchia ferrovia e del suo fascino. Chi ci pedala, ci torna. Ma se la prima volta era da solo, poi porterà gli amici e da uno diventano 10, 100 e così via. La nostra forza è stato il passaparola. Noi abbiamo poco merito, solo l’intuizione delle enormi potenzialità del tracciato per i biker. Prima era un percorso conosciuto solo a noi del luogo, ora la Spoleto-Norcia è famosa in tutto il mondo.
Difficile pensare che non ci sia dietro un lavoro coordinato…
No, questo no. L’organizzazione ormai è collaudata e ci stiamo dietro con pazienza certosina e con grandi investimenti, soprattutto sul piano della comunicazione. Tutti i media sono interessati, poi i social ci hanno dato una visibilità straordinaria. Ma noi non ci rivolgiamo solamente ai canali sportivi: siamo passati su Linea Verde alla Rai, ad esempio, abbiamo coinvolto moltissime associazioni. Tanti vip vengono qui in quei tre giorni che diventano un grande momento di confronto per parlare di mobilità sostenibile, ambiente, tutela del territorio. La gara è solamente un richiamo, forse neanche il più grande. Due anni fa ad esempio abbiamo proposto lo spettacolo teatrale su Alfonsina Strada che poi è andato in tournée in tutta Italia.
La Spoleto-Norcia si può affrontare solamente nei tre giorni di settembre deputati alla gara?
Assolutamente no, è un tracciato disponibile tutto l’anno. Ma direi di più: la nostra stessa associazione lavora tutto l’anno per supportare i ciclisti che vengono e vogliono affrontare il tracciato, in tutto o in parte. L’evento ha avuto la forza di rilanciare il territorio. Parliamoci chiaro: se non ci fosse stata la Spoleto-Norcia e il richiamo che ha sempre suscitato, quello sarebbe un mucchio incolto di rovi. Invece il percorso è curato ogni giorno e intorno a esso c’è un’attenzione enorme. Anche gli Enti locali hanno compreso la sua importanza e il grande richiamo turistico che garantisce, tanto è vero che il Commissario Straordinario alla Ricostruzione e alla Riparazione Sisma 2016 ha messo a disposizione altri 176 mila euro, che si aggiungono al già stanziato milione e mezzo per i lavori lungo la tratta.
Entriamo nello specifico: quanto è lungo il percorso della vecchia ferrovia?
Originariamente erano 50 chilometri, dei quali attualmente ne sono fruibili 33. E’ percorribile da Spoleto fino a Borgo Cerreto, poi ci sono altri 5 chilometri da Serravalle a Norcia. L’obiettivo è riuscire a collegare i due tronconi, ma non è una cosa semplice anche perché il nostro interesse è che il tracciato abbia sempre un elevato standard di sicurezza. C’è poi un altro aspetto da considerare: intorno al percorso si è creato un vero e proprio tessuto economico.
Che cosa significa?
Abbiamo ad esempio un noleggio con ben 300 e-bike a disposizione attraverso un consorzio di strutture fra negozi di bici e associazioni, poi molte guide per escursioni sul percorso a vari livelli di difficoltà. Tra l’altro c’è anche la possibilità di noleggiare la bici in un punto e lasciarla in un altro. E’ un lavoro che non si ferma mai, non lo ha fatto neanche nell’anno del covid, la manifestazione si è fatta anche nel 2020.
Com’è la segnaletica?
Sinceramente è un po’ carente e su quella si deve investire, ma non possiamo farlo direttamente noi come ente privato. L’interesse da parte della politica nei nostri confronti speriamo confluisca anche in questo. Noi comunque diamo il massimo supporto, indicando tutte le strutture sia per mangiare che per dormire che per visitare luoghi di richiamo, in base alla porzione di percorso scelta. Sul nostro sito ci sono tutte le informazioni necessarie per programmare la propria escursione, giornaliera o su più giorni.
Nei giorni scorsi avete addirittura presentato la Spoleto-Norcia al Parlamento Europeo. Qual era il motivo?
Visibilità e ne abbiamo avuta tanta. Abbiamo potuto confrontarci con altre realtà europee, ad esempio il Giro delle Fiandre di cicloturismo e dal confronto nascono sempre nuove idee e opportunità. Poi l’apparire in un contesto così importante e prestigioso porta anche contatti che possono sfociare in nuovi fondi. Tutti d’altronde cercano quelli e noi abbiamo bisogno di ingenti investimenti per crescere ancora, ad esempio riuscendo a ricostruire e rendere pedalabile l’intero percorso.