| 6 Marzo 2025

Manchester-Padova, il pendolarismo estremo di Luca Favaro 

C’è chi usa la bici ogni giorno per andare e tornare da lavoro e chi quel  tragitto lo fa una volta sola, ma con un chilometraggio che vale per una vita intera. E’ il caso di Luca Favaro, un cinquantaduenne padovano che lo scorso autunno, al termine di un periodo di lavoro a Manchester, ha deciso di tornare a casa in bicicletta.

Un viaggio in bikepacking di 1.800 km con 14.000 metri di dislivello, per quello che è, probabilmente, tra i più estremi esempi di pendolarismo ciclistico. Abbiamo chiamato Favaro per saperne di più di questa sua avventura. 

Luca Favaro ha percorso 1.800 km in bikepacking
Luca Favaro ha percorso 1.800 km in bikepacking
Luca, come ti è venuta quest’idea? 

Solitamente le ferie le dedico sempre a qualche attività sportiva, non sono il tipo da stare sotto l’ombrellone. Da una decina di anni ho iniziato a correre, ho fatto maratone un po’ in tutto il mondo, da quelle al Polo Nord a quelle sulla Muraglia Cinese. Insomma, cerco sempre qualcosa di diverso che possa ispirarmi. Poi dal settembre 2023 ho scoperto la gravel e mi ha appassionato subito tantissimo. Quindi quando sono stato qualche mese in Inghilterra per lavoro, è stato quasi naturale pensare di tornare a casa in bici

Che percorso hai seguito? 

Ho seguito la Via Francigena da Canterbury a Roma. Quindi ho attraversato tutta la Francia, poi la Svizzera e sono entrato in Italia dalla Val d’Aosta. L’idea era di arrivare fino a Roma, ma a Pavia ho desistito e ho deviato direttamente verso casa, San Giorgio in Bosco in provincia di Padova. 

Il ritmo lento della bici ha permesso a Luca di fermarsi a parlare con le persone, come in questo bar nello Champagne
Il ritmo lento della bici ha permesso a Luca di fermarsi a parlare con le persone, come in questo bar nello Champagne
Perché? 

Diciamo che il meteo non è stato molto dalla mia parte. Avevo scelto quel periodo, tra fine settembre e inizio ottobre, perché l’anno precedente c’erano state giornate bellissime. Invece ho trovato molta pioggia, 10 giorni su 14, e non è stato facilissimo. Quindi arrivato a Pavia non me la sentivo più di prendere acqua e di rischiare. Però devo dire che è stato comunque molto bello, per esempio ho scoperto che il viaggio si può vivere con tutti i sensi, non solo con gli occhi. Durante quei giorni mi sono goduto i profumi dei luoghi che attraversavo, profumi di incenso, di erbe di terra.

Com’eri organizzato per la notte? 

Non avevo pianificato niente. La sera arrivavo e chiedevo. La prima sera in Francia è stata dura, non ho trovato nulla di aperto e ho dovuto pedalare altri 30 km per trovare da dormire. Ma poi ho sempre incontrato persone molto disponibili e accoglienti. 

L’attraversamento delle Alpi ha regalato paesaggi bellissimi, nonostante il maltempo
L’attraversamento delle Alpi ha regalato paesaggi bellissimi, nonostante il maltempo
Ci racconti un aneddoto? 

Quando ero nella zona dello Champagne, in Francia, mi sono fermato in un bar gestito da una signora anziana. Volevo solo prendere un caffè ma la signora mi ha tenuto lì mezz’ora a parlare, mi ha raccontato della sua vita e della sua famiglia.  Mi ha spiegato che ora le grandi cantine della zona hanno preso il monopolio e i turisti vanno tutti lì. Si sentiva sola, aveva bisogno di parlare con qualcuno. Queste cose ti possono capitare solo se viaggi in bicicletta, o al limite a piedi. 

1.800 km in due settimane sono un bell’andare. Com’è andata dal punto di vista fisico? 

Molto bene. Pedalavo 8-10 ore al giorno, ma alla sera non ero mai stanco e la mattina avevo di nuovo voglia di pedalare. Questa cosa mi ha colpito. Poi non ho avuto nessun problema meccanico, mai bucato nemmeno una volta. Mi piace pensare che qualcuno mi abbia protetto. 

Favaro finalmente arrivato (con il sole) in provincia di Padova
Favaro finalmente arrivato (con il sole) in provincia di Padova
La notizia del tuo viaggio è girata molto, sì vede che sei stato di ispirazione per molti.

Ci sono persone che fanno cose molto più importanti e difficili a livello sportivo. Ma io volevo far passare il messaggio che un viaggio simile è fattibile, si può fare. Le piste ciclabili ci sono, basta cercarle, e dove non ci sono si trovano sempre strade secondarie. Noi che possiamo camminare e pedalare perché non lo facciamo? Ci sono molte persone in carrozzella che non possono muoversi, quindi noi che abbiamo questa fortuna dovremmo coglierla fino in fondo. Questo è il mio messaggio: la possibilità di muoversi si trova sempre, e anche quello che a prima vista sembra irraggiungibile si può fare. 

Luca, siamo alla fine. Sai già quale sarà la tua prossima avventura? 

Devo ancora pensarci bene, non so se sarà a piedi o in bici. Un’idea è finire la Via Francigena e arrivare fino a Roma. Poi mi piacerebbe andare a Medjugorie, ma vedremo, è una bella sfida, lunga e impegnativa. 

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