Quando un ciclista subisce un incidente, il rischio più grande non è solo quello fisico, ma anche la frustrazione di doversi fermare, affrontare burocrazia e costi imprevisti. We Love Your Bike nasce proprio per questo: offrire assistenza completa a chi vive la bici ogni giorno, anche nei momenti più difficili. Lo abbiamo raccontato tante volte dal punto di vista tecnico, ma oggi lo facciamo con la voce di chi quel servizio l’ha vissuto in prima persona.
Andrea Smargiasse, preparatore atletico e triatleta romano, ci ha raccontato la sua esperienza diretta con il servizio creato da Renato Sabbini, il fondatore di We Love Your Bike.
Andrea, ci racconti cosa è successo nel giugno 2016?
Stavo preparando un Ironman, ero in un momento ottimo della mia stagione. Quel giorno ero uscito in bici da solo, in allenamento, e stavo scendendo da Castelgandolfo verso la Via Appia, alle porte di Roma. In un attimo, tutto è cambiato. Un’auto ha fatto inversione a U senza guardare e mi ha centrato in pieno. Un impatto violento, devastante.
Hai riportato gravi lesioni?
Fortunatamente no, se parliamo di danni fisici permanenti. Ho avuto escoriazioni, contusioni e tanta paura, ma poteva andare molto peggio. La bici invece era distrutta. Completamente. Era una bici di altai gamma, un investimento importante. In quel momento, l’idea di doverne comprare un’altra era fuori discussione.
Ed è lì che entra in gioco We Love Your Bike. Come sei venuto a conoscenza del servizio?
Tramite il mio negoziante di fiducia, Cicli Petta di Ostia. Mi rivolgo a loro da anni per tutto ciò che riguarda le bici. Mi hanno parlato di Renato Sabbini, che conoscevo già come esperto in infortunistica stradale. E’ stato lui a spiegarmi il progetto We Love Your Bike: un servizio nato proprio per aiutare i ciclisti come me in casi del genere. Ed è stato subito chiaro che potevo fidarmi.
Qual è stata la tua prima reazione al servizio offerto?
Sorpresa. Mi aspettavo burocrazia, attese, complicazioni. Invece è stato l’esatto contrario. Renato e il suo team hanno preso subito in carico la mia situazione, senza farmi perdere tempo. Nel giro di pochissimo, avevo già una nuova bici – una Specialized Tarmac S-Works – e sono potuto tornare ad allenarmi. Per chi prepara un Ironman, questo fa tutta la differenza del mondo. Fisicamente, ma anche mentalmente.
Quindi sei riuscito a continuare la preparazione?
Esatto. Ho ripreso subito il piano di allenamento e, grazie al supporto ricevuto, non ho perso il filo. Questo è stato fondamentale non solo per l’obiettivo sportivo, ma anche per la mia motivazione. Non sentirsi abbandonati dopo un incidente è qualcosa di prezioso, che in quel momento fa davvero la differenza.
Oltre alla sostituzione della bici, cos’altro ha fatto We Love Your Bike per te?
Si sono occupati di tutto. Consulenze mediche, documentazione, valutazione delle lesioni e gestione della pratica di risarcimento. Non ho dovuto fare nulla se non fornire i documenti necessari. Alla fine, ho ottenuto anche il giusto risarcimento per i danni biologici. E’ un servizio a 360 gradi, pensato davvero per il ciclista.
Come valuteresti, in termini pratici, l’utilità di un servizio come We Love Your Bike per chi pratica sport su strada?
È qualcosa che tutti i ciclisti dovrebbero conoscere. Pedalare su strada, purtroppo, comporta dei rischi. Quando qualcosa va storto, hai bisogno di qualcuno che sappia come muoversi e che difenda i tuoi interessi. We Love Your Bike ti fa sentire protetto, seguito, rispettato. Ti permette di tornare subito in sella, che è la cosa più importante.
Quanto ha inciso questo supporto nel tuo percorso sportivo successivo?
Moltissimo. Dopo quell’episodio ho portato a termine altri due Ironman. Oggi sto preparando la Gran Sasso Ultramarathon, 50 chilometri durissimi, tutti in salita fino alla cima del Gran Sasso. E il prossimo anno punto alla 100 Miglia di Berlino. Se non avessi ricevuto quell’aiuto nel momento critico, forse oggi non sarei qui a raccontarlo con questa serenità.
Hai mai più avuto bisogno di un servizio simile?
Fortunatamente no, ma sapere che esiste, che c’è qualcuno come Renato Sabbini e il suo team pronto ad aiutarti, è rassicurante. Ho parlato di We Love Your Bike a tanti amici, atleti e ciclisti. Chiunque tenga alla propria bici e alla propria sicurezza dovrebbe tenere quel numero, e oggi anche l’app (anche su Apple Store, ndr), sempre a portata di mano.
Cosa diresti oggi a un ciclista che non conosce ancora We Love Your Bike?
Che è un errore aspettare che succeda qualcosa per informarsi. Avere un punto di riferimento come questo fa la differenza tra dover affrontare un incubo burocratico da soli o avere un team di esperti al tuo fianco. We Love Your Bike ti restituisce il controllo della situazione. Ti ridà la tua bici, il tuo tempo, il tuo obiettivo. In un mondo dove spesso ci si sente numeri, We Love Your Bike ti tratta come una persona. E per uno sportivo, questo vale tantissimo.