La Bike to Coast non è solo una delle ciclovie più importanti di tutto il panorama italiano, con i suoi 131 km sparsi da Martinsicuro nel teramano fino a San Salvo (Chieti). E’ un progetto in continua evoluzione. Anzi l’impegno che la Regione Abruzzo sta mettendo nei suoi confronti la sta trasformando in qualcosa d’inedito nel panorama italiano. L’Italia non è certamente un Paese all’avanguardia nella cura anche architettonica delle esigenze dei diversamente abili. Ora però si trova ad avere un caposaldo per il cicloturismo con servizi specifici, un chiaro passo in avanti dal punto di vista della civiltà.
Un percorso ricco di spunti
Il percorso è stato oggetto di svariati premi negli anni scorsi, anche a livello internazionale. La Bike to Coast è disegnata perlopiù su tracciati ferroviari dismessi. Permette a chi la affronta prendendosi il suo tempo (quasi una “conditio sine qua non”) di avere a disposizione spiagge, piccoli borghi, castelli, trattorie dove assaggiare le specialità del posto e gustare vino buono. E’ un vero paradiso per il cicloturismo che parte dal suggestivo lungomare di Martinsicuro con le sue palme e i suoi pini per dirigersi verso Alba Adriatica, una delle principali località balneari abruzzesi, bandiera arancione del Touring Club Italiano.
Si prosegue per altri luoghi d’estate battuti dal turismo balneare come Tortoreto, città “aristocratica ed elegante” come viene definita per le sue ville liberty. Poi Giulianova affacciata dalla collina sul suo Lido ma che ha un centro storico che merita assolutamente una sosta. Si riparte verso Roseto degli Abruzzi, detto il “lido delle rose”, da dove il mare inizia a proporre fondali bassi e acque che riflettono il patrimonio del mare, come Pineto, Silvi Marina con il borgo medievale di Silvi Alta.
La Bike to Coast for Everyone
Si entra nella parte pescarese, con Marina di Città S.Angelo che nel 2018 Forbes inserì fra i 10 posti migliori al mondo dove vivere. Poi Montesilvano separata dalla parte sui colli e quella marina con un sistema balneare adatto alle famiglie. A Pescara si passa anche per il Ponte del Mare, inaugurato nel 2009 e diventato un simbolo della città con i suoi 466 metri di lunghezza. Ad Ortona si entra nella Costa dei Trabocchi. Essa si estende fino a Vasto ed è un altro percorso ciclabile tra i più famosi al mondo. Il finale della ciclovia è spettacolare, con le scogliere interrotte da particolari baie e calette.
Tutto questo ben di dio è oggetto da anni di un impegno da parte della regione Abruzzo che tramite il suo Ufficio Politiche Turistiche e Sportive sta lavorando per renderla accessibile anche ai diversamente abili, grazie a un finanziamento del Consiglio dei Ministri a cui la regione ha aggiunto propri fondi. Il progetto, chiamato Bike to Coast for Everyone verrà presentato nei particolari e nella sua definizione completa a giugno. Prevede l’adeguamento della ciclovia attraverso una serie di servizi turistici accessibili.
19 Comuni coinvolti
«Per far ciò abbiamo innanzitutto sondato il terreno e coinvolto quanti più enti pubblici e privati possibili – racconta la dirigente dell’Ufficio Michela Portacci – 19 Comuni della costa hanno dato la loro piena disponibilità, ma con loro anche strutture private di grande importanza che si sono fatte partner del progetto, come Anfass Abruzzo, Legambiente e la Lega Navale di Ortona. Abbiamo provveduto a formare gli operatori turistici considerando a chi si dovevano rivolgere, facendo fare loro anche un corso di lingua dei segni».
Il progetto abbraccia più servizi da offrire: «Partiamo dalle bici, che possono essere tandem o cargobiker, bibici o handbike e che si possono anche noleggiare. Accanto a questo, abbiamo pensato a servizi di accessibilità alle spiagge con passerelle specifiche, zone di ombreggio e anche bici specifiche per andare sulla sabbia. Legambiente Abruzzo ha reso accessibili alcune aree protette, la Lega Navale di Ortona ha attivato un piano di escursioni accessibili a tutti, l’Anfass ha realizzato un programma di attività d’intrattenimento. In questo modo la Bike to Coast for Everyone, com’è stato ribattezzato il progetto ha un’offerta impareggiabile».
Un progetto aperto a tutti
La risposta è stata entusiastica e questo rende più vicini gli obiettivi del progetto: «I 19 Comuni coinvolti hanno una naturale vocazione turistica se si pensa che nell’anno 2019, l’ultimo prima del covid, si sono registrati oltre 4 milioni e mezzo di presenze. Noi puntiamo anche attraverso questo progetto inclusivo ad allargare ancora di più la platea di fruitori, facendo leva sulla passione sempre più coinvolgente per le due ruote».