La storia di Eros Poli è fortemente legata al Mont Ventoux, quasi un talismano nella sua vita. Lì, su quelle rampe così dure e così avverse al suo fisico possente da passista, ha trionfato nell’arrivo di Carpentras al Tour de France 1994. Lì anni dopo, trascorsi tra la gestione di un bar a Verona e 7 anni di lavoro proprio nello staff organizzativo del Tour, ha dato una svolta alla sua vita.
«Organizzai con qualche amico un viaggio cicloturistico proprio sulla montagna francese – racconta – e aderirono in una quarantina di veronesi. Passai quei giorni, quelle ore in maniera completamente diversa da ciò che fino allora la bici aveva rappresentato per me e capii che c’era un altro modo di viverla, guardandosi intorno, condividendo emozioni diverse da una vittoria o una sconfitta. Era il 2005, da allora cominciai».
Tutto inizia dalla Francia
«Inizialmente puntai sulla Francia, attraverso le salite mitiche del ciclismo: il Galibier, l’Alpe d’Huez, l’Izoard. Avendo però lavorato per il Tour (e avendo una moglie australiana, il che mi aveva permesso di affinare il mio inglese), vidi tanti americani venire alla Grande Boucle al seguito di Armstrong e vidi soprattutto che avevano voglia di pedalare, di conoscere, anche di staccarsi dalla routine del tifo e dell’agonismo. Pensai fosse un’idea da sviluppare, così iniziai attraverso mie conoscenze in Trek ad allestire viaggi in Francia e Spagna per il target a stelle e strisce. Ma subito cercai di dare un marchio alla mia attività».
Poli infatti ha subito puntato a un cicloturismo di alto livello economico, proprio guardando alle richieste che gli arrivavano dagli Usa, da parte di appassionati con un largo portafoglio: «Dalla Carolina e dall’Alaska in particolar modo, ma la cosa che notai è che presto il passaparola allargò la mia clientela. Cominciai a inserire anche l’Italia, portandoli ad esempio sul Lago di Garda, cercando sempre strutture di primissimo livello come l’Enjoy Bike Hotel, già allora all’avanguardia. Mi misi d’accordo con Pinarello per fornire ai clienti bici di alta gamma, ma la svolta arrivò con il contatto con Joao Correia».
L’incontro con Correia
Joao è un personaggio importante nel ciclismo professionistico, giornalista di Bicycle News, manager molto conosciuto e apprezzato ma è anche il titolare della compagnia InGamba.
«Un giorno nel 2014 – racconta – mi vedo arrivare una mail inaspettata, per avere notizie riguardo la partecipazione di vip alla Maratona dles Dolomites. Rispondo, entriamo così in contatto e in brevissimo tempo dalla Maratona si passa a ben altro: Joao mi chiede di lavorare con lui. Chiedo in giro, Luciano Fusar Poli mi spiega che cos’è, che tipo di clienti ha e mi suggerisce di proporre pacchetti super lusso. La mia idea gli piace e così da una decina d’anni siamo in rapporto di lavoro».
Poli fa la spola fra qui e oltreoceano, per mantenere contatti con le grandi aziende proponendo viaggi in Europa che sono molto appetiti dai manager a stelle e strisce.
«Noi allestiamo viaggi cicloturistici di alto profilo, unici, spettacolari, dando ai partecipanti tutto quel che chiedono e qualcosa in più. Io ho ormai un vasto territorio a mia disposizione, praticamente tutto il Mediterraneo ad eccezione del Portogallo che è la “casa madre” dell’agenzia. Curo l’organizzazione nei minimi particolari, dalla logistica in alberghi a 5 stelle ai percorsi da affrontare, sempre mettendo a disposizione il meglio.
Grandi aziende a supporto
«Abbiamo un parco di 80 bici Pinarello F12, un kit Castelli su misura per ogni cicloturista, in ogni luogo ci sono guide in grado di dare supporto tecnico ma soprattutto raccontare il territorio. In ogni escursione non mancano le soste, per rifocillarsi ma anche per andare a vedere i luoghi più caratteristici e magari acquistare cibi e vini locali. Insomma, mettiamo a disposizione una struttura al livello di una squadra professionistica».
Quest’ultimo aspetto è, secondo Poli, quello che fa la differenza, anche sulla base di quanto gli dicono i clienti: «Intanto nelle nostre uscite quotidiane prevediamo sempre una pausa già dopo un’ora e mezza. Poi, al ritorno, i partecipanti trovano quello che hanno i corridori veri, sia al livello di integrazione, sia come massaggi, usufruendo poi dei servizi dell’hotel. Ci sono almeno 2-3 cene in locali tipici della zona, andando magari a cercare trattorie tipiche del territorio, proprio per permettere di conoscere più da vicino la realtà locale».
Il passo giusto per ogni cicloturista
Bisogna poi anche tener conto delle condizioni di forma dei cicloturisti: «Molti sono poco allenati, lavorando tutti i giorni cercano svago, ma anche la possibilità di rimettersi un po’ in sesto all’aria aperta. Noi dobbiamo tenerne conto, mantenendo andature molto basse ma allo stesso tempo dando il giusto supporto. Ci siamo imposti delle proporzioni: per 4 clienti devono esserci un paio di guide, un massaggiatore, un meccanico. Noi diamo a ogni cliente il massimo supporto: lo prendiamo all’aeroporto e da allora non deve più preoccuparsi di nulla, fino a quando lo riportiamo per il ritorno a casa».
Poli allestisce viaggi dalla Spagna fino alla Croazia, avendo ormai un database sterminato di indirizzi. Ma la clientela, soprattutto quella americana, quali destinazioni predilige? «La risposta è semplice: l’Italia, perché a dispetto di tutto la qualità della vita e la tradizione gastronomica che c’è qui, gli altri se la sognano. Devo però dire che anche il Portogallo è molto gettonato, perché ha una buona cultura enogastronomica, molti luoghi d’interesse, soprattutto le chiese. Noi ad esempio abbiamo allestito ben 4 viaggi per le Azzorre e sono già tutti sold out.
«I prezzi? Si parte da 7.000 euro, una spesa certamente non comune, ma ne vale la pena. Inoltre il nostro lavoro procede anche al contrario, nel senso che allestiamo viaggi anche oltreoceano, dalla California terra dei vini, con il tratto da San Francisco a Santa Barbara che è straordinario, ma anche le montagne del Colorado e il territorio epico dell’Arizona. Noi abbiamo due sedi, una a Oporto e l’altra a Radda in Chianti, dove ora abbiamo anche aperto una struttura alberghiera nostra. Per dare a chi viene sempre di più».