| 14 Gennaio 2025

La Strana Officina, una fucina di pezzi da collezione


Quando abbiamo scritto di Ambra Italia e dell’attività di trasformazione dei ciclomotori Ciao in e-bike, il titolare Tiberio Casali ci ha parlato dell’officina specializzata dove avviene questa… magia. Incuriositi, abbiamo contattato Marco Batistoni, anima de La Strana Officina di Rufina, in provincia di Firenze.

«Il nome – inizia Marco – deriva da uno dei primi gruppi heavy metal italiani, Strana Officina, nato a Livorno a metà degli anni Settanta. Il mio socio Francesco Sanini, che purtroppo ora non c’è più, ci mise l’articolo davanti. Con lui negli anni Novanta costruivamo bici per fare downhill. Lui ha sempre corso in discesa, mentre io vengo dal mondo della meccanica, sia in ambito automobilistico che di macchinari industriali. Mai nome fu più azzeccato, perché oltre alle bici ho realizzato carrelli per Ferragamo e per una nota gelateria di Firenze».

Riguardo alle bici di cosa ti occupi di preciso?

Un po’ di tutto, sia realizzazioni che restauri. Per questi ultimi penso sia alle bici da passeggio ma anche alle bici da corsa per l’Eroica. Ma mi concentro anche sulla componentistica, non solo il telaio. Pezzi che in pratica non si trovano più, delle vecchie bici, come i freni e le leve freno, che commercialmente sono uscite dal mercato.

Fai tutto da te?

Per i componenti come forcelle, manubri, fanaleria e altri dettagli li costruisco in officina. Invece quando faccio prototipi di telaio poi mi rivolgo a dei telaisti. Però considerate che per fare una bici come da catalogo ci lavorano dietro 6-7 persone: chi fa il telaio, chi fa le grafiche, chi la verniciatura, chi fa le cromature, il saldatore, il pellettiere… Mi sono fatto un indotto di persone di cui mi posso fidare tranquillamente. 

La Ruggine ha telaio e forcella con effetto corten che si ottiene spruzzando polvere di ruggine sul sottostante fissativo
Marco Batistoni con la bici Ruggine che ha telaio e forcella con effetto corten che si ottiene spruzzando polvere di ruggine sul fissativo
Sul catalogo del tuo sito ci sono molte bici stravaganti: la Ruggine, la Memphis (foto in apertura), la Velvet… Sono pezzi unici?

Assolutamente sì. Alcune sono già vendute altre me le tengo lì in officina così quando ci passo davanti ci butto l’occhio e vedo se quei componenti, col passare delle settimane, ci stanno bene oppure no.

Di che prezzi parliamo?

Partiamo dai 4.000 euro della Memphis in su. Si tratta di una bici in stile retrò. Poi ad esempio c’è la Cellini, sia in versione ad uomo che da donna, che sono placcate in oro e con doratura in bagno galvanico. Solo la doratura costa circa 1.000 euro.

La Portofino si caratterizza per le ruote rosa firmate Vans
La Portofino si caratterizza per le ruote rosa firmate Vans
Hai clienti di un certo rango, ci pare di capire…

La Velvet l’ha comprata Daniela Santanché (attuale Ministro del Turismo, ndr). È una bici floccata, ovvero con un processo che serve per ottenere un effetto velluto sulle superfici che facevano anche su alcuni occhiali dell’Oakley. Ora sono a Cremona da Pard, un nuovo marchio di bici di lusso. Gli faccio i componenti per le loro biciclette in carbonio e ora stiamo lavorando ad una per Luca di Montezemolo.

Al di là di questi nomi, c’è un reale mercato?

Qui in Italia non è un settore molto gettonato. Parecchi clienti vengono dal Svizzera, Francia, Germania… Il difficile è far capire alla gente che molti componenti sono creati artigianalmente da me: un manubrio, i mozzi, le leve freno, i pedali… Alle fiere invece fai la differenza. Perché in Europa, a customizzare quasi il 70 per cento delle bici non siamo in tanti.

C’è qualche modello a cui sei particolarmente legato?

Direi la Memphis e la Ruggine, perché mi ricordano alcuni passaggi importanti col mio socio che non c’è più. La Ruggine ha un effetto corten ottenuto spruzzando proprio polvere di ruggine sul fissativo passato su telaio e forcella.

Hai detto che vieni dal mondo della mountain bike, ma sul sito non si trovano restauri di mtb d’epoca. E’ un settore che non ti interessa?

Sul sito ci sono solo le collezioni delle bici create da me, ma in realtà faccio di tutto, quindi anche i restauri alle mtb. Diciamo che in officina mi occupo delle riparazioni a 360 gradi, anche della signora che si presenta con una foratura. Poi trasformo le bici muscolari in e-bike, sia con motore al mozzo che al movimento centrale.

Anche le mtb finiscono nel laboratorio de La Strana Officina. Del resto l’attività è iniziata con la passione per il downhill negli anni ’90
Anche le mtb finiscono nel laboratorio de La Strana Officina. Del resto l’attività è iniziata con la passione per il downhill negli anni ’90
Che motori usi a tal proposito?

Principalmente Bafang o Tongsheng. Mi trovo meglio con i primi perché mi creano meno problemi per quanto riguarda il sensore Torque che ha appunto il Tongsheng. Alla fine con 1.300-1.400 euro, riesco a trasformare una muscolare in una e-bike con una batteria da 600-700 wattora e un motore centrale da 250 watt. A volte capita anche di cambiare i motori sulle e-bike che mi portano. Dagli Shimano o i Bosch passano ai Bafang, ovviamente quando la bici è ormai fuori dalla garanzia. Devo mettere delle piastrine per adattarli, poi sostituisco il BMS (la centralina, ndr) e con 1.400-1.500 euro il cliente ha un motore nuovo su una bici che magari quattro anni prima è stata pagata 5.000-6.000 euro con la ciclistica ancora perfetta.

Tutte queste lavorazioni le può fare qualsiasi meccanico o serve un’attestazione particolare? 

Non è un problema di attestazione, è un problema di sapere dove andare ad agire, quanto fare lo spessore, come fare le piastre… Poi ci vuole l’attrezzatura. Io ho un’officina con due frese, due torni, sabbiatrice, saldatrice, taglio al plasma. In pratica ho tutto quello che mi serve per fare la prototipazione.

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